Maria Francesca Goduto, Studentessa della Digital Combat Academy a Roma
Da Pomezia a Los Angeles sembra il titolo di un film, e invece è il riassunto della vita di Maria Francesca Goduto. La protagonista di questa piacevole intervista si è infatti imbarcata in un percorso di vita che l’ha portata da un contesto iper localizzato alla magica terra californiana.
Da ogni esperienza è riuscita ad estrapolare il meglio. Il percorso universitario le ha insegnato a rispettare le scadenze, il lavoro nella grafica le ha trasmesso l’esigenza di restare sempre aggiornata e l’esperienza a Los Angeles ha allenato la sua flessibilità intellettuale.
La ritroviamo a Roma, ora, pronta per affrontare un percorso di formazione che consoliderà la sua figura di Graphic Designer e, soprattutto, alimenterà il suo network. Perché dopotutto circondarsi di persone in gamba stimola la mente, e aiuta la carriera.
Ogni storia professionale ha un inizio, e quell’inizio è spesso il percorso universitario. Qui viene preso quel pezzo di argilla chiamato diplomato, e modellato a immagine e somiglianza di un futuro lavoratore. Alcune università riescono bene nell’impresa, altre meno, ma in generale le persone in gamba riescono a prendere il meglio da ogni situazione. Tu cosa ti sei riportata a casa dalla Triennale in Disegno Industriale e del Prodotto?
“All’ epoca della scelta universitaria ero in realtà combattuta tra il ramo architettonico e quello economico. Poi ha prevalso la ‘creatività’ legata anche alla famiglia, con un nonno appassionato del disegno, uno zio geometra ed una sorella architetto. Scelsi cosi Disegno Industriale alla Sapienza di Roma, con succursale a Pomezia. Devo dire che sono stata fortunata nell’aver studiato nella seconda sede perché era quasi come una classe ‘liceale’ in cui si potevamo instaurare rapporti più interpersonali sia tra gli alunni che con i professori. Questo mi ha infatti portato, non solo a stringere amicizie ancora oggi solide, ma a seguire le materie trattate dal corso con più passione, capendole di più. Cosa fondamentale che tutti i miei professori ci hanno insegnato e che posso dire di aver portato a casa è ‘il collaborare e il rispettare i tempi di consegna’. Si, perché ogni esame pratico veniva svolto in gruppo e per ogni esame avevamo più scadenze da rispettare, proprio come se il professore fosse un ipotetico cliente finale.
Potrebbe sembrare incredibile agli occhi e alle orecchie di un millennial, ma è esistito una fase della storia umana in cui la carta aveva la meglio sul digitale. Il passaggio della tua carriera da Serigrafa a Graphic Designer ne è la magnifica rappresentazione, inteso come evoluzione da un’epoca a un’altra, seppur ravvicinata a livello temporale. Accompagnaci in questa evoluzione. Come è accaduto il passaggio da tecniche di stampa tradizionali a grafica online?
“L’ascesa della tecnologia ha fatto si che negli ultimi decenni del XX secolo la grafica si sia sviluppata passando da libri, poster e pubblicità cartacea ad ebook, motion, web, interactive media ed altro. Tutto questo ha portato alla possibilità di pubblicizzare il singolo prodotto o l’azienda stessa a livello mondiale; mantenendo comunque la stampa tradizionale ma appoggiandosi al digitale per raggiungere un mercato più ampio”.
Ci sono diverse cose che fanno guadagnare punti extra agli Studenti della DCA, e una di queste è l’aver maturato esperienze all’estero. Se poi quelle esperienze sono geolocalizzate in terra californiana – terra in cui l’idea di questa scuola è nata, e i suoi obiettivi di espansione sono rivolti – i punti diventano quasi incalcolabili. Cosa ti sei riportata a casa dall’esperienza a Los Angeles?
“Ci sono momenti nella vita in cui senti che certe cose vadano fatte in quell’istante o altrimenti non le faresti mai più. È così che ho scelto di lasciare il mio lavoro a tempo indeterminato e partire per l’America, in California nello specifico la meta dei miei sogni, per imparare meglio l’inglese e per vivere a contatto con una cultura diversa dalla mia. Posso dire che l’esperienza all’estero è una cosa che consiglierei a tutti. Dalla mia di esperienza mi sono riportata a casa un elasticità mentale maggiore, una visione diversa delle cose, oltre ad avere imparato meglio la lingua. Si tratta dell’osservare come un altro paese faccia funzionare le cose e nel capire cosa, dove e come il tuo paese nativo sbagli o possa comunque migliorare”.
Studiare è come lavorare: per raggiungere risultati bisogna avere chiari gli obiettivi in testa. Vale per un percorso formativo come il nostro, così per un progetto di strategia digitale rivolto a un’azienda. Se la meta è chiara, il percorso per arrivarci è più limpido. Concludiamo allora con la tua partecipazione alla Digital Combat Academy: cosa vuoi riportarti a casa dal corso?
“Dal Corso che sto per intraprendere mi aspetto di imparare la basi del Marketing Digitale, come funziona applicato al mondo di oggi e come funzionano i social, quasi indispensabili come canale di vendita e di aumentare la mia rete di conoscenze, perché penso che da solo puoi fare ma insieme si può fare meglio”.