Marco Gatti, esploriamo il gaming online grazie al Co-Founder di K2Play
La Digital Combat Academy è come tutti gli eserciti di successo. Prima di invadere un nuovo territorio si premura di aver consolidato le radici nei territori già presidiati. È il motivo per cui sbarcheremo a Milano solo nell’ottobre 2019. È il motivo, soprattutto, per cui ci teniamo a stringere relazione con quante più realtà possibile sul suolo capitolino. Tra queste, c’è l’azienda di K2Play capitanata dal solerte Marco Gatti.
Abbiamo conosciuto K2Play grazie a un amico comune: Valerio Tripodo, product manager nel settore del gaming online con il miglior dei background esperienziali, quello del pokerista. Valerio ci ha introdotto al suo CEO, Marco Gatti, e ci ha fatto intraprendere un percorso di consulenza ma anche di amicizia.
Qui alla Digital Combat Academy erogare servizi in cambio di compensi ci sembra troppo poco. Molto meglio diventare i primi sostenitori delle startup cui suggeriamo come muoversi online, perché dopotutto per svolgere il lavoro di consulenti esterni dobbiamo sentirci comunque parte del progetto, come se fossimo degli interni.
Grazie a K2Play abbiamo infatti abbracciato con piacere un mondo tutto nuovo. Innanzitutto parliamo di un contesto B2B, in cui la comunicazione social può integrare ma mai sostituire le attività offline – dagli eventi di settore alle giornate formative, che ancora rivestono un ruolo prioritario nello sviluppo del business.
Abbiamo inoltre conosciuto due persone molto interessanti, grazie a K2Play. Da un lato Edoardo Badassa, giovane e promettente social media manager incaricato di mettere a terra la nostra proposta di social media strategy. Dall’altro proprio Marco Gatti, Co-Founder di K2Play, con un passato da tecnico e un presente da imprenditore tutto da sviluppare.
Auguriamo a tutto il suo team un futuro di successo, affinché questa intervista rappresenti solo il primo seme di una relazione di lungo termine.
🎯 Sul tuo profilo LinkedIn non sono indicate esperienze universitarie di alcun tipo. Che giudizio complessivo daresti dell’accademia tradizionale e come hai maturato le tue competenze al di fuori dei binari ordinari della formazione?
“Come ebbe modo di dire Jobs in occasione di un suo famosissimo discorso all’Università di Stanford, trovo che ogni persona debba seguire un suo percorso anche al di fuori degli ‘standard’ accademici, seguendo le proprie passioni e la propria creatività. Questo non vuol dire che io non creda nell’efficacia di un percorso accademico, l’università aiuta ad acquisire le giuste ‘metodologie di apprendimento’ ma tutto questo deve rappresentare una base di partenza. La formazione professionale è come un seme che germoglia che va costantemente curato e nutrito.
Nel mondo del Digital i cambiamenti sono così mutevoli e repentini che è praticamente impossibile strutturare a livello accademico un percorso di studi per professioni che fioriscono continuamente. Prendi ad esempio la figura del Social Media Manager che 10 anni fa nemmeno esisteva. È d’obbligo ascoltare i cambiamenti del mercato e provare a proporre sempre qualcosa di nuovo, sia come professionisti che come aziende”.
🎯 Le tue prime esperienze lavorative sono state mosse in veste di tecnico, di sviluppatore, prima per Sinergia Informatica e successivamente per Intralot. Cosa ti sei riportato a casa da ambo le esperienze e quando hai capito che da figura tecnica saresti passato a figura manageriale?
“Ho sempre cercato di imparare cose anche al di fuori del mio background professionale, di supportare le persone intorno a me, siano essi clienti o colleghi. Per quanto riguarda gli aspetti manageriali non ritengo sia cambiato molto. Amo creare una struttura orizzontale dove tutti possano sentirsi parte di una squadra, in alcuni casi io ho solo qualche responsabilità in più.
Le persone che lavorano nel mio team sono tutte più in gamba di me nel proprio settore di competenza: mi piace individuarle, motivarle e farle crescere. Devo dire che sono abbastanza fortunato :)”.
🎯K2Play è il vero motivo per cui questa intervista prende luogo. È proprio grazie alla startup da te fondata, e che sviluppa software per il settore del gaming online, che qui alla Digital Combat Academy abbiamo potuto stabilire un primo punto di contatto con te. Dalla gestione del team a quello delle risorse, dallo sviluppo della tecnologia ai piani di business – fare impresa è evidentemente una disciplina complessa per persone con la pelle dura. Da quando hai avviato questa attività imprenditoriale quali sono le maggiori difficoltà che hai dovuto affrontare e come le hai superate?
“Nello scegliere cosa ‘non’ fare. È di gran lunga la cosa più difficile perché capitano spesso opportunità interessanti ma seguirle tutte equivarrebbe a non seguirne nessuna. Cerchiamo di scegliere in base a ciò che amiamo fare. In questo momento siamo dedicati totalmente a comprendere come il machine learning e l’intelligenza artificiale possano influenzare il marketing ed il modo in cui le piattaforme si debbano calare intorno agli utenti”.
🎯 I professionisti che hanno voglia di correre veloci nel lavoro svolgono solitamente numerose attività in contemporanea. Si tratta di seminare quanto più possibile in vista di un futuro migliore in cui raccogliere i frutti. Se ti chiedessi di immaginare il Marco Gatti del 2022, tu cosa vedresti nel tuo futuro a medio termine?
“Preferisco rispondere alla domanda su come vedo il gruppo ‘K2Play’ nel 2022. Penso che stiamo precorrendo la direzione giusta, nel giro di un lustro l’obiettivo sarà quello di non essere più considerati una start-up ma ma una realtà internazionale che raccoglie i frutti del lavoro fatto e che sarà pronta per la prossima rivoluzione tecnologica”.