La selezione ai tempi del coronavirus

– Dalla rubrica di Federica Cortesi, “The Buzz” –

“Chi c’è oggi in ufficio?”
“Ah non lo so, in alcuni reparti sono in smartworking da mesi, altri fanno le turnazioni, non so più chi ci sia o meno oggi”
“Ma oggi arriva il nuovo assunto!
“Ah si??? È come lo hanno selezionato? Al cellulare??”

Tutto questo sembra irreale ed ironico ma non lo è. Anzi, è la verità, o parte di essa.

E’ passato poco più di un anno da quando le nostre vite sono radicalmente cambiate a causa della pandemia. Siamo passati dalla spensieratezza dei nostri giorni, all’immediata reclusione, disimparando come star fuori, interagire con la gente o anche solo fidarsi; del prossimo, della quotidianità.

Come quando, durante un bel giro in bicicletta cadi, ti fai male e sei costretto ad una “pausa forzata”. Riprendere le attività è difficile e il 2021 ce lo sta continuando ad insegnare, giorno dopo giorno, in infinite modalità. 

La bellezza del nostro incessante mutare sta nella capacità di adattarsi, con i nostri gesti, le nostre routine e le nostre attività. Indubbiamente è stato decisivo il cambio di passo da parte delle Aziende con l’introduzione di trasformazioni difficilmente reversibili, come il passaggio allo smartworking e all’educazione allo stesso, determinando un’accelerazione in diversi aspetti della metamorfosi digitale.

Le attività si svolgono quasi tutte da remoto, tra queste la selezione del personale che, nonostante l’importante battuta di arresto (-30% delle assunzioni) ha continuato ad andare avanti seppur in misura minore.

Facciamo un passo indietro. C’è la pandemia, i contatti sono ristretti se non vietati, come si sono svolte quelle selezioni ? La risposta è semplice. On Line.

L’assessment si fa digitale

C’era un tempo in cui l’Azienda chiamava, si fissava il colloquio e ci si incontrava. C’era un tempo in cui facevano gli Assessment, delle prove di gruppo durante le quali ci sottoponeva a Role Play, test e si conosceva gente nuova. Potevano essere nella città di residenza o altrove. 

Era bellissimo perché seppur le probabilità di essere scelte potevano variare notevolmente dalla performance di quel giorno, si sfruttava l’occasione per conoscere persone nuove, fare networking e perché no, trovare qualche vecchio compagno di studi e ridere insieme. Il tutto alternato da momenti tesissimi al limite dell’agonismo, ma alla fine della giornata ognuno si portava a casa qualcosa.

La metà delle mie conoscenze sono nate cosi. Alcune sono durate, altre no, talune si sono trasformate in collaborazioni lavorative.

E oggi? Bhè oggi è diverso. Come diceva Charlie Chaplin “Nulla finisce, cambia soltanto”; ma ( c’è sempre un ma) ho voluto riflettere sul come questo inevitabile passaggio presenti degli aspetti considerevoli, ognuno dalla duplice valenza:

  • Il risparmio; da un lato, i candidati non hanno più l’ansia di trovare un treno, una macchina o un aereo per recarsi dove sostenere il colloquio, dall’altro le aziende hanno ridotto i loro costi interni, dall’altro le Imprese hanno meno costi da sostenere in termini di spese primarie e, di conseguenza, capitale da reinvestire.
  • Il networking; da un lato, le imprese riescono a coinvolgere su più fronti, nel medesimo tempo o in tempi asincroni, più persone ed efficientare la giornata lavorativa. Dall’altro i candidati non hanno più la possibilità di incontrarsi, scambiarsi opinioni, paure, progetti o considerazioni, rinunciando a parte dell’empatia e del coinvolgimento che i processi sociali prevedono.

Ci tengo a sottolineare come il riferimento sia circoscritto a questo tema in particolare. Colleghi brillanti mi insegnano come sia possibile instaurare relazioni nell’era digitale.

  • L’engagement; da un lato, il mancato coinvolgimento fisico potrebbe comprometterne l’esperienza, creando problematiche significative in termini di aspettative ed emotivi; dall’altro le Imprese si sono altamente specializzate tanto da creare attività di employer branding mirate. 

Ne è un esempio lampante Just Knock; una giovane start up che, avvalendosi di un sistema meritocratico fondato sulla validità delle idee, coinvolge i propri talenti con progetti e sfide da presentare alle Imprese clienti.  

Video call come meet and great

Nell’era del recruiting 4.0 il canale preferenziale, come fattor comune di tutte queste interazioni digitali, è il Video. Che sia ZooM, Teams, Skype, Hangouts o Lifesize, questi incontri caratterizzati da scambi di natura emotiva ed intellettuale, avvengono in Video. 

Per forza di cose, quello che prima poteva considerarsi un incontro e/o pretesto anche solo per un saluto, oggi si riduce ad una video call dove inevitabilmente molti aspetti vengono meno osservati, complici diversi fattori quali la quantità di tempo disponibili, la tipologia di connessione e, ultimi ma non meno importanti, le soggettività delle persone stesse.

Nonostante la stragrande maggioranza delle Aziende si sia dovuta adattare a nuove modalità di intervento, nel rispetto delle norme vigenti in materia, alcune hanno scelto di trovare un compromesso.   Si riprende la vecchia tradizione di un incontro di persona nella fase finale di selezione facendo uso delle protezioni che ad oggi fanno ormai parte della nostra quotidianità (mascherine, soluzioni igienizzanti); la tecnologia ci è amica e ci aiuta a superare tantissime avversità ma il contatto umano rimane sempre al centro di tutto.

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