Ilaria Doganieri, quando il marketing digitale diventa una rivincita

La laurea in Scienze Politiche, l’Erasmus in Francia, la città di Roma come sfondo 

Nella Video-Candidatura di Ilaria Doganieri abbiamo potuto cogliere diversi elementi di interesse. Dalla determinazione accademica all’esperienza internazionale, Ilaria ha percorso una strada lineare tanto nella Facoltà di Scienze Politiche quanto durante il suo Erasmus a Bordeaux.

Un elemento del video, però, ha aggiunto una nota malinconica alla sua esperienza, nota che ci siamo dati il compito di ribaltare. Ilaria aveva infatti applicato alla Regione Lazio per un Master che si sarebbe dovuto tenere a Milano. Usiamo il condizionale perché poi il Master non è mai partito, e il destino ha portato Ilaria nelle nostre aule.

Siamo felici che la serendipità delle cose ci abbia fatto incontrare Ilaria e il suo sorriso. Siamo meno felici che realtà accademiche in giro per l’Italia si concedano il lusso di deludere le aspettative di giovani talenti.

Ilaria ce la farà, in questo o in un altro Master, in Italia o all’estero. Si tratta solo di gettare delle solide fondamenta e avviare un percorso professionale ben definito.

Auguriamo a Ilaria il meglio nella vita e speriamo di riuscire nella missione di soddisfare le sue aspettative di apprendimento. Stavolta per davvero.

Di seguito l’intervista.

Il mondo del lavoro avanza, la formazione accademica tradizionale sembra non stare al passo. Rispetto al tuo percorso di Laurea Triennale e Specialistica in Scienze Politiche, quali aspetti positive e quali criticità hai riscontrato?

“Nonostante alla facoltà di Scienze Politiche si recrimini spesso di insegnare ‘tutto e niente’, tra gli elementi positivi che mi porto dietro c’è proprio l’aspetto poliedrico di questi cinque anni, aspetto che ha contribuito a rendere il percorso di studi vario ed interessante, sicuramente lontano dalla monotonia tipica di alcune facoltà.

Il campo di riferimento è vasto e gli sbocchi professionali molteplici, io stessa ad oggi non riesco a delineare i contorni di quello che vorrei fosse il mio futuro lavorativo, ma mi piace pensare che in realtà questa incertezza sia un terreno ricco di possibilità. Non mi sento legata ad un unico percorso e nonostante questa condizione possa essere considerata come un fattore d’ansia da molti, per me rappresenta una libertà di scelta molto importante.

Mi ritengo estremamente soddisfatta perché l’università, nel senso più ampio del termine, è un luogo che trasmette molto. L’aspetto meramente nozionistico passa in secondo piano, ciò che mi rimane di più prezioso rientra nella sfera umana e intellettuale, che si riscontra in un ambiente ricco di stimoli, nella capacità di guardare ben oltre i confini geografici e di ragionare sulle dinamiche sociali e non, sempre con spiccata criticità.

Ciò che purtroppo è mancato, ma qui estendo il discorso all’università italiana in toto, è sicuramente l’aspetto pratico della materia. A partire dai famosi tirocini inclusi ormai in qualsiasi offerta formativa, che potrebbero essere una grande opportunità, ma di fatto risultano ancora poco funzionali o addirittura poco inerenti al corso di laurea, fino all’accesso al mondo del lavoro, che dovrebbe essere una prosecuzione naturale nella vita di un laureato, mentre ad oggi sembra quasi un privilegio”.

L’Erasmus è sempre un’ottima occasione per allenare le proprie competenze linguistiche ma anche per sfidare se stessi. Lontani da casa, in un contesto straniero, senza troppi punti di riferimento e una vita tutta da inventare. Che tipo di sfida ha rappresentato per te andare a Bordeaux?

“L’Erasmus ha significato qualcosa di estremamente emozionante. È stata una scelta fortemente voluta e realizzarla è stata per me una grande soddisfazione personale. Ci sono state diverse difficoltà soprattutto all’inizio ma l’entusiasmo e la perseveranza hanno vinto su ostacoli di carattere prettamente pratico e burocratico.

Come spesso accade, la possibilità di stare da soli e dover contare solo sulle proprie capacità fa emergere lati nascosti del proprio carattere, ma è stato uno di quei casi in cui mettersi in gioco è risultato fin da subito stimolante.
Sul piano didattico ho apprezzato molto l’opportunità di conoscere un metodo di studio alternativo, sicuramente più pratico, concreto e lontano dai nostri standard, ma allo stesso tempo ho rivalutato la formazione italiana, decisamente superiore a livello contenutistico.

Sul piano umano è un’avventura semplicemente unica, i legami che si creano con gli altri studenti Erasmus sono accelerati ed intensi, la vita sembra scorrere in una magica bolla dove l’entusiasmo regna sovrano. La difficoltà è stata avvicinarsi agli studenti francesi, estremamente competitivi, ma anche questo ha contribuito alla scoperta di un’altra cultura. Porterò sempre con me la città di Bordeaux, così accogliente, verde e dinamica”.

Nella tua Video-Candidatura hai raccontato della tua potenziale esperienza accademica a Milano, sfumata per un soffio. Di quale master si trattava, come avevi ottenuto questa opportunità e, soprattutto, hai intenzione di ritentare in futuro?

“L’anno scorso ad aprile feci domanda per un bando promosso dalla Regione Lazio. Un’opportunità preziosa per molti studenti poiché, a fronte di un progetto valido, la Regione mette a disposizione il finanziamento di un corso di formazione o di un master. La mia scelta è ricaduta su un master in Strategie per la Comunicazione Sociale e Politica alla IULM di Milano, per la durata di quasi un anno.

Le prospettive erano delle migliori, ma poco prima di prendere quel treno ho ricevuto la spiacevole notizia che il master non sarebbe partito, causa mancanza di un numero sufficiente di iscritti. Purtroppo, in questo caso, insieme agli iscritti è mancata anche un’etica professionale che a mio parare dovrebbe rispondere a criteri minimi di serietà e rispetto umano per chi investe tempo prezioso nella propria istruzione. Sfumati quindi tutti i piani, lo sconforto è stato notevole, ma questo vuoto è stato presto colmato dalla scelta di frequentare la Digital Combat Academy, che mi permetterà di arrivare sicuramente più preparata e consapevole in questo settore.

Probabilmente farò di nuovo domanda per lo stesso bando, sperando in un esito meno travagliato, ma il master non sarà sicuramente lo stesso, mentre l’ambito rimarrà quello della Comunicazione”.

Quello del marketing digitale è un mondo sconfinato. Ci sono discipline più verticali e operative, e altre più orizzontali e strategiche. Ad oggi quali sono le materie che stuzzicano maggiormente il tuo appetito professionale?

“Sono ancora molte le materie che devo approfondire in questo campo per poter avere una preferenza, ma posso dire con certezza che la mia curiosità in questo vastissimo settore è stata stimolata da ciò che si nasconde dietro al prodotto finale che ha lo scopo di comunicare qualcosa.

Negli anni dell’università ho lavorato come addetta alle vendite in diversi negozi di abbigliamento, sono sempre stata al pubblico ed è stato facile capire fin da subito che se non comunichi nel modo giusto, non vendi, soprattutto in un mondo dove ormai tutti vendono tutto.

Ho guardato più lontano e mi sono resa conto di sapere troppo poco di un campo che ormai ci investe a trecentosessanta gradi, mi sono chiesta quali fossero gli ingranaggi che muovono questa grande macchina. L’idea di progettare una strategia e sapere che il lavoro finale è spesso il frutto di diverse menti, mi stimola particolarmente. Non vedo l’ora di mettere le mani in pasta!”.

Azienda, agenzia, startup. Sono tanti i contesti professionali nei quali una persona dinamica come te potrebbe sviluppare una carriera e la strada è ancora tutta da disegnare. Eppure, hai maturato già un’esperienza all’estero, e questo dice molto della tua capacità di sfidarti ed esplorare nuovi orizzonti. Giocando con l’immaginazione, da qui al 2022 il tuo futuro in Italia, all’estero o in una combinazione delle due?

“Il desiderio di fare una nuova esperienza all’estero è grande, questa volta con uno spirito orientato al mondo del lavoro, penso che fuori dai confini italiani ci sia molto da imparare.

L’ambito internazionale è quello che mi ha sempre affascinato e spero di poterlo toccare presto con mano, poiché per cinque anni è stato il mio pane quotidiano, ma solo indirettamente attraverso dei libri.

Il pensiero di lavorare nel settore della comunicazione è invece sorto concretamente nell’ultimo anno, mi incuriosisce l’eterogeneità del campo e la reale possibilità di costruirsi da soli, grazie alla potenza delle idee. Ho avuto la possibilità di vedere come si lavora in un’agenzia di comunicazione e l’aria che si respira tra creativi mi ha molto colpito.

Tuttavia ad oggi mi riesce davvero difficile collocarmi in una strada definita, perché la voglia di esplorare nuovi campi, viaggiare e conoscere nuove realtà è ancora molta, ma alla fine, quando penso al mio futuro, in un modo o nell’altro c’è sempre la città di Roma a fare da sfondo”.