Legolize, conosciamo il genio e la creatività di 3 giovani talenti

L’event marketing ha il merito di facilitare la diffusione di idee, ma anche la la nascita e lo sviluppo di relazioni di valore. Capita dunque che noi della Digital Combat Academy, invitati per un speech agli Heroes di Maratea, ascoltiamo per puro caso all’intervento di Mattia, Pietro e Samuele – in arte Legolize.

Scopriamo un progetto folle, e geniale: utilizzare gli omini dei Lego per rappresentare in modo creativo scenette divertenti. Contenuti facili da consumare in leggerezza sui social network, che portano oggi il progetto Legolize ad avere 400mila fan su Facebook e 340mila follower su Instagram.

In tutto questo il progetto evolve, e lancia uno spin off altrettanto creativo: le avventure di Ugo Legozzi, personaggio di ispirazione fantozziana in salsa social che riporta le vicissitudini del tutto verosimili di un omino lego.

Ammaliati dal progetto, abbiamo dunque intercettato i ragazzi di Legolize a Maratea per fare due chiacchiere. Giovani alla mano, talentuosi, decisi, si ritrovano in mano un progetto nato per scherzo ma che ha una chiara prospettiva di business – specie alla luce degli accordi coi brand che già adesso intraprendono.

Auguriamo a questi ragazzi il meglio nella vita, perché il talento merita di essere celebrato in tutte le sue forme. E chissà che un giorno non realizzino il loro macro obiettivo di collaborare proprio con Lego stessa. Per voi, ecco a voi il genio e la creatività di Matteo, Pietro e Samuele.

Heroes di Maratea non sono rappresenta solo l’evento in cui vi abbiamo conosciuto dal vivo. Rappresenta soprattutto la manifestazione fisica in cui voi, esponenti di Legolize, vi siete incontrati per la prima volta di persona. Come è nato il progetto e come siete riusciti a gestire questo team a distanza?

“Heroes è stata la prima occasione in cui ci siamo trovati fisicamente tutti e tre, in passato ci eravamo incrociati solamente a due a due durante altri eventi. Infatti il progetto è nato su internet quando eravamo solo in due: Mattia (Venezia) e Pietro (Catanzaro) sono i fondatori iniziali, conosciuti precedentemente gestendo altre pagine umoristiche su Facebook. Samuele (Torino) si è aggiunto in seguito, quando, una volta creata la pagina e il gruppo Facebook, si è mostrato uno dei membri più attivi, perciò abbiamo deciso di prenderlo con noi e in breve tempo è diventato un elemento fondamentale del progetto.

Sulla pagina fin da subito abbiamo postato vignette umoristiche utilizzando gli omini Lego con un classico zoom finale sulla loro faccia sorridente e impassibile, abbiamo individuato dei protagonisti fissi con le loro personalità e un format grafico. Fatto ciò, fin dai primi giorni il pubblico ha iniziato a crescere e ad apprezzare i contenuti pubblicati.

Per rimanere in contatto tra noi amministratori ci sentiamo quotidianamente sul gruppo WhatsApp nel quale discutiamo di tutto ciò che riguarda la pagina”.

Prima di scendere nel dettaglio del progetto social, parlateci un po’ di voi. Quanti anni avete, cosa fate nella vita, che competenze individuali offrite. Chi sono le 3 menti che si celano dietro Legolize?

“Mattia Marangon: 22 anni, mi occupo della proposta e creazione dei contenuti, del piano editoriale e della pubblicazione sui vari social. Nella vita lavoro come impiegato nel settore della contabilità, ma ho una passione per la gestione dei social e in futuro vorrei potermici dedicare completamente e non solo con una pagina.

Samuele Rovituso: 19 anni, mi occupo della proposta e creazione dei contenuti, della gestione del profilo personale di Ugo Legozzi, della comunicazione, di tutta la parte grafica e dell’identità visiva della pagina. Nella vita studio Digital Communication Design allo IAAD e, nel poco tempo rimanente, sto iniziando a lavorare nell’ambito della comunicazione pubblicitaria svolgendo diverse mansioni per aziende tra le quali fotografie, video e Social Media Strategy.

Pietro Alcaro: 20 anni, ‘è stato fortunato a incontrarci!’ dicono gli altri due. Svolgo il ruolo dell’account di un’agenzia pubblicitaria, tengo perciò i contatti con le altre pagine per organizzare gli spam e gestisco una parte delle campagne che ci vengono proposte”.

Svolgere un’attività di comunicazione creativa è un investimento di tempo, e il tempo prima o poi tende ad acquisire un valore economico. Quando avete intravisto la possibilità di dare un’impronta di business alla vostra pagina e che tipo di collaborazioni svolgete coi brand?

“Il business per le pagine come la nostra consiste principalmente nella sponsorizzazione dei brand nei nostri post o nelle nostre storie su Instagram. Man mano che si cresce in termini di popolarità arrivano anche le proposte di business, poiché, così come i principali canali TV italiani, anche Legolize ha la sua portata, e non è poi così tanto più bassa se consideriamo che il pubblico nel web tende ad essere molto più selettivo riguardo a cosa seguire e guardare ogni giorno. I nostri clienti sono perciò aziende, artisti, personaggi dello spettacolo oppure altre pagine su Instagram in cerca di una sponsorizzazione diversa da quella effettuabile pagando Instagram/Facebook stesso:

La chiave nelle collaborazioni è essere in grado di mantenerle quanto più possibile ‘in linea con la pagina’, i post o le storie sponsorizzate non devono perciò risultare invadenti e fastidiosi, ma sembrare un contenuto originale della pagina. Perciò dietro ad ogni sponsorizzazione c’è un grande lavoro di ricerca dell’idea originale in grado di riuscire a collegare Legolize al brand e alla richiesta del cliente, in modo tale da renderlo più interessante al pubblico”.

Non bisognerebbe mai scegliere tra i propri clienti, perché ognuno rappresenta un tassello importante nella vostra crescita, ma ci proviamo lo stesso. Qual è la campagna di comunicazione che vi siete divertiti maggiormente a svolgere e per quale azienda?

“Non per creare favoritismi, ma la campagna per Heroes è stata una di quelle col brief più libero, perciò abbiamo potuto organizzare una breve storiella che vedeva come protagonista Ugo Legozzi startupper intento a creare una macchina per poter parlare con il suo cagnolino”.

Nonostante il mondo avanzi verso la digitalizzazione di ogni aspetto della vita umana, le relazioni fisiche hanno ancora un ruolo dominante, specie nel business. Quali sono i prossimi eventi in cui sarà possibile incontrarvi di persona e che ruolo strategico attribuite agli eventi di settore?

“Attualmente siamo in nomination per i Macchianera Awards per la migliore pagina Facebook, per cui in caso di vittoria saremo presenti a quell’evento. Non abbiamo altri eventi in programma ma stiamo pensando di organizzare in futuro un raduno con i fan che vorranno partecipare, per conoscerci di persona e vedere il nostro influencer Ugo Legozzi. Il contatto fisico con le persone che ci seguono dà una soddisfazione enormemente più grande ed è un modo per far vedere che dietro ad una pagina del genere ci sono tre ragazzi che si impegnano e si divertono a loro volta”.

Chiudiamo con una chiave sul futuro, provando a delineare quale possa essere l’evoluzione del vostro progetto. Dove vi vedete, come singoli e come gruppo, da qui ai prossimi 5 anni?

“Il nostro progetto ha molteplici sbocchi, una delle domande che ci fanno più spesso è ‘ma collaborate con la Lego?;. La risposta è no, ma è uno dei nostri obiettivi per il futuro.

Al momento comunque non ci poniamo limiti, puntiamo a crescere a livello di numeri il più possibile, continuando con il nostro format e sperimentando sempre nuovi progetti che abbiamo in mente attualmente, in maniera da rendere Legolize un qualcosa di sempre più concreto e magari un giorno trasformarlo in un vero e proprio lavoro”.