Virginia Tosti, Giovane Imprenditrice e Co-Founder di Start2Impact

Conservatrice e disruptive allo stesso tempo, da un lato ha seguito le orme familiari dell’imprenditoria e dall’altro ha inventato un futuro tutto nuovo

Chi ha buona memoria e naviga i mari della Digital Combat Academy dal giorno zero ricorderà il volto della protagonista di quest’intervista. Proprio quest’estate avevamo infatti pubblicato sulla nostra pagina Facebook un video di Virginia Tosti che, fresca di un Master in Growth Hacking alla TAG Innovation School, ci parlava dell’importanza del mindset.

È proprio il mindset che ha consentito a Virginia Tosti di attraversare le diverse fasi della sua vita con il giusto approccio. Dai tortuosi anni universitari alla formazione specialistica, passando per le prime esperienze professionali e lo sbarco nel mondo dell’impresa, Virginia è andata dritta per la sua strada. Conservatrice e disruptive allo stesso tempo, da un lato ha seguito le orme familiari dell’imprenditoria e dall’altro ha inventato un futuro tutto nuovo, fatto di competenze digitali al passo coi tempi e tanto spirito di iniziativa.

Start2Impact rappresenta la naturale proiezione imprenditoriale della mentalità di Virginia Tosti. Insieme a Gherardo Liguori ha infatti dato vita a una startup per giovani talenti under20, mettendo in connessione imprese italiane e persone che hanno voglia di bruciare le tappe. Chi, come noi della Digital Combat Academy, ha la pretesa di fornire competenze tangibili a persone determinate non può che apprezzare un progetto come quello di Start2Impact, che presenta una missione nobile e un target delicato come quello degli adolescenti.

Lasciamo dunque la parola a Virginia. L’abbiamo ascoltata in video quest’estate. La leggiamo con altrettanto piacere in forma scritta. Per voi, le sue riflessioni.

L’Università vive un momento particolare. Il mercato del lavoro evolve in fretta, e l’accademia tradizionale spesso sembra non essere in grado di stare al passo coi tempi. Il passaggio, poi, da Ingegneria Energetica al Growth Hacking è sicuramente degno di nota. Col senno di poi, che giudizio dai alla formazione tradizionale?

“Premetto che io con l’Università non sono mai andata d’accordo! Allo stesso tempo non mi sentirai mai dire che l’Università non serve, perché credo che in qualche modo sia servita anche a me, anche se non per quello che pensavo. Tuttavia, l’Università per come è concepita oggi non basta per essere pronti al mercato del lavoro. Le Istituzioni sono lente, non sono al passo con il mondo del lavoro. Non è un’accusa, ma più un dato di fatto, non sono io la prima né l’ultima a dirlo.

Il problema non è come è strutturata la formazione tradizionale, il problema è come la viviamo: inconsapevoli che non basta! Io per prima quando facevo l’Università, soprattutto i primi anni non riuscivo a fare altro, mi sembrava che quell’impegno dovesse essere tutta la mia vita. Infatti io ad oggi gli anni dell’Università li vedo come una grande perdita di tempo, ma solo perché io non sono stata in grado di sfruttarli al massimo. E purtroppo molti ragazzi che conosco la vivono ancora oggi così. Ci affidiamo al ‘poi vedremo’ in un mondo che corre troppo veloce, in cui tutto quello che ‘poi vedrai’ è quello che sei riuscito a costruire! Come dice Alan Kay, ‘il miglior modo per predire il futuro è inventarlo'”.

Uplevel, Growth Hound, TAG Innovation School. Il tuo profilo LinkedIn parla chiaro: hai investito molto nella tua formazione specialistica, e questo rappresenta senza ombra di dubbio una nota di merito. Rispetto a queste 3 esperienze di studio, quali sono le competenze principali che senti di esserti riportata a casa?

“Tutte quelle che riuscivo a mettere in pratica e a sperimentare quando ero fuori dall’aula! Spesso partecipiamo a corsi specialistici aspettandoci che ci rivelino la formula magica. Quella non ce l’ha nessuno, quello che funziona in un caso potrebbe non funzionare la volta successiva.

Il primo Master mi ha aperto un mondo, sapevo poco del mondo della comunicazione. Quello che mi sono portata a casa è aver conosciuto delle cose nuove ed averle interpretate con gli occhi di un imprenditore ed essermi resa conto che ‘tutto è comunicazione’.

L’esperienza in Growth Hound con Luca Barboni (oggi anche docente della Digital Combat Academy) è stata quella che mi ha ‘fatto unire i puntini’. Cosa univa le mie competenze apparentemente lontane tra loro?
Ingegneria energetica (tanti numeri), l’esperienza imprenditoriale gestendo le società di famiglia (pensiero orientato al fatturato, non alle chiacchiere) e la comunicazione digitale: il GROWTH HACKING.

Di TAG School mi porto dietro gli insegnamenti di Mattia Soragni, in particolare una frase che mi risuona nella mente ogni volta che penso a come migliorare i risultati: ‘prima di cercare al di fuori, cerca di capire se hai sfruttato al massimo quello che hai già’ (ad esempio intervistare i clienti come fonte di nuovi spunti per migliorarsi).

Per quella che è la mia esperienza la cosa migliore da portarsi a casa, che può poi farti fare il salto, è conoscere professionisti di livello e ‘rubare’ da loro non sono le competenze pratiche, ma il mindset, che è la marcia in più per restare sempre al passo con i tempi!”.

Studio, studio, studio – ma anche e soprattutto lavoro. L’esperienza come Digital Marketing Specialist per il ‘No al referendum costituzionale’ deve aver rappresentato una sfida professionale sicuramente impegnativa. Quali sono state le difficoltà principali e come le hai superate?

“La relazione (segreta) nata con Gherardo Liguori! Scherzi a parte, il Referendum per me è stata una sfida in tutti i sensi, prima di quell’esperienza non avevo mai lavorato in politica, perché ho sempre visto la politica come un grande spreco di energie e risorse, in più io avevo intrapreso la strada della comunicazione digitale per sfruttarla per i miei progetti imprenditoriali, non per la consulenza.

Lavorando per persone con un’età media di 60 anni (e professori universitari di 80 anni che si improvvisano grafici esperti!), per tutti noi del team la difficoltà più grande è stata quella di far capire le potenzialità dell’online rispetto all’offline, soprattutto per quanto riguarda l’allocazione del budget pubblicitario. Come l’abbiamo superata? Con i numeri e con i risultati (positivi), che abbiamo ottenuto anche riuscendo a coordinare al meglio i nostri sforzi con quelli di tutti i volontari, con Whatsapp, Telegram ed un gruppo Facebook per coordinare i 700 comitati (circa 14.000 persone) su tutto il territorio. Ho sempre creduto che l’online funziona solo se dietro c’è un valore reale anche offline, questo vale per la comunicazione politica, come per quella per le aziende”.

Nel febbraio 2017 nasce Start2Impact, il progetto imprenditoriale di Gherardo & Virginia. Immagina di comunicare ad una platea di adolescenti che non conosce questa realtà ma potrebbe potenzialmente esserne interessata. Come gli racconteresti Start2Impact?

“Parlate di ‘Gherardo & Virginia’ come se fossimo un brand, ma non siamo ancora ai livelli di Fedez e Ferragni, però grazie! Per descrivere start2impact ai giovani è sicuramente meglio utilizzare le loro parole più che le mie.

Noemi David, giovanissima ragazza di Messina che abbiamo conosciuto ad aprile ed in questi mesi sta collaborando con noi, la prima volta che le abbiamo chiesto cosa è start2impact per te, ha risposto: ‘è un trampolino di lancio per i giovani nel mondo del lavoro!’.

Con start2impact gli studenti under 20 hanno accesso a contenuti online sui lavori del futuro (es. Blockchain, Industria 4.0, Intelligenza Artificiale) e sulle competenze più richieste oggi dal mondo del lavoro, come User Experience Design, Social Media, Personal Branding. La maggior parte di questi contenuti non li troverebbero da nessuna altra parte. I corsi inoltre sono fatti con i ragazzi, creiamo ogni contenuto con loro, il risultato è che il ‘corso di formazione’ diventa nello stesso tempo una Serie TV ed un Talent Show.

Tutto questo per far sì che i giovani abbiano le competenze necessarie per essere messi in contatto con aziende del loro territorio per fare le prime esperienze di lavoro portando l’innovazione che oggi manca, soprattutto nelle piccole e medie imprese!”.

Progetti straordinari richiedono sforzi straordinari. Intercettare l’attenzione di un target come quello degli under 20 richiede tecniche di comunicazione professionali e al contempo creative. Quali sono le strategie di cui vai più fiera e che avete implementato sin ad ora per ingaggiare gli under 20? 

“In effetti è molto complesso catturare la loro attenzione, e lo è ancora di più instaurare un rapporto di fiducia che duri nel tempo. All’inizio siamo partiti da un’intuizione: quella che i ragazzi più attivi ed entusiasti grazie ai nostri corsi online potessero, in maniera spontanea, diventare un modello positivo per gli altri. Dopo un mese avevamo già circa 2.000 studenti registrati. Analizzando i dati, ci siamo resi conto che nelle classi in cui c’era (almeno) un ragazzo o ragazza ai vertici della classifica, le % di attivazione e retention erano più alte della media di quasi il doppio. L’intuizione era giusta: i più forti creano una scia positiva.

Allo stesso tempo volevamo testare la predisposizione dei ragazzi ad assumersi delle responsabilità e portare a termine dei compiti entro scadenze prestabilite: il nostro obiettivo con start2impact è mettere i ragazzi in contatto con le aziende per cui le soft skill sono fondamentali tanto quanto le hard.

L’idea è stata quella di creare una ‘sfida tra classi’ con i migliori 20 studenti su chi riuscisse ad avere la classe con la media per studente migliore. Quindi un’occasione per i ragazzi di mettere alla prova le loro capacità di leadership, team working e capacità di negoziazione (con i loro compagni e/o con i docenti). Per noi un’occasione di mettere alla prova la loro voglia di crescere e di accettare nuove sfide.

Risultato: i ragazzi (soprattutto le ragazze!) hanno avuto delle idee molto originali per spronare i loro compagni di classe a seguire le lezioni e fare i test. Le ragazze che hanno vinto (Daria, Sabrina e Laura) sono riuscite a convincere tutti i loro professori ad aumentare di un voto (in una materia) la valutazione dell’alunno della classe con il punteggio più alto su start2impact. Da notare che loro erano già in cima alla classifica per cui si sono autoescluse da questo premio!

Il premio per loro è stato quello di essere le protagoniste del nostro nuovo corso di Intelligenza Artificiale, tenuto da Gianluca Mauro, giovanissimo esperto della materia.

Risultato sulle metriche? Il numero di studenti che ha finito tutti i nostri 7 corsi (altri ne stanno per arrivare) è stato 13 volte superiore alla media delle altre classi che non hanno partecipato alla sfida!

Un’ultima cosa che sta funzionando, in questo caso a livello di visibilità, è che oltre 100 studenti hanno messo start2impact nella loro bio di Instagram e creato storie su di noi, una copertura organica su oltre 64.000 persone che ci sta portando contatti di altri studenti che ci hanno scritto: ‘come posso diventare vostro studente?’.

Quindi per avere la loro attenzione e fiducia, cerchiamo di ottimizzare al massimo quello che abbiamo già: gli studenti entusiasti che coinvolgono i loro amici”.

I giovani hanno una caratteristica particolare: guardano molto avanti e poco indietro, perché hanno molto futuro e poco passato. E allora giochiamo con il futuro anche noi e regaliamo una previsione per il prossimo anno. Senza rivelarci troppi segreti, quali sono i piani di Start2Impact per il 2018?

“A gennaio faremo un Equity Crowdfunding, per raccogliere il capitale necessario per sviluppare il progetto, ampliare il team, ma soprattutto per iniziare un Business Innovation Tour nelle scuole! Inizieremo dalle scuole migliori nella nostra classifica che sono quelle con gli studenti più predisposti a sperimentare ed innovare. La sfida sarà fare una giornata di Open Innovation con i 5 ragazzi più in gamba della scuola ed una piccola o media impresa. Un’occasione per loro di imparare direttamente sul campo ma anche (e soprattutto) per l’azienda di ricevere spunti per pensare a come migliorare l’esperienza dei propri clienti e/o a testare nuovi modelli di business!

Per quanto riguarda i miei piani professionali, a proposito del ‘non puoi mai smettere di imparare’, dopo aver passato un pomeriggio con Gianluca Mauro, il verdetto è stato: ‘Virginia, a breve gli strumenti che utilizzi oggi per analizzare i dati non ti basteranno! Devi imparare python!’ e sarà proprio questa la mia prossima sfida!”.