Serena Giust, scopriamo il nuovo libro della UX Writer di Booking

Ha lavorato per anni come barista durante gli studi. Grazie ai soldi messi da ha potuto coltivare la sua passione per i viaggi. Questo ha espanso i suoi orizzonti linguistici e culturali, permettendole di intessere contatti tanto nelle di studio quanto in giro per il mondo e agli eventi di settore.

Parliamo di Serena Giust, una professionista che ha colpito la nostra attenzione su LinkedIn grazie all’uscita del suo nuovo libro ‘UX Writing. Micro testi, macro impatto. Come parole ed emozioni guidano gli utenti nella navigazione‘.

Al momento giusto Serena ha saputo cogliere una grande palla al balzo: lavorare all’estero, e in particolare in Germania. Uscita dalla propria zona di comfort ha dunque deciso dopo anni di fare un altro salto, ovvero entrare nella grande famiglia di Booking – fiore all’occhiello di chiunque ami il settore travel.

Ha dunque coltivato una professionalità molto particolare, lo UX Writing, una disciplina che combina competenze eterogenee tra di loro e che soprattutto rappresenta una rarità per il panorama italiano. Proprio per questo, nonostante lavori all’estero, Serena ha saputo conquistare l’Italia anche a distanza. Prima tenendo uno speech al Web Marketing Festival, e poi addirittura scrivendo un testo sul tema.

Complimenti a Serena, dunque, che incarna lo spirito determinato che piace molto a noi della Digital Combat Academy. Per voi, la sua storia.

Tu Serena – tra Udine, Valencia, Roma e Milano – raccontaci nel dettaglio, come hai formato la tua professionalità?

“Credo che la mia professionalità sia il frutto di tanta curiosità! La curiosità ti spinge a guardare intorno e a cogliere le opportunità che si presentano, in maniera propositiva. Non ho seguito un percorso prestabilito, si è evoluto con il contesto in cui mi sono mossa: all’esordio dei social ho voluto approfondire quell’ambito, poi è arrivato il momento influencer, quello del content marketing, ora lo UX writing, in futuro chissà. È un mondo in costante evoluzione e bisogna restare aggiornati sempre, assorbire come le spugne.

Ho studiato al turistico, laurea triennale in scienze e tecnologie multimediali, Erasmus a Valencia, master digital economics in H-Farm. Le ultime due tappe sono state fondamentali: l’Erasmus mi ha aperto gli orizzonti e il master ha allargato la mia cerchia di contatti e relazioni con quei docenti che sono diventati ora grandi amici e colleghi. Un elemento fondamentale per me sono state le conferenze a cui ho partecipato negli anni e che mi hanno permesso di trasformare contatti online in relazioni vere che sono poi durate nel tempo. Tutt’ora mi ritagli tempo e budget per partecipare ad almeno 3/4 eventi all’anno, per mantenere viva la mia cerchia di contatti”.

Ripercorriamo le tue primissime tappe professionali, quelle precedenti a Booking. Come sei arrivata da Padova a Dusseldorf e, soprattutto, ai tempi dell’università avresti immaginato di muovere i primi passi tra copywriting, social media e content marketing?

“Ho iniziato facendo la barista per sette lunghi anni durante i miei studi! È servito molto sia per la mia crescita personale che per l’indipendenza economica, la possibilità di viaggiare e conoscere fin da giovanissima. La mia prima esperienza di lavoro nel settore è stata per un portale di destinazione turistico, facevo copy e social media. Quando è arrivata la chiamata di Trivago per uno stage in Germania era piuttosto indecisa… non volevo trasferirmi a nord! Ho scelto di partire comunque, per imparare la lingua e mettermi in gioco in una grande azienda – periodo stupendo, che porto nel cuore.

Dopo quasi tre anni ho iniziato a guardarmi intorno e Booking è sempre stata una delle aziende a cui ambivo di più, visto i miei studi. Il lavoro che avevo individuato però era sconosciuto ai più e molto diverso da quel che ero abituata a fare. UX non è quello che fanno i designer? Questo mi chiedevo. Ho imparato molto strada facendo, non sono mai entrata in azienda da ‘esperta’ ma ho avuto la fortuna di crescere ed incontrare persone fantastiche che hanno creduto in me”.

La tua esperienza in Booking rappresenta il cuore dell’intervista per diversi motivi. Innanzitutto perché stiamo parlando di un colosso nel proprio settore di riferimento. In secundis perché hai maturato uno sviluppo di carriera in azienda di tutto rispetto. Proviamo dunque a semplificare il tutto: cosa fa un bravo UX Writer e come sono evolute le tue responsabilità in qualità di Team Leader?

“Lo UX Writer si occupa di scrivere testi che guidano nella navigazione all’interno di siti internet o applicazioni e aiutano le persone a compiere azioni nella maniera più semplice ed efficace possibile. Lavora nel dipartimento di tecnologia in team multifunzionali composti da sviluppatori, designer, ricercatori, analisti e product manager – tutte figure dal background molto diverso, unite da un obiettivo comune. È un ruolo che io amo molto perché ti permette di entrare nel cuore del prodotto e dargli una forma con le parole.

Il passaggio a team leader è avvenuto dopo un annetto e mezzo ed è stato il mio manager d’allora a propormelo. Non è stato facile: gestire un team molto tecnico, come unica donna, più giovane di tutti… comporta delle difficoltà. Devo ringraziare la cultura aziendale molto aperta e rispettosa di ognuno per avermi dato modo di crescere in questo ambito”.

Scrivere un libro deve essere una soddisfazione enorme. Scriverlo sulla base della propria competenza professionale ancora di più. Si tratta dopotutto di redistribuire la propria conoscenza digitale a una platea di addetti ai lavori. Quanto ci hai messo per realizzare questo libro e cosa ti ha spinto a imbarcarti in questo viaggio?

“Anche in questo caso, ho colto un’occasione. Non ci ho pensato molto! Il tema UX Writing era nuovo, nessuno ne parlava in Italia, e l’ho portato per la prima volta sul palco a Web Marketing Festival 2018. Ho notato un sacco di interesse dopo lo speech, tante persone mi chiedevano risorse per approfondire e al tempo non ne esistevano. Quindi sono passata allo stand Hoepli e mi sono presentata dicendo ‘ho un topic nuovo, una scommessa, secondo me vale la pena di scriverci un libro’ e così è stato.

Ho firmato il contratto a settembre e ho terminato il libro a gennaio. Ho cercato di concentrare l’impegno in un breve periodo poiché è stressate e devo comunque mantenere il focus sul mio lavoro principale. Però sì, indubbiamente una grande soddisfazione ed un processo che mi ha insegnato tantissimo su quelle che sono le mie insicurezze ed i miei limiti. Tutto si supera se si ha chiaro l’obiettivo. La soddisfazione più bella è proprio quella di veder nascere una community ed un ruolo che prima non esisteva, nel tuo Paese”.