Marco Cesaro, CEO di Classup il portale web dei corsi formativi
Abbiamo conosciuto Marco Cesaro in occasione degli Heroes di Maratea poche settimane fa. Ci ha riconosciuto, fermato e chiesto di parlare. Abbiamo apprezzato la modalità di attacco, e ci siamo subito seduti al tavolo per ascoltare cosa avesse da dire.
Ci ha raccontato di un progetto interessante, il suo, Classup. Si tratta di un portale web che aggrega corsi formativi legati a università, lavoro e passioni. Dato che al suo interno sono presenti anche corsi di marketing digitale, la nostra scuola potrebbe presenziare all’interno della piattaforma.
Ci è piaciuto il progetto, e soprattutto l’energia con cui Marco ce lo ha raccontato. Il minimo che potessimo fare, una volta tornati alla base, era di intervistare il CEO di Classup per raccontare il suo progetto alla nostra community.
Lieti di collaborare in futuro con Marco, ecco a voi la sua storia.
Il mondo del lavoro avanza e la formazione accademica tradizionale, spesso, sembra non stare al passo. Rispetto alla Facoltà di Psicologia tu puoi darci una fotografia più limpida del match tra formazione ricevuta ed effettive necessità del mercato. Che giudizio complessivo daresti della tua esperienza universitaria?
“Non ho mai lavorato come dipendente, per cui non ho esperienze personali a cui fare riferimento.
Oltre a studiare psicologia, una delle mie grandi passioni è la statistica, per cui risponderò alla domanda con un dato: lo stipendio medio di un laureato magistrale in questa disciplina in Italia è di 450€ mensili.
Al di là delle opinioni personali, questo dato è oggettivamente prova che questo sia uno dei corsi di laurea che meglio testimonia il fallimento dell’università italiana nell’adempiere alla propria missione: favorire la crescita di cittadini le cui competenze siano spendibili nel mondo del lavoro.
La responsabilità di questo fallimento, a mio avviso, non è imputabile esclusivamente all’università: anche gli studenti hanno delle colpe. Io per primo, fino al momento della laurea, mi sono unicamente concentrato sul conseguimento degli esami; poco nel riflettere sull’utilità delle competenze che stavo acquisendo e sul ruolo che mi avrebbero portato a ricoprire all’interno della società, sul professionista che stavo dunque per diventare.
Il problema non è solo della laurea in Psicologia, ma, fatta eccezione per corsi universitari che si contano sulle dita di una mano (informatica, ingegneria, medicina e pochissime altre), la maggior parte dei corsi di laurea in Italia, danno solo una forte base teorica su cui però bisognerà prima o poi costruire delle competenze tecniche e professionalizzanti al di fuori del classico percorso 3+2.
Chiariamoci: non credo che iscriversi all’università sia una pessima idea. Anzi, oggi la laurea è un titolo di studio indispensabile per trovare lavoro; quello che spesso non viene compreso è che quello è il vero punto di partenza, e non uno di arrivo.
Essere laureati o plurilaureati semplicemente non è più abbastanza per avere un posto nel mondo; è fondamentale studiare come applicare le proprie competenze in settori non saturi e in evoluzione. Viviamo nel periodo della rivoluzione digitale: c’è tantissimo lavoro da fare per chiunque capisca la portata di questo fenomeno.
Nel caso di Psicologia, a causa della totale mancanza di orientamento, quasi tutti i laureati tentano di inserirsi nel settore clinico, non sapendo, nella maggior parte dei casi, quanto potrebbe essere più semplice entrare nel mondo del lavoro nell’ambito del marketing, delle risorse umane o dell’ergonomia cognitiva, settori in fermento dove c’è un sentito fabbisogno di giovani in gamba, magari seguendo corsi professionalizzanti orientati ai reali fabbisogni delle imprese, come quelli offerti dalla Digital Combat Academy”.
Nove mesi sono abbastanza, specie per un’esperienza all’estero. Come sei arrivato a Siviglia e di cosa ti sei riportato a casa da quest’esperienza lontano da casa?
“Sono stato in Spagna durante la magistrale, in un periodo in cui la mia vita era in fase di definizione definitiva; volevo diventare un terapeuta e per questo motivo mi ero iscritto al corso di laurea in Psicologia Clinica.
L’Erasmus a Siviglia mi ha insegnato l’importanza di quello che, per utilizzare un termine proveniente dal gergo delle Startup viene definito Pivot, cioè una decisiva inversione di rotta.
Ho capito quanto sia fondamentale essere in grado di mettere in discussione quanto costruito ed essere disposti a cambiarlo completamente quando necessario. Ho compreso quanto è importante saper accettare il fallimento.
La permanenza lì mi ha dato modo di osservare da una prospettiva diversa la mia vita e la direzione in cui stava evolvendo.
Cambiare ambiente e conoscere altre persone mi ha fatto capire che dovevo cambiare tutto e, per certi versi, ripartire da 0.
Altro aspetto fondamentale compreso grazie a quell’esperienza è l’importanza delle relazioni: non solo, per il proprio benessere, ma anche come trampolino per il proprio sviluppo professionale e di maturità.
Per questo motivo, dal mio ritorno ho sempre cercato di conoscere e frequentare persone più competenti e in gamba di me. Non esiste un modo più veloce per crescere”.
A un certo punto arriva la svolta, la decisione che pochi hanno il coraggio di fare. Decidi di scendere dal treno universitario per imbarcarti su un binario tutto nuovo, quello imprenditoriale. Quanto è stato difficile per prendere questa decisione e, col senno di poi, quanto ne sei soddisfatto?
“Verso la fine dell’Erasmus ero già deciso a chiedere la rinuncia agli studi universitari per intraprendere un progetto di impresa nel settore della formazione.
Avevo capito che la Psicologia Clinica non era la mia strada. Nove mesi in Erasmus mi hanno aperto gli occhi molto più dei 10 anni precedenti rispetto a quello che doveva essere il mio percorso. Dopo 3 anni dal mio rientro, sono convinto che sia stata la decisione migliore della mia vita.
Fare impresa ti fa capire che la società non ti sta aspettando: tutto ciò che possiederai sarà tuo in quanto frutto di quello che ti sei meritato. È fondamentale, per lo sviluppo di una qualsiasi attività e per la propria persona, mettere al centro della propria crescita la ferrea volontà di creare valore per gli altri.
La nostra generazione, e tu lo sai bene quanto me, Federico, non può permettersi di pensare che un posto all’interno del mondo gli sia dovuto. Per i nostri genitori è stato diverso; noi siamo figli di una società il cui tasso di disoccupazione giovanile raggiunge il 32%.
Non sarà mai troppo presto rendersi conto che nessuno ci ‘darà’ un lavoro: è necessario costruirselo da soli, e, possibilmente, crearlo anche per altri. Questo è l’unico modo per costruire un futuro migliore per noi stessi e per il nostro paese”.
La tua impresa riguarda la nostra scuola in modo diretto. Per questo ci siamo conosciuti per piacere agli Heroes di Maratea, e proseguiremo sicuramente nel rapporto da qui ai prossimi anni. Ma proviamo a raccontarlo alla nostra community. Di cosa si occupa Classup e che obiettivi imprenditoriali si pone?
“Grazie a Trip Advisor è molto più semplice scegliere il ristorante dove cenare; servizi come Booking ci permettono di fare una scelta intelligente quando dobbiamo prenotare un albergo.
Classup nasce per essere il portale ideale per facilitare la scelta del corso di formazione perfetto per le proprie esigenze.
Studiamo costantemente per selezionare i migliori master, workshop, corsi ed eventi di formazione in qualsiasi settore, su tutto il territorio italiano. Ci documentiamo costantemente sulle esperienze di chi ha acquistato corsi di formazione, per poter aiutare professionisti e studenti neo laureati a destreggiarsi in un mare di offerte formative in costante aumento.
Contemporaneamente, Classup vuole rappresentare per le migliori accademie, scuole, università e centri di formazione in Italia una vetrina digitale in cui poter presentare il meglio della propria offerta formativa.
Sappiamo che la rivoluzione digitale nel medio termine provocherà la scomparsa della maggior parte dei posti di lavoro non qualificato. Sarà sempre più importante, per far parte della società, investire nello sviluppo delle proprie competenze, in un costante aggiornamento professionale.
Proprio per questo, l’educazione farà da protagonista, sempre di più, nella vita delle persone: come arma indispensabile per il raggiungimento dei propri obiettivi, per passare al livello successivo della propria vita.
Se ti chiedessi di immaginare il Marco Cesaro del futuro, come ti immagini la tua vita da qui al 2022?
“So che nei prossimi anni sarò molto focalizzato sullo sviluppo del nostro prodotto, e nel 2022 Classup sarà cresciuta e avrà aggregato tutte le migliori esperienze di formazione italiane. Proseguendo con lo sviluppo, diventerà più semplice capire cosa vogliono i nostri utenti e come vogliono che gli venga offerto.
So che nel 2022 avremo ormai condotto così tanti test da poter offrire ad ogni singolo utente esattamente quello che vuole; è per me ormai chiaro che crescere è possibile solo attraverso un’infinita serie di prove ed errori, accompagnata da un continuo studio, in un costante tentativo di miglioramento.
Tra tre anni saremo riusciti a migliorare la vita di tante persone orientandole verso esperienze di formazione specifiche per le loro esigenze, aiutandole a realizzarsi”.