Maurizio Pumayali, Studente della Digital Combat Academy a Milano

Viviamo in un mondo in cui stiamo perdendo sempre più la sensibilità e il contatto umano verso il prossimo.

Noi come scuola stiamo cercando di invertire questa rotta, anche solo fare un corso in aula piuttosto che on line è già una vittoria per noi.

Avere la fortuna di ospitare in aula persone come Maurizio significa valorizzare talenti partiti dal basso e desiderosi di riscatto.

Di seguito la sua intervista.

Ogni edificio di successo riesce ad ergersi molto in alto perché ha delle fondamenta solide. Tu che rapporti hai avuto con i tuoi genitori, e quanto la relazione con loro ti ha reso la persona che sei?

“Io e i miei genitori abbiamo sempre avuto un rapporto distaccato. Abbiamo sempre avuto idee e modi di fare molto diversi e questo col passare degli anni ha condizionato il nostro rapporto, ci vogliamo comunque molto bene ma c’è poca comunicazione tra di noi.

Io sono cresciuto e sono diventato la persona che sono osservando i miei genitori, nonostante abbiamo ideologie diverse li ho sempre ammirati per quello che sono riusciti a costruire partendo dal nulla.

Loro sono partiti da zero in un paese che non è il loro e sono riusciti a costruirsi un futuro, una famiglia, una casa e non mi hanno mai fatto mancare nulla.

Comunque dietro ci sono stati anni e anni di sacrifici e sforzi, loro mi hanno trasmesso dei valori e dei principi come l’umiltà e il rispetto indipendentemente da chi io mi trovi d’avanti quindi penso che nonostante la diversità di pensiero loro siano stati le fondamenta della persona che sono ora e di quella che un giorno spero di diventare”.

Chi lavora nella comunicazione e nel marketing deve avere un pigli particolare, una certa capacità di relazionarsi. Tu che valore dai al networking e quanto ha impattato sullo sviluppo della tua carriera?

“Il networking penso sia fondamentale al giorno d’oggi. Ho sempre lavorato a contatto con il pubblico e ho capito quanto sia importante trovare il modo di guadagnarsi l’attenzione di un pubblico studiando e analizzando i gusti, le abitudini e il carattere delle persone per poi proporre un prodotto o un servizio che possa appagare le loro necessità”.

In un mondo in cui l’università perde sempre più credibilità, resta saldo il valore della formazione come fonte di crescita personale. Tra accademia tradizionale e percorsi alternativi, che ruolo ha avuto la formazione nella tua vita?

“Purtroppo la mia esperienza scolastica non è stata delle migliori, in modo particolare durante le scuole superiori. Ho frequentato un istituto tecnico economico fino al terzo anno e poi ho lasciato gli studi per motivi personali, delle vicende spiacevoli che si sono presentate tutte nello stesso momento e di conseguenza non riuscivo più a concentrarmi negli studi.

Non mi pento delle mie scelte ma ora sento il bisogno di concentrarmi sulla mia formazione professionale e personale, soprattutto lo faccio per me e non più per accontentare altre persone.

Ho degli obbiettivi, sono molto ambizioso e sono consapevole che oltre alla voglia di fare servono anche competenze che si possono acquisire soltanto studiando”.

Se è vero che siamo la somma matematica delle esperienze che abbiamo vissuto, analizziamo allora quelle principali. Viaggi all’estero, lavori particolari, attività sportive. Quali sono le esperienze principali che dal tuo passato ti porti ancora nel cuore?

“Una delle esperienze più importanti della mia vita è stata quando ho deciso di prendere l’aereo e partire in Perù a 16 anni. I miei non erano d’accordo soprattutto perché sono partito da solo.

Una volta arrivato li vidi una realtà totalmente diversa da quella a cui ero abituato. Un paese dove regna la corruzione e la povertà, un paese dove viene negata l’istruzione e la sanità a chi non se lo può permettere, cioè ai 3/4 della popolazione e purtroppo questo porta all’ignoranza. Lo stato si approfitta della gente perché non istruita.

Li ho capito l’importanza che ha l’istruzione ma ancora più importante i valori che i miei genitori mi avevano trasmesso, loro sono cresciuti in povertà e umiltà ma nonostante questo non si sino arresi e hanno visto una via d’uscita.

Hanno studiato e anche se ora non fanno il lavoro dei loro sogni, io posso dire di essere fiero di loro. Sacrificio e perseveranza, non serve altro se vuoi diventare qualcuno”.

Chi entra nei mari della Digital Combat Academy ha solitamente una bussola ben indirizzata. In quanto capitano della tua nave, dove ti vedi tra 2-3 anni come persona e professionista?

“Tra 2 o 3 anni non so dirvi esattamente dove mi troverò ma di una cosa sono certo, continuerò a perseverare e a studiare per poter raggiungere i miei obbiettivi. Sono una persona molto ambiziosa e sono sicuro che riuscirò a realizzarmi un giorno, ma prima ne ho di strada da fare.

Nulla di quello che faccio lo lascio al caso, so quello che faccio e perché e il digital marketing sarà fondamentale”.