Costruire una community affidabile sui social media
– Dalla rubrica di Annalisa Milani, “Il Filo delle Relazioni” –
Nello scorso articolo abbiamo visto che per trasformare la propria rete di contatti in opportunità è necessario instaurare una connessione basata su tre parole-chiave: ispirazione, ascolto e azione. Questa volta, invece, cercheremo di capire come dar vita ad una community fondata su relazioni affidabili e durature.
Far parte di un gruppo
In quanto persone siamo creature naturalmente sociali. Desideriamo star bene con gli altri anche perché, da un punto di vista evolutivo, è ciò che ci ha aiutato a sopravvivere negli anni. Se ci pensiamo, tutto il corso della nostra vita è segnato da continue appartenenze a gruppi: in primis la famiglia, poi la scuola, arriva il gruppo degli amici, della squadra, dell’Università, dei colleghi di lavoro e, ad oggi, i gruppi Facebook, LinkedIn, Telegram, WhatsApp e non ultimo Clubhouse.
Appartenere ad uno o più gruppi permette di crescere, di imparare dagli altri ma anche da se stessi, di soddisfare quei bisogni di socialità, cooperazione, autostima e senso di auto-efficacia che appartengono a ciascuno di noi. Un gruppo permette di condividere esperienze ed emozioni, regole e responsabilità, di percepire l’importanza del proprio ruolo per tutto il gruppo, capire come superare i contrasti e mediare, esercitare l’arte dell’ascolto.
L’imprenditore Henry Ford affermava che “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo”, sottolineando così l’importanza della collaborazione e dello scambio reciproco per il raggiungimento di obiettivi comuni. Ma come possiamo avvicinarci a persone con obiettivi e valori comuni ai nostri?
Aggiungere valore ad una conversazione
Sulla base della mia esperienza personale, ho capito che la curiosità è un motore potentissimo. Una qualità che conduce alla conoscenza e capace di generare opportunità. È stata la curiosità e la voglia di accrescere il mio bagaglio personale a condurmi alla prima esperienza lavorativa. Era il 2016 e scorrendo la mia bacheca Facebook, mi imbattei nel post di un giovane ragazzo della mia città, Francesco Paolo Russo, che raccontava di un progetto innovativo molto interessante che stava portando avanti con la sua startup To Be Srl. Avevo da poco dato un esame sull’argomento. Non ne sapevo molto ma volevo approfondire.
Mi sono guardata intorno, mi sono fatta delle domande e ho deciso di procedere: l’ho contattato complimentandomi per il lavoro che stava svolgendo con il suo team, ci siamo fatti una chiacchierata, gli ho raccontato delle mie esperienze, passioni e ambizioni e da quel momento ho iniziato un viaggio tra tecnologia e comunicazione che continua ancora oggi.
Nel tempo ho imparato ad avvicinarmi a quelle persone che considero positive, aperte, dalle grandi prospettive di crescita. Persone in grado di fare cose concrete, coltivare un’ambizione e comunicare in modo efficace. Giovani e meno giovani, affamati, visionari, innovatori. Ho scommesso sulla rete cercando di cogliere le diverse sfumature, mettermi in discussione, abbracciare la complessità e intavolare conversazioni di valore. Non dobbiamo aver paura di commentare un post o una storia, di mandare un DM, di chiedere quell’informazione in più, di esprimere il nostro pensiero e di raccontare il nostro punto di vista in un articolo da condividere.
Da connessione a relazione duratura
Come ho sottolineato nel mio primo articolo per la DCA, il networking è un’attività che ha per protagoniste le persone. È un’attività che punta su interazioni ricche, corrette, proficue e a cui bisogna dedicare tempo, attenzione e cura. Si tratta di un investimento impegnativo, ma produttivo attraverso cui poter ottenere stimoli che il mondo circostante non ti offre e piantare i semi di relazioni lavorative e personali che potrebbero durare per sempre.
Per poter parlare di relazione, dunque, è necessario creare contenuti utili, interessanti e coinvolgenti, interagire sui social media in modo tempestivo rispondendo a commenti e domande, apprezzando i post e dando consigli. Insomma, si tratta di soddisfare le esigenze del proprio pubblico al fine di creare una vera e propria community.
Sui social media possiamo imbatterci in un numero indefinito di community dedicate a diversi temi, dove le persone si confrontano, si scambiano opinioni ed esperienze, discutono, si informano e molto spesso si formano anche. Se ben gestite, rappresentano una grande opportunità di valore per coinvolgere il proprio pubblico intorno ad una passione comune.
Il valore di una community affidabile
Se ci fermiamo un attimo a riflettere, social media come Facebook, Twitter, Instagram e da poco anche Clubhouse sono ormai pilastri del dialogo odierno. Strumenti che hanno sviluppato delle proprie features per soddisfare il desiderio di interazione e il senso di appartenenza ad un gruppo. Concetti che, in particolare a seguito dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, sono stati rinforzati.
Nessuno vuole più rinunciare al fattore umano, al contatto, seppur digitale, e le community social sono ormai il luogo non-fisico dove è possibile chiedere pareri, ascoltare voci diverse, sentirsi parte di un qualcosa di più grande di noi. I gruppi online, di qualsiasi natura essi siano, creano quel coinvolgimento e quella partecipazione che tutti cerchiamo e permettono di ascoltare davvero le persone. Ricordiamoci sempre che chi fa parte di una community è un vero e proprio ambassador, che ha fatto un’esperienza e vuole condividerla con gli altri.
Far parte della Famiglia DCA ed esser membro dei relativi gruppi, ad esempio, mi permette di rimanere sempre aggiornata, di scoprire novità e punti di vista differenti, di chiedere aiuto e supporto laddove non arrivo, di stringere non semplici connessioni ma vere e proprie relazioni. I valori su cui la community è stata costruita e le interazioni a cui ha dato vita permettono a ciascun membro di esser percepito all’esterno come una persone attenta, affidabile e combattente.
Le community social, dunque, sono un ottimo strumento di marketing e, se utilizzate correttamente, portano non solo all’acquisizione di lead e utenti pronti all’acquisto ma soprattutto alla fidelizzazione. Per dar vita ad una community attenta, attiva e partecipativa è necessario preliminarmente delineare gli obiettivi strategici di breve, medio e lungo periodo, poi definire la natura e l’identità della community, stabilire le regole e la policy del gruppo, costruire un piano editoriale con tipologia di contenuti e tempistiche, ma soprattutto pensare a iniziative creative di coinvolgimento.
Concludendo, ricordiamoci che per costruire una community affidabile sui social media l’elemento imprescindibile è la disposizione all’ascolto.