Martina Scarparo, Studentessa della Digital Combat Academy a Milano

Uno degli aspetti della vita penalizzati dalla contingenza che tutti stiamo vivendo è sicuramente il turismo, e in particolare i viaggi all’estero, specialmente quelli intercontinentali.

Per persone come la nostra studentessa, Martina Scarparo, viaggiatrice instancabile sempre alla ricerca di emozioni, queste notizie fanno male.

Avendo avuto modo di conoscerla sappiamo che non mollerà: questa situazione è solo momentanea e molto presto ricomincerà a girare il mondo come ha sempre fatto.

Nel frattempo vi facciamo leggere la sua esperienza.

Ogni edificio di successo riesce ad ergersi molto in alto perché ha delle fondamenta solide. Tu che rapporti hai avuto con i tuoi genitori, e quanto la relazione con loro ti ha reso la persona che sei?

“La relazione con i miei genitori durante la crescita ha avuto molti alti e bassi, non sempre sono riusciti ad essermi di sostegno, il nostro rapporto è cambiato però negli ultimi anni quando ho finalmente capito cosa volessi fare nella mia vita.

Dopo aver trovato il coraggio di prendere posizione e assumermi le responsabilità, a 19 anni ho lasciato casa per trasferirmi in Australia.

Nel corso del tempo, per quanto la mia strada fosse diversa da quella canonica a cui potenzialmente un genitore potrebbe essere preparato, hanno imparato a capire che per quanto diverso e spaventoso io avevo individuato il mio sentiero e da allora anche se, alle volte un pò spaventati, sono stati di grande appoggio. 

Indubbiamente non sarei dove sono ora senza, in particolare, la figura di mio papà, il suo sostegno, il suo insegnamento e i suoi spunti di riflessione”.

Chi lavora nella comunicazione e nel marketing deve avere un pigli particolare, una certa capacità di relazionarsi. Tu che valore dai al networking e quanto ha impattato sullo sviluppo della tua carriera?

“Credo che il networking sia essenziale in una carriera professionale ma al tempo stesso lo sia anche al di fuori del contesto lavorativo.

La capacità di relazionarsi attraverso un’ampia rete di persone ha molteplici vantaggi. Sintetizzerei il tutto con tre parole: connessioni, possibilità, posizionamento.

Personalmente dò un grande valore al networking in quanto sono convinta sia uno strumento fondamentale nella realizzazione delle mie ambizioni”.

In un mondo in cui l’università perde sempre più credibilità, resta saldo il valore della formazione come fonte di crescita personale. Tra accademia tradizionale e percorsi alternativi, che ruolo ha avuto la formazione nella tua vita?

“Dividerei la mia formazioni in due parti ben distinte tra loro: la scuola dell’obbligo e gli studi conseguiti perchè desiderosa di studiare.

La mia educazione da minorenne è stato un completo flop, non mi è mai piaciuta la scuola, non sono mai stata una sostenitrice del sistema scolastico italiano e grazie ai miei scarsi risultati ho sperimentato un grande senso di insoddisfazione e una distorta percezione di me stessa.

In seguito al diploma non ho mai approcciato il percorso universitario, per anni sono stata confusa su cosa fossi brava a fare e  in cosa trovassi gratificazione.

Gli studi affrontati post diploma sono stati infatti corsi formativi secondo quelli che sono ed erano settori di mio interesse.

In questo momento più che mai attribuisco un grande valore all’educazione e allo studio che ho avuto la fortuna di sperimentare sotto un’ottica completamente differente da quella precedente e con risultati soddisfacenti”.

Se è vero che siamo la somma matematica delle esperienze che abbiamo vissuto, analizziamo allora quelle principali. Viaggi all’estero, lavori particolari, attività sportive. Quali sono le esperienze principali che dal tuo passato ti porti ancora nel cuore?

“Tra le esperienze principali che mi hanno fatta diventare chi sono ora e tuttora porto nel cuore l’esperienza in Australia che senza ombra di dubbio mi abbia cambiato la vita. Il mio viaggio tramutato in 3 passati nella terra dei canguri mi ha regalato una nuova prospettiva di vita, in particolare un road trip fatto durante la mia permanenza.

La seconda credo sia stata la mia prima esperienza di volontariato in Africa che mi ha aperto gli occhi su una marea di aspetti da cui prima non mi sentivo toccata.

Per terza l’esperienza vissuta negli emirati arabi quando sono stata assunta dalla compagnia Emirates. Esperienza in cui qualche mese dal mio arrivo a Dubai sono dovuta rientrare in Italia ed ho imparato quanto il fallimento e le cadute siano in realtà  fondamentali per la propria crescita personale e professionale. Ciò nonostante rimane un frangente della mia vita che ricordo con estrema felicità”.

Chi entra nei mari della Digital Combat Academy ha solitamente una bussola ben indirizzata. In quanto capitano della tua nave, dove ti vedi tra 2-3 anni come persona e professionista?

“Sarò sincera, in 2-3 anni mi vedo a Bali a lavorare come nomade digitale attraverso il mio computer e inseguire quelle che l’autore di uno dei miei libri preferiti (Gianluca Gotto) definirebbe le coordinate della mia felicità.

Mi vedo viaggiare, leggere, conoscere persone e fare molte escursioni, dal punto di vista professionale non ho dubbi che avrò monetizzato il mio blog  (attualmente esistente ma da migliorare), mi sarò creata una rete di clienti per cui scrivere contenuti per il web e/o gestire i social media.

Per finire mi vedo avere una reach interessante tramite i social media da consentirmi di lavorare con brand come Patagonia per esempio”.