Responsabilità sociale d’impresa, analisi delle donazioni in Italia durante la pandemia

– Articolo di Nicola Mazzara –

L’azienda come istituto stabile all’interno di una comunità locale ha diversi contenuti da comunicare che sono il prodotto ed il brand, ma l’organizzazione nel suo complesso si basa su:

  • Corporate Identity: definisce l’autopercezione dell’organizzazione nel tempo, in riferimento a ciò che essa fa, mostra, dice, produce. (Come l’azienda si presenta)
  • Corporate Reputation: quello che i portatori d’interesse dicono sull’azienda.

Queste due qualità possono essere anche riscontrate nel personal branding di ognuno di noi, infatti l’immagine è quello che noi comunichiamo agli altri, mentre la nostra reputazione è quello che gli altri dicono di noi quando noi non ci siamo.

Non basterebbe una biblioteca per spiegare l’argomento, quindi poniamo i limiti di quest’ultimo affrontando l’argomento della responsabilità sociale d’impresa, analizzando quelle che sono state le maggiori azioni filantropiche durante l’emergenza del coronavirus.

La fase di data mining si è volta dal primo di marzo, fino al 25 marzo 2020 data in cui si ferma la raccolta dei dati. In questa prima fase abbiamo svolto la raccolta delle informazioni con Talkwalker (tool che permette di monitorare il web) ed Excel nel quale abbiamo inserito manualmente i dati trovati sul web.

Una volta “normalizzato” il dato abbiamo svolto due analisi: monovariata, bivariata.

Analisi monovariata

Questa permette di analizzare una singola variabile, noi abbiamo preso in considerazione le donazioni fatte dalle diverse aziende (Fig 1) che ammontano ad un totale di 387.900.000 € (escluse le donazioni di beni materiali) e le organizzazioni che hanno ricevuto queste cifre (Fig 2).

Fig 1 – Totale delle donazioni

Fig 2 – Organizzazioni che hanno beneficiato delle donazioni

Per una migliore esposizione del dato abbiamo deciso in questa fase dell’analisi di raggruppare i donatori in due cluster:

Cluster 1: le aziende (o privati) che hanno donato più di 1 milione di euro (Fig 3)

Cluster 2: le aziende (o privati) che hanno donato meno di 1 milione di euro (Fig 4)

Fig 3 – Donazioni oltre 1 milione di euro

Fig 4 – Donazioni entro 1 milione di euro

Analisi bivariata

Questa prende in considerazione due variabili: donatore e ricevente.  Qui abbiamo messo in relazione le quantità di donazioni ricevute per ogni singola realtà e la fonte delle donazioni stesse, riuscendo a determinare quello che potremmo chiamare “podio della solidarietà”, ovvero, le prime tre organizzazioni per donazioni ricevute, che sono:

  1. Protezione civile italiana con un totale di donazioni pari a 32.676.000€;
  2. Il nuovo ospedale nell’ex spazio fieristico di Milano raggiungendo un totale di donazioni pari a 22.450.000€;
  3. Ospedale Sacco di Milano raggiungendo un totale di donazioni pari a 20.054.000€.

 

Fig 5 – Donazioni del “podio della solidarietà”

Altre donazioni

Come in precedenza anticipato la corsa alla beneficenza è avvenuta anche grazie ad organizzazioni che hanno deciso di donare direttamente attrezzature utili a frenare l’emergenza, come mascherine, ventilatori, ecc.. Queste aziende sono: Acquaflex (Pharma), Agnelli, Zegna, Fondazione Pesenti, Alibaba Foundation, Amazon Italia, AngeliniPharma, Bulgari, Dolce & Gabbana, Eataly, Manila Grace, Carpisa, Yamamay, ENI, Etro, FiDim, Fosun Foundation, Huawei, Shenzhen Huada.

Ma ci sono state anche diverse aziende che hanno contribuito all’emergenza come hanno potuto (o voluto) e penso a tutte quelle organizzazioni che hanno riconvertito la loro produzione a favore dei DPI (dispositivi protezione individuale). Questo ci suggerisce l’importanza per le aziende di essere lean, caratteristica fondamentale nel mondo di oggi sempre in cambiamento riuscirsi ad adattare in tempi record anche a shock simili è senz’altro un vantaggio competitivo. Oggi sfruttato per un bene comune.

Per completezza (e correttezza) d’analisi va detto che data la quantità di azioni solidali per arginare l’emergenza covid_19 saranno state sicuramente molte di più da quelle qui prese in considerazione. Quindi chiedo scusa fin da ora a chi pur donando non si sia ritrovato nella lista. Altresì non sono state prese in considerazione tutte le donazioni effettuate da singoli privati tramite le piattaforme come GoFoundMe.

Conclusioni

Concludiamo citando la parabola del Vangelo secondo Marco che in questa fase ci suggerisce molto «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Perché alla fine c’è chi ha donato quello che ha potuto, ma c’è chi ha donato e continua a donare tutto quello che ha e mi riferisco a tutto il personale sanitario e non in prima linea.

– Articolo di Nicola Mazzara –