Giulia Caprioli, come navigare nei mari della vita da freelance
Giulia Caprioli è stata una delle primissime persone ad interessarsi del nostro Corso in Aula di ottobre 2018. Con un anticipo sui tempi esemplari, è entrato in contatto con noi prima attraverso il sito e poi telefonicamente per raccontarci la sua storia e mettere un primo piede nella porta.
Poi, come da promessa per il nuovo anno accademico, l’abbiamo incontrata di persona davanti a un bel caffè. Nelle relazioni bisogna piacersi da ambo le parti, e l’appuntamento dal vivo ci ha consentito di consolidare questa garanzia. La nostra scuola è all’altezza delle aspettative di Giulia, e Giulia è la benvenuta in Aula da noi.
Giulia ha puntato molto sulla crescita personale, e si è messa alla prova con una sfidante esperienza a Londra. Quella di oggi è una persona determinata, che abbraccia la professione del freelance conscia di tutti i lati positivi e le difficoltà che questo percorso implichi.
Il nostro compito sarà dare a Giulia alcune armi in più per attaccare il mercato della libera professione, mercato complesso in cui si celano però infinite opportunità, per chi le sa cogliere.
Ecco a voi, dunque, Giulia Caprioli.
Il mondo del lavoro avanza, specie nel digitale, e l’accademia tradizionale sembra non stare al passo. Rispetto al tuo percorso formativo, che tipo di approccio hai adottato sin ad ora e come sei arrivata a noi?
“Ho sempre avuto un approccio pragmatico alla vita, specialmente nella formazione. Durante il percorso scolastico era evidente il fatto che non mi rispecchiassi in un’ istruzione passiva, frequentando l’università ne ho poi avuto la riprova definitiva.
Ma non mi sono mai fermata nell’apprendere nuove conoscenze perché sono una persona molto curiosa e open minded, che ha voglia di esplorare e conoscere. E questa mia attitudine, per mia fortuna, l’ho sempre riversata in due campi: nei corsi di formazione professionale (rivolti al marketing, vetrinistica, immagine e comunicazione) e nel ramo della crescita personale (quali Roberto Re e Tony Robbins e molte altre pratiche del mondo olistico).
Ho conosciuto la DCA tramite Facebook all’incirca 8 mesi fa mentre ero alla ricerca su Roma di un corso digital e da li ho sempre seguito la pagina FB. Mi è piaciuto fin da subito lo stile comunicativo, mi ha convinto la loro attitudine e la varietà delle materie affrontate, ho deciso di contattate immediatamente Federico e di prendere questa opportunità”.
Un’esperienza all’estero forma sotto tutti i punti di vista. La nuova lingua, il nuovo contesto culturale, il timore dell’oblio, dello sconosciuto. Un mix di emozioni e di esperienze che arricchiscono e fortificano. Come sei arrivata a Londra e, una volta lì, quali sfide hai dovuto affrontare?
“Londra è stato il mio punto zero. Reinventarsi e partire nuovamente da zero, nonostante le capacità già acquisite non è stato facile. Imparare una nuova lingua, per me, non è stato solo esprimersi attraverso una grammatica corretta, bensì un nuovo modo di comunicare me stessa in un contesto nuovo, veloce e cosmopolita.
Ricordo ancora quanta paura ho provato i primi periodi o quando facevo i primi colloqui, ma Londra mi ha insegnato anche il concetto di meritocrazia: ti ricorda che non importa quello che hai fatto ieri ma quello che sai fare e dimostrare con i risultati oggi!”.
Il tuo presente professionale ha il retrogusto del freelance, con tutti i suoi pro e i contro. La libertà di gestire i clienti in autonomia, ma anche l’incertezza di non avere mai un’entrata fissa. Quando hai deciso di abbracciare questo percorso professionale e che obiettivi hai da qui ai prossimi 2 anni?
“Ho scelto di intraprendere questa percorso dopo aver fatto un corso alla Sapienza.
Come ogni libera professione, è una strada che ha sicuramente delle incertezze da sfidare che, sono sicura, mi daranno modo di crescere ancora, professionalmente e come persona.
Il fatto di essere a disposizione dei miei clienti e delle loro esigenze, senza filtri, mi tiene costantemente ‘sul pezzo’, mi permette di approfondire settori dove opero e quindi di mantenere una mente aperta alla ricezione dei bisogni delle persone, dei trends e delle mode del momento, di come ampliare gli stili comunicativi per abbracciare differenti target di persone e cosi via.
Tutti aspetti che, a parer mio, dietro una scrivania non avrei mai occasione di poter vivere, sperimentare ed imparare”.
Le discipline del marketing digitale sono tante, e sono idealmente divise tra operative e strategiche. Quali materie stuzzicano maggiormente il tuo appetito formativo e quali pensi possano completare il tuo set di competenze?
“La scelta è ardua perché la maggior parte stuzzicano tutte la voglia di conoscere e approfondire ogni ramo presente nel programma della DCA.
Non vedo l’ora di studiare Content Marketing perché credo che unisca la creatività comunicativa al risultato a cui aspira il social media manager, perché dona e trasmette valore a chi comunica e a chi legge, ed infine, penso sia fondamentale ad oggi per poter operare con qualità e risultati sulle piattaforme social.
Web Design sono sicura che completerà il mio set di competenze: è una materia che amo ma che non ho ancora avuto modo di approfondire bene”.