Gianmarco Capri, Filmmaker & CEO di Montalo la community di talenti dell’audiovisivo

Le connessioni migliori, spesso, si innescano per caso. Succede allora che Silvio Laccetti, giovane talento della videocamera, entri in relazione con la nostra scuola a maggio 2019. In quell’occasione venne realizzata insieme ai ragazzi di Racconti di marketing un’intervista video circa la visione della Digital Combat Academy sul proprio futuro e sul proprio settore di riferimento.

Silvio tra le tante attività diventa Co-Founder di Montalo, una community di professionisti under 35 che operano nel settore dell’audiovisivo. Entriamo dunque in contatto con Gianmarco Capri, CEO del progetto, con un’esperienza da filmmaker e montatore a livello nazionale e internazionale nel settore cinematografico – per scoprire di più sulla community e su di lui.

Ne emerge un’intervista molto gradevole sulla community di Montalo, ma anche sui valori e sulla determinazione che hanno portato Gianmarco a conseguire successi nel suo percorso professionale. Molto stimolante il suo punto di vista, in particolare, sulla professione del freelance – una figura mitologica a metà tra la sfrenata indipendenza lavorativa e il temibile rischio imprenditoriale.

Per voi, l’intervista a Gianmarco Capri.

In questa scuola siamo geneticamente predisposti ad avere a cuore il tema della formazione. Montalo nasce come portale legato al mondo audiovisivo con una chiara connotazione legata all’educazione. A chi si rivolge nel concreto questa community, e che obiettivi formativi e informativi si pone?

“Questa estate, guardando soprattutto al mio percorso formativo e professionale, ho pensato all’idea di poter creare uno spazio dove unire le storie di professionisti del settore ed un vero e proprio percorso formativo a livelli, per tutti coloro che sono appassionati e vogliono realizzare video. La community di Montalo è nata per questo motivo e si è già trasformata in molto di più. Al suo interno c’è un dialogo costante e giornaliero su aspetti tecnici che riguardano la post-produzione e ci si confronta su tutte le fasi di realizzazione di un video. Ognuno ha la possibilità di postare contributi su cui sta lavorando o ha già lavorato. Chi è in cerca di consigli può trovare risposte. Chi vuole imparare può farlo soprattutto partecipando. La cosa interessante è che gli utenti hanno un background diverso di conoscenze, di percorsi, di obiettivi lavorativi ma ci si confronta e da questo dialogo, su aspetti concreti, si crea un valore. Insieme a tutto il team di Montalo, costituito da tutti professionisti under 35, stiamo lavorando per far si che questo valore sia alla portata di tutti”.

Nella tua biografia sul sito di Montale un’espressione emerge sopra tutte le altre: l’importanza di ‘essere liberi’. Nel mondo audiovisivo i talenti si trovano spesso a dover scegliere se intraprendere un percorso da dipendente in azienda o da libero professionista. Tu che consigli daresti a un giovane talento indeciso sulla strada da prendere?

“Essere liberi significa anche poter scegliere. Nel montaggio la scelta, il taglio o qualunque altra azione, è la chiave di tutto un po’ come lo è nella vita. La prima cosa importante è potersi innamorare dei progetti su cui si lavora e questo è possibile che accada sia da freelance che con un altro tipo di rapporto lavorativo. Essere freelance è proprio uno stile di vita ed è quella scelta che mi ha fatto cambiare prospettiva. Per farlo ci vuole coraggio e tanta ma tanta passione. Nel settore dell’audiovisivo l’essere freelance è diventato per molti uno status quo, nel bene o nel male. Sicuramente c’è da sottolineare il grande sviluppo e la grande richiesta oggi di contenuti video. Ogni giorno ne vengono diffusi una quantità enorme e dietro ci sono tantissime persone che lavorano per produrre questi tipi di contenuti. Il video, e non lo dico perché sono di parte, è arrivato ad essere al centro della comunicazione, sia essa commerciale che di altro tipo. Nell’era dell’immagine abbiamo bisogno di immagini. Per produrre storie abbiamo bisogno di narratori. Ci sono mille modi per farlo ed è necessario avere e conoscere gli strumenti, esperienza sul campo e la voglia di seguire un continuo processo di apprendimento. Tornando all’essere freelance, credo che significhi avere più libertà ma questa è direttamente proporzionata alla percentuale di rischio, fatica, ambizione e successo del risultato finale”.

Se il sito web è la casa del progetto, social media rappresentano le strade utili per condurci gli utenti. La tua comunicazione personale, in particolare, si ramifica tra Facebook, Instagram, LinkedIn e YouTube. Che peso dai ai diversi canali social nella tua vita e come diversifichi la tua strategia di utilizzo?

“Ognuno di questi canali racconta in chiave diversa la mia vita. Nella mia vita c’è anche e soprattutto Montalo, oggi.

Facebook è il canale principale intorno al quale si struttura la comunicazione del progetto, che punta sulla creazione di contenuti tecnici che possano risultare formativi per gli utenti iscritti alla piattaforma. Grazie a questo social network si è creato un bello scambio di informazioni e consigli con le persone alla ricerca non solo di nozioni, ma anche di un semplice confronto costruttivo. Devo dire che viene apprezzata la rispettosa schiettezza con cui si discute dei propri lavori perché credo che esistano già troppi spazi relativi a questo settore, dove si scrivono critiche feroci solo per il gusto di farlo. Tutti necessitano di rispetto, soprattutto quando si mettono in gioco mostrando quello che la loro mente ha partorito. Ci possono essere degli errori più o meno macroscopici ma la creatività è qualcosa di personale e per questo deve essere trattata con in guanti bianchi.

Instagram è come se invece fosse il mio diario personale, dove far confluire parte della mia vita. Non si parla solo di tecnica, software di montaggio o telecamere: è un racconto più intimo anche se sempre finalizzato al lavoro. A me il mezzo fotografico è sempre piaciuto, come mi è sempre piaciuto scrivere qualche riflessione più o meno attinente a questa attività, quindi utilizzarlo in questo modo è stato molto naturale

YouTubeè invece come se fossa la summa di tutte le argomentazioni trattate all’interno della nostra community. Credo sia fondamentale creare un percorso formativo per gli utenti che seguono questo progetto e attraverso questa piattaforma è possibile comunicare in modo rapido e veloce le nozioni teoriche ma con una immediata applicazione pratica. Credo che lo strumento del tutorial, pensato non come un video in cui ‘faccio vedere cosa fare’ ma come uno in cui ‘ti spiego come fare e perché farlo’ sia sempre valido. Una volta che si evita il rischio di trattare delle tematiche puramente applicative, senza teoria, spingendo l’utente a non ripetere le cose in maniera meccanica ma a comprendere, si possono ottenere dei buoni risultati in termini di formazione.

Su LinkedIn non ero molto attivo e da ottobre ho iniziato ad avere una maggiore confidenza cercando di realizzare contenuti utili per chi è interessato al settore. Parlare di questo lavoro e di come può essere utilizzato per produrre maggiore valore diciamo che è il focus principale su cui sto indirizzando i prossimi contenuti che posterò sul mio profilo”.

Dalla partecipazione a film festival internazionali a una solida copertura dei media nazionali, la tua carriera ha indubbiamente piantato delle importanti bandierine lungo il percorso tanto in Italia quando all’estero. Tanto è stato fatto, ma sicuramente altrettanto può essere ancora fatto. Al netto dei tuoi successi, dove reputi che troverai i maggiori stimoli da qui ai prossimi 5 anni come professionista?

“Per quanto soddisfatto di quello che è stato seminato in questi anni, sono sempre alla ricerca del miglioramento continuo. Forse dipende anche da questa tipologia di lavoro, l’esperienza per un filmmaker non è mai troppa, è più si va avanti più si acquisiscono competenze migliori. Vivo la mia vita più o meno allo stesso modo. Lo stimolo principale sono sempre le idee, perché ce ne sono tante e per chi crea sono il vero nutrimento. Ci nutriamo di idee per trovare il coraggio di realizzare. Ho vissuto anni in cui quello che immaginavo e vedevo nella mia testa non era in nessun modo realizzabile, come quei sogni lucidi che fai prima di svegliarti. Sono molto concreti, li vedi, li potresti anche trascrivere ma rimangono qualcosa di intangibile. In questi anni sono passato dalla fantasia alla concretezza. Mi piacerebbe avere la libertà in toto di realizzare queste idee, ovviamente mi riferisco al campo cinematografico, dove la dura vita dell’indipendente è imparare a fare delle rinunce e a scendere a compromessi per portare a casa il risultato. Io tra 5 anni non vorrei più rinunciare, sforbiciare, rimaneggiare le mie idee per doverle realizzare.

Montalo al pari dei progetti cinematografici è un grandissimo stimolo. In primis perché mi ha messo in contatto con un’attività che non sapevo mi piacesse, ossia quello di poter guidare altre persone all’interno di questo complicato dedalo che è il settore dell’audiovisivo e perché mi ha permesso di confrontarmi con gli altri, cosa che non tutti sono disposti a fare in questo mondo. Tutti hanno paura a condividere le proprie esperienza per paura che qualcuno possa sottrargli il lavoro. Parliamo ovviamente di un ambiente molto competitivo e con tante persone disposte a tutto per poter lavorare. Invece il confronto è fondamentale e sta facendo crescere anche me, sotto molti aspetti. Quindi poiché credo fortemente in questo progetto, mi piacerebbe che diventasse una realtà sempre più grande e solida, con un unico grande intento ossia quello di fondere la formazione e la condivisione di esperienze per essere dei professionisti migliori”.