Valerio Russo, il fondatore del podcast Talent Bay che ispira l’Italia

Per noi europei gli Stati Uniti rappresentano spesso una sorta di macchina del tempo. Consentono infatti di avere una panoramica del futuro – specie in materia di marketing, business e tecnologia – e di sapere con 5-10 anni di anticipo quello che ci aspetta come professionisti.

Valerio Russo, protagonista di questa intervista, non solo ha capito benissimo questa dinamica: ha saputo soprattutto sfruttarla a suo vantaggio. Perché dopo aver ascoltato un numero gargantuesco di puntate, ha realizzato di aver accumulato talmente tanta consapevolezza intorno al tema del podcast da poterne realizzare uno. Qui, in Italia, dove il podcast deve ancora esplodere ma è chiaramente sulla strada giusta per farlo.

Valerio ha scelto di dare un taglio americano al suo podcast, pur riconoscendo l’importanza di localizzarlo in modo solido per l’Italia, adattandone il contenuto alla nostra cultura e, soprattutto, ingaggiando professionisti che hanno fatto gloria nel Belpaese.

Dopotutto siamo esseri umani, e tendiamo a provare empatia verso le persone che ci assomigliano di più. Per questo raccontare le storie di successo dei talenti nostrani suscita una vicinanza emotiva maggiore col pubblico, un pubblico come quello del podcast Talent Bay che cresce mese dopo mese.

Nel fare i complimenti a Valerio per questo esperimento (riuscito), gli auguriamo di proseguire spedito nella sua missione. In Italia abbiamo bisogno di storie positive e non di lamentele, di leader da applaudire e non persone da invidiare, e Talent Bay in questo senso rappresenta una benedizione per tutti noi.

Parola a Valerio, fondatore del podcast.

C’è chi lo fa per innescare opportunità di consulenza, chi per vendere i propri prodotti, chi per fare network. Aprire un podcast come Talent Bay può avere infiniti obiettivi collaterali. Si tratta dopotutto di un investimento di tempo importante, che crea interesse intorno al protagonista e può essere convertito in modi differenti. Cosa ti ha spinto a lanciare questo progetto e che obiettivi ti sei posto?

“Il motivo che mi ha spinto ad avviare Talent Bay, è stato il desiderio di condividere con gli italiani, tutto quello che avevo imparato (e che continuo ad imparare) dall’ascolto di migliaia di ore di podcast americani di motivazione, ispirazione, crescita personale e business mindset.

Ascoltare questi podcast ha avuto un impatto così profondo su di me e mi ha permesso di trasformare la mia vita risalendo da quello che è stato il mio momento più difficile, che ho sentito il desiderio di condividere in italiano tutte queste cose che stavo imparando.

Sapevo che un podcast di successo avrebbe potuto aprire opportunità di business, opportunità su cui eventualmente lavorerò in futuro, ma fino ad oggi non è stata questa la mia priorità.

In questi primi 40+ episodi, la mia priorità è stata esclusivamente registrare episodi di valore, intervistando personaggi con bellissime storie di successo da cui possiamo trarre ispirazione”.

Non ti chiediamo qual è stata la migliore puntata registrata fino ad ora per non creare competizione negli ospiti che hai avuto (ovviamente se ce lo vuoi dire, meglio ancora). Allora giochiamo col futuro, e voliamo in alto. Quali sono le personalità di successo che vorresti intervistare, e quale argomento in particolare senti di voler trattare nelle prossime puntate?

“Più che un personaggio specifico, a me interessano le storie di trasformazione.

Quindi le storie di persone che partivano da una situazione di difficoltà e sono riuscite ad avere grande successo, o che magari già avevano successo, poi hanno perso tutto, e poi l’hanno ricostruito. Queste sono le storie che sono di maggior ispirazione per chi ascolta.

Gli argomenti più interessanti, sono quelli legati a Salute, Soldi e Relazioni, perché sono i tre ambiti in cui si concentrano i problemi più grandi della vita delle persone”.

Come osservi saggiamente anche tu sul sito del tuo podcast, il formato audio è un mezzo di comunicazione molto più adatto alla frenesia della vita moderna. Rispetto a un blog, infatti, che per essere consumato impedisce al lettore di svolgere altre azioni, il podcast può essere fruito in ogni momento. Dove hai formato la tua competenza in materia, e quali sono i podcast da cui tu stesso prendi ispirazione?

“Mi sono ‘formato’ ascoltando tantissime ore di podcast americani, durante i tragitti in macchina per andare o tornare dal lavoro.

I podcast che sono stati più determinanti per me sono Smart Passive Income di Pat Flynn, School of Greatness di Lewis Howes e The Jordan Harbinger Show di Jordan Harbinger.

Ascoltare questi tre podcast ha letteralmente ribaltato la mia visione del mondo (così come quella di altri milioni di ascoltatori)”.

Il talento è una parola inflazionata, e spesso dai contorni poco chiari. Tu, dopo aver intervistato personalità di spicco sul fronte della crescita personale, devi aver maturato una certa consapevolezza sul tema. Che definizione daresti della parola talento, e quali sono gli insegnamenti principali che ti sei riportato a casa dai tuoi intervistati?

“Ognuno di noi è nato con un preciso set dei doni, un mix di caratteristiche precise che solo lui ha. Il tuo unico compito in questo mondo è quello utilizzare questi doni e di metterli a frutto a beneficio tuo e degli altri. Per fare questo, la prima cosa è individuare questi doni.

Alcune (poche) persone hanno, fin da piccoli, caratteristiche molto evidenti che gli permettono di sapere già quello che vorranno fare nella vita. Ad esempio, è facile notare se una persona ha particolari doti atletiche, o musicali, o di spettacolo. Oppure, altre persone sanno fin da piccoli che vogliono fare il medico, e ogni azione a cui si dedicheranno sarà rivolta a diventare medico.

Molte altre persone, invece, hanno una serie di caratteristiche che non sono così facilmente individuabili, e non sanno di preciso cosa vogliono fare nella loro vita. Non sanno qual è il loro scopo nella vita. Non sanno bene cosa devono fare. Fino all’età di 28 anni, io ero una di queste. Quando finalmente ho iniziato a capirlo, mi si sono aperte davanti porte che mai mi si sarebbero aperte prima.

Quindi, il tuo compito è quello di individuare i tuoi doni, le caratteristiche che puoi utilizzare per migliorare la tua vita e quella degli altri, e agire di conseguenza. Se sei bravo a scrivere, non ostinarti a lavorare coi numeri. Se sei bravo a gestire le persone, non limitarti in un’attività in cui sei da solo.

Quando qualcuno individua i suoi doni e inizia ad agire di conseguenza, ottiene risultati sopra la media che gli altri non ottengono, e, da fuori, questo viene etichettato con ‘talento’. Quella persona ‘ha talento’. È in grado di raggiungere quei risultati perché ha ‘talento’. Come se appartenesse a un’èlite privilegiata a cui è stato dispensato del ‘talento’, a discapito degli altri.

In realtà, tutti abbiamo dei doni. Il vero talento risiede nell’individuarli, e nel disegnare una vita che ci permetta di sfruttarli al meglio. Nel fare questo, non sei solo. Hai un sistema interno che ti guida: il tuo intuito. Sai già in anticipo che ci sono cose per cui sei portato, e altre per cui non sei portato. Quell’intuito è lì per indicarti la strada da seguire. È lì per dirti ‘anche se il resto del mondo vuole che tu faccia X, io sono qui per dirti che la cosa giusta per te è fare Y’.

Segui il tuo intuito. E osserva i segnali. Spesso la vita fa di tutto per indicarti che sei sulla strada sbagliata. E ti propone una strada alternativa, perfettamente allineata con la tua personalità. Segui il tuo intuito, scegli la strada in linea con i tuoi doni naturali, e sprigionerai tutto il tuo ‘talento'”.