Riccardo Russo, il giovane e talentuoso Web Marketer classe ’99

Intervistiamo il giovane talento siciliano che dopo aver avviato la carriera a soli 12 anni non ha più smesso di bruciare le tappe e stupire l’Italia

Essere competente è un merito. Essere competente e giovane è un vantaggio. Essere competente, giovane e venire da una terra economicamente svantaggiata come la Sicilia è una storia toccante.

La storia in questione è quella di Riccardo Russo, fenomeno classe ’99 che ha deciso di abbracciare la professione del web marketing quando, verosimilmente, i coetanei investivano le proprie energie mentali in attività ben meno impegnati.

Una scelta ostica, coraggiosa, quella di avviare un percorso in un contesto professionale competitivo, per di più partendo da una terra con meno risorse in termini di formazione e pratica. Ma la storia, dopotutto, viene fatta da chi rischia, e si getta nella mischia. Non da chi resta a guardare.

Riccardo ha deciso di buttarsi da giovanissimo, armato delle sue tre qualità migliori. Enormi capacità di ascolto, umiltà innata e un sorriso, genuino, che rasserenerebbe qualunque amico o collega.

Ci siamo concessi il lusso di intervistarlo prima della sua partenza per Londra. Condividiamo con voi la sua visione del presente e del futuro. Una visione limpida e fiduciosa.

Di Web Marketer è piena l’Italia, così come ne è pieno il mondo. Ma una delle tue interviste recita: “Ho gestito la mia prima pagina Facebook a 12 anni”. Il che introduce il personaggio, il tuo, semplicemente straordinario. Raccontaci delle tue primissime esperienze, come sono nate e che stimoli hai ricevuto.

“Innanzitutto, grazie. Grazie per la fiducia e grazie per le belle parole introduttive. Come hai ben detto, ho iniziato a gestire le prime fanpage su Facebook all’età di 12 anni. I miei coetanei interagivano con i classici giochini di Facebook (es. Farmville), io, invece, volevo divertirmi creando qualcosa di mio. Così, per puro diletto, ho iniziato a creare una serie di fanpage prevalentemente a sfondo ironico, e molte di esse raggiunsero centinaia di migliaia di like. Al contempo, mi scrivevano sempre più persone facenti parte dell’ecosistema del marketing digitale, chiedendomi se ero interessato a vendere degli spazi pubblicitari relativi alle proprie aziende sulle mie fanpage, o c’era chi, addirittura, voleva acquistare direttamente le singole pagine. Ero piccolo. A dodici, tredici anni, è complicato capire, contestualizzare dinamiche di tipo prettamente economico. Nonostante ciò, sono andato avanti, curioso di apprendere, felice di scoprire un mondo sconosciuto agli occhi di molti. E’ nato tutto così, casualmente. Ho iniziato a far diventare delle fanpage virali, ho scoperto il web marketing, ho iniziato a studiare, ad apprendere e ad applicare.

Ho iniziato lavorando come Community Manager per un noto travel blog italiano, gestendo i vari canali social, col fine ultimo di incrementare la brand awareness della piattaforma.

Lavorato su decine e decine di progetti, alcuni hanno avuto la meglio, altri invece sono morti per strada.

Una delle esperienze più belle che mi porto dietro è stata AREEA, startup londinese operante nel settore del beverage, grazie al coinvolgimento di Jacopo Mele e di Antimo Farid Mir, ho svolto per circa un anno la mansione da ‘Market Researcher’. La mission di AREEA è quella di produrre una bevanda innovativa da commercializzare su larga scala, con la promessa di combattere l’inquinamento ed i suoi effetti nocivi. Facendo parte dell’area market, il mio compito era quello di raccogliere ed interpretare una serie di informazioni inerenti ai potenziali mercati di distribuzione, così da favorire una migliore comprensione del mercato stesso, orientando i processi decisionali.

Oggi, che di anni ne ho 18, sono un consulente di marketing digitale per conto di aziende e liberi professionisti, accompagnando quest’ultimi in tutto il percorso strategico, fino al raggiungimento dei risultati prefissati”.

Abbracciare una professione da giovane significa anticipare i tempi, che è un bene, ma significa anche spesso combattere pregiudizi e incertezze, specie tra i coetanei e in famiglia. Il visionario, dopotutto, vede in anticipo quello che gli altri vedranno solo dopo. Tu come hai combattuto le prime resistenze?

“Già, è inevitabile trovarsi innanzi a pregiudizi ed incertezze, provenienti sia da amici che dalla sfera familiare, ma è comprensibile. E’ comprensibile perché si tratta di un qualcosa di ‘nuovo’, oserei dire inconsueto, e ciò che si sconosce solitamente spaventa. Inoltre, non è “inconsueto” soltanto il mercato con cui interagisco, ma è inconsueto, per uno studente che ha alle spalle un background da liceo scientifico, l’intero percorso che ho intenzione di intraprendere. Niente università, nessun tipo di percorso standardizzato.

Ma tornando alla domanda iniziale, sono un ragazzo che ascolta sempre, in maniera indistinta, i pareri ed i consigli di tutti, ma che tende a seguirne pochi. Se avessi ascoltato le infinite perplessità, inerenti al digitale, recitate da amici e cari mi sarei già fermato da un pezzo. Continuo sulla mia strada. Con una visione chiara di come sarà il mio futuro. Fiducioso”.

A questo punto chiunque ti porrebbe una domanda sul tuo futuro a breve termine, ad esempio riguardo le tue potenziali scelte universitarie. Noi no, non vogliamo metterti pressione. Al contrario, vogliamo giocare col futuro a lungo termine e sfidare la tua visione. Immaginiamo di essere nel 2025. Riccardo Russo lavora per qualcuno o è a capo di qualcosa di suo?

“Nel 2025 avrò 26 anni, e sì, non nego che sarebbe straordinario e molto stimolante riuscire a creare qualcosa di interamente mio. Non voglio sbilanciarmi però”.

Ci sono tante cose che sviluppano intelletto e personalità prima del tempo. Tra queste, su tutte c’è il viaggiare. La sfida della lingua, il piacere della scoperta. Qualcosa ci dice che anche tu hai conseguito un’esperienza all’estero, giusto?

“Esattamente. Nell’estate del 2015 ho trascorso mezzo mese in Inghilterra tra Birmingham, Liverpool e Londra. La scorsa estate, invece, medesima esperienza ma in Irlanda. Amo viaggiare, anche per brevi tragitti, non importa dove e come. Per quanto riguarda la lingua, sì, è una grande sfida; ed è proprio questo il motivo per cui ho deciso di trasferirmi a Londra dal prossimo settembre. Inglese, networking, opportunità. Credo che Londra, soprattutto in questo periodo della mia vita, sia l’hub perfetto in cui stare. Sono curioso come un bambino al suo primo giorno di scuola”.

Un vero talento non si ferma mai – e tu non sei da meno. Sappiamo che sei stato da poco coinvolto nel progetto Start2Impact dal nostro docente Gherardo Liguori. Comunicaci le tue sensazioni a caldo. 

“Ho conosciuto Gherardo su Twitter, ci siamo iniziati a sentire periodicamente ed è nata da subito una grandissima empatia. Un giorno, mi raccontò di Start2Impact, invitandomi ad entrare a far parte integrante del team; team costituito da figure senior come la sua e quella di Virginia Tosti, ma anche da altri giovani talenti under 20.

Per chi non ne fosse a conoscenza, Start2Impact è nata con l’obiettivo di creare una cultura del digitale e raccontare agli studenti i lavori più richiesti oggi e nei prossimi anni, con le relative competenze da acquisire.Si formano i talenti digitali del domani, col fine ultimo di connetterli con PMI, startup, realtà affermate, che sono costantemente alla ricerca di figure dinamiche da inserire all’interno dei propri team.

Ho sposato subito il progetto perché reputo che sia necessario, oggi più che mai, far capire alle menti del nostro futuro quante infinità opportunità possono potenzialmente nascere grazie al web.

Post maturità, sempre con Gherardo e Virginia, mi aspetta un mese di “Acceleration Skills Program” ed il mio pane quotidiano sarà incrementare skills relative ai social media, blogging, team working, email marketing e sales. Straordinario”.

Domanda di rito per concludere. Tre consigli in linea con i tempi per chi vuole abbracciare la tua professione.

“Gli ingredienti da inserire nel mixer sono tre: formazione, esperienza, networking.

Formati. Credi di possedere delle competenze? Bene, mettile in pratica. Sii abile nel cercare aziende disposte ad investire su figure professionali con le tue competenze.

Dopodiché, applica ciò che hai appreso in precedenza. Come direbbe il grande Gary Vaynerchuck: ‘Just put in work and enjoy that’.

Terzo punto. Agilità nel fare network. Tutta la differenza di questo mondo per migliorare noi stessi, sia sul campo professionale che non, sta nella rete di persone che siamo in grado di costruirci, persone con cui scambiamo perennemente valore”.

Italia o Inghilterra che sia, chi scrive e ragiona in questo modo ha la vittoria nel DNA. In bocca al lupo per tutto, Riccardo.