Smart working, la linea sottile tra l’assurdo e la normalità

– Dalla rubrica di Federica Cortesi, “The Buzz” –

Chi di noi al palesarsi dello smart working ha gioito, pensando di risolvere definitivamente i propri problemi organizzativi giornalieri, alzi la mano!

Lo abbiamo pensato tutti, ammettiamolo “lavorando da casa avrò più tempo per condurre una vita più regolare” (ed “ego-nomica”, aggiungerei).

Per quanto sia vero, il lavoro in smart working può rappresentare un’incredibile opportunità che richiede buone competenze organizzative e non.  Inizi la tua giornata, elabori il piano delle attività e in men che non si dica ti ritrovi sommerso di cose da fare.

Ce l’hai la tua To do List, è li; per un ipotetico quanto malsano bisogno di approvazione, continui ad arricchirla, non riuscendo a portarla a termine. Ed è subito crisi.

A scendere in campo il capro espiatorio, il mitologico quanto decantato Time Management, altrimenti detto Gestione del tempo; a noi noto per definizione come la corretta organizzazione del tempo e delle attività ad esso associate. Nel quotidiano, si traduce nel portare a termine un compito nel migliore dei modi ed al massimo delle nostre capacità.

Alle volte però, capita di trattenersi sulle attività lavorative ben oltre l’orario stabilito. Fin qui, poco male.

Ma nel momento in cui la settimana gira solo ed esclusivamente intorno alla routine Sveglia-Ufficio-Casa-Letto-Sveglia e cosi via, non parliamo più di Time management. Tocchiamo un aspetto importante per la nostra salute che, volente o nolente, se compromessa, impatta negativamente su tutto quel che di bello ci siamo costruiti intorno, soprattutto in termini sociali.

Ci siamo mai fermati a pensare a quando il timore di apparire poco disponibili si fa tale da annientare completamente l’equilibrio tra vita personale e lavorativa? 

… è tutto un equilibrio sopra la follia

Trovare un buon equilibrio tra lavoro e vita privata non è mai stato semplice e il lockdown ha contribuito non poco permettendoci, da un lato, di comunicare con attraverso differenti device in qualsiasi momento e, dall’altro, permettendo alla costante connettività di sfumare i confini tra attività lavorativa e vita privata.

Secondo questa logica, l’organizzazione lavorativa sembra essersi semplicemente adattata ad un diverso ambiente. Quello casalingo, come se l’ufficio si fosse effettivamente trasferito nella nostra abitazione.

Procediamo con ordine. Non sarò qui a darvi il decalogo della giornata perfetta. Non parliamo di questo.

Parliamo della possibilità da parte delle aziende di fidarsi davvero delle proprie risorse. È veramente necessario il controllo costante delle attività laddove il proprio team è perfettamente in grado di autodisciplinarsi e di raggiungere gli obiettivi?

Un possibile e imminente secondo lockdown non impone la mancanza l’assenza di interessi diversi dal lavoro ci arricchiscono che, a maggior ragione, ci definiscono permettendoci di raccontare un po’ di noi in quello che facciamo.

Che male c’è ad essere normale?

Pensare che i propri collaboratori debbano essere sempre e solo devoti ad una “promessa” contrattuale, ad un forecast e/o ad una qualsiasi capacità espressiva che esula dalle mail e dai documenti di tutti i giorni, è svilente. Per tutti. Nessuno vince.

L’azienda non avrà quel bramato valore aggiunto che tanto chiede; il collaboratore, d’altro canto, sarà un mero esecutore. Disincantato. Purtroppo.

Come ripristinare dunque questa situazione di normalità?

Rispetta te stesso e il tuo lavoro; svolgi le tue mansioni facendo del tuo meglio, adottando misure strategiche in grado di colmare i tanto temuti “tempi morti”.

Definisci i tuoi confini; imponi con educazione i tuoi limiti entro i quali “non far sconfinare” gli altri. Diversamente il rischio è duplice. Da un lato potresti sovraccaricarti e dall’altro non performare al meglio poiché mentalmente stanco.

Sii asservito; non è indice di maleducazione dire no ogni tanto. Permette a tutti di comprendere la meglio le proprie responsabilità. Finchè ci sarà sempre qualcuno a dire “si” e a fare le cose al posto nostro, sopravviverà un ambiente lavorativamente poco equilibrato.

Coltiva i tuoi interessi; che sia una passeggiata, una corsa, un buon libro, una serie TV o un podcast, prenditi cura di te. Se sarai il primo a star bene, il resto sarà più semplice.

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