Gian Luca Comandini, Simbolo del Digitale in Italia e Futuro Ministro dell’Infosfera

Founder dell’agenzia You&Web, Docente della Sapienza di Roma, Public Speaker col dono dell’ubiquità, Opinionista TV sui Social Media e Bitcoin. Serve altro?

Le nuove tecnologie stanno accompagnando il cambiamento nel mondo e Gian Luca Comandini vuole godersi lo spettacolo dall’alto, o comunque in prima fila. Imprenditore fin dalla giovanissima età, Gian Luca ha bypassato la timidezza adolescenziale per diventare un leone da schermo e una tigre da palco, conquistando tanto la televisione quanto gli eventi di settore.

Lo abbiamo definito futuro Ministro dell’Infosfera perché Gian Luca Comandini ripete quest’espressione da tempo. La sua profetica visione sul successo dei bitcoin ci ha insegnato due cose: in primis che Gian Luca ci vede lungo, in secundis che la tecnologia può davvero scardinare qualunque sistema – compreso quello politico. Per questo Gian Luca parla di Ministro dell’Infosfera, la metafora simbolica – ma non troppo – di una figura politica in grado di applicare competenze tecniche allo sviluppo digitale della società. Perché la tecnologia non va solo usata: va soprattutto capita e padroneggiata.

Gian Luca è un talento italiano 100%. Vive in Italia, ama l’Italia e vuole restare a combattere per l’Italia. Vuole ridare a questo Paese quelle capacità di sognare e sperare che la contingenza economico-politica ha provato a depotenziare, specie nell’immaginario dei più giovani. Lui è l’emblema di quello che potremmo definire l’Italian dream. È la prova vivente che non abbiamo bisogno di attraversare l’oceano per tornare a dipingere un futuro migliore.

Non vediamo l’ora di vederlo come speaker al Mashable Social Media Day di quest’anno. Nel frattempo, ci godiamo lo spettacolo in Aula. Perché, quasi dimenticavamo: Gian Luca Comandini insegna alla Digital Combat Academy. Come se non avesse abbastanza cose da fare, ha creduto nella nostra visione formativa e ha sposato il progetto dal giorno zero. Dire che siamo onorati di averlo in Aula non renderebbe l’idea. Quindi ci limitiamo ad esporre il suo talento mettendolo in contatto con i nostri Studenti.

Perché Gian Luca è competente, perché Gian Luca è svelto, perché Gian Luca è – soprattutto – un buono. Ecco per voi il suo verbo digitale.

Quando una persona talentuosa inizia ad incamerare vittorie su vittorie nella vita è sempre interessante fermarsi, guardare indietro, e ripercorrere i passi che hanno portato quel talento a realizzarsi. Giochiamo allora un po’ con il passato, e nascondiamo per un attimo il confidente Gian Luca Comandini che conosciamo ora. Che persona eri da adolescente?

“​Ero tutto il contrario di come sono ora. Anzi, diciamo che ho attraversato diverse fasi da piccolo. Prima ero il classico ragazzino timido e paffutello sempre sulle sue, poche parole e ancor meno amici. Poi al liceo mi sono trasformato nell’esatto opposto, ho iniziato a organizzare eventi e facevo facilmente amicizia con chiunque incontrassi. Infine, all’università ennesima trasformazione, solo business e lavoro, avevo poche ma precise idee in testa e volevo sbrigarmi a concretizzarle ed avviare fin da subito le mie prime attività professionali. Così è stato. Dico sempre: ho imparato più dai locali e ​dal lavoro ‘precoce’ che dall’Università”.

Il mercato del lavoro evolve in fretta e l’accademia tradizionale, spesso, non sembra stare al passo coi tempi. Che giudizio dai della tua esperienza nella Facoltà di Economia e cosa senti di esserti riportato a casa da quegli anni?

“Lì per lì mi sembrava di portarmi a casa tanto, poiché avrei dovuto fare il commercialista. Ora, col senno del poi, mi accorgo che ciò che davvero mi è servito quegli anni e mi serve tutt’ora​ è la voglia di affrontare sfide (all’epoca gli esami), la metodologia di studio, la capacità di apprendimento veloce e ordinato, oltre alle tante relazioni nate tanto sui banchi dell’università quanto sui tavoli del baretto universitario. Tante piccole abilità ed abitudini che non ti insegna nessun professore ma che poi diventeranno fondamentali nel mondo del lavoro. Ecco, questo tipo di skills o te le prendi tu o non te le darà mai nessuno”.

Il web – e in particolare i social media – si dimostrano ben presto tuoi potenti alleati. Decidi dunque di fondare You&Web, agenzia di comunicazione capitolina con un team giovane e ambizioso. Quand’è che ti sei guardato allo specchio e hai realizzato di essere pronto per fare impresa?​

“Diciamo che non me ne sono reso neanche conto quando è successo. Le idee funzionavano, i risultati arrivavano, dunque è stato davvero un attimo e mi sono ritrovato a non saper come fatturare ai clienti né dove accoglierli, così non ci ho pensato su neanche un secondo e ho creato una struttura all’epoca molto più grande di me e di ciò che potessi permettermi ma io ero maledettamente convinto che avrebbe funzionato, non era previsto il fallimento. Doveva funzionare e funzionò”.

Roma, Milano, Bruxelles. Queste le 3 sedi in cui risiedono i dipendenti di HDRÀ, il big della comunicazione integrata che nel 2016 acquisisce la tua creatura, ovvero You&Web. Com’è arrivato un giovane talento a incamerare un risultato simile e come descriveresti questo salto di qualità?​

“Ci ho messo tanto a convincermi che sarebbe stata la scelta giusta, io son sempre stato un battitore libero, avere dei soci non faceva per me. Però alla fine ho capito che se volevo crescere in fretta e continuare a volare alto dovevo sfruttare questo tipo di occasioni, così mi sono ritrovato catapultato ad aver a che fare con una realtà molto più grande di You & Web e passare da 14 a 140 dipendenti, però uno zero in più non mi ha mai spaventato, alla fine non c’era poi tanta differenza”.

Essere opinionista in RAI è solo la punta dell’iceberg. La preparazione cammina alla stessa velocità dell’ars oratoria, e questo fa di te un public speaker competente e piacevole da ascoltare. La tua agenda è sicuramente intasata, dunque allocare delle porzioni rilevanti di tempo per parlare in pubblico è un investimento che non arriva per caso. Cosa rappresenta, per te, essere una figura pubblica?​

“Più che altro cosa rappresenta per quel Gian Luca che a 14 anni era talmente timido da non andare neanche in bagno per la vergogna di chiedere ‘scusi dove sta il bagno?’. Ecco, per quel Gian Luca rappresenta tantissimo, rappresenta una sfida vinta con la vita, un superare i propri limiti ancor prima di doverli accettare o, peggio, di rinunciarvi.

Per il Gian Luca attuale invece non rappresenta altro che un divertimento costante, io dico sempre che ho la fortuna enorme di non lavorare, mi diverto come un matto a parlare in pubblico di marketing, innovazione, criptofinanza e tutto ciò in cui ho sempre creduto. La parte più bella è quando scendi dal palco e ti dicono ‘cavolo quanta passione ci metti! Ti brillavano gli occhi e mi hai fatto venire voglia di approfondire’. Credo sia questo il suono della felicità”.

Bitcoin dovrebbe suonarti familiare come concetto. Da anni a questa parte – anche ben prima che i media tradizionali iniziassero ad occuparsene – hai sfruttato tutti i tuoi canali di comunicazione per promuovere la cultura della finanza criptovalutaria. Come stai portando avanti questa causa e, giocando con il futuro, come vedi evolvere il settore nei prossimi 5 anni?

“Eh sì. Immaginate che soddisfazione essere stato tra i primi a parlare di Bitcoin in Italia mentre tutti mi snobbavano o prendevano in giro. Ed ora non passa giorno che un tg o un giornale non apra con una notizia sulle criptovalute. Ma è proprio ora che non bisogna fermarsi. Guai ad adagiarsi ora, per questo con i miei colleghi abbiamo fondato Assob.it, l’associazione di categoria italiana, per divulgare ed alfabetizzare sempre più la popolazione a questa rivoluzione tecnologico-finanziaria.​ ​Sono abbastanza convinto che siamo solo all’inizio di una nuova era, non avete visto ancora nulla. Tra pochissimo avremo IoT ovunque, da big data passeremo a long data, il mio frigorifero parlerà da solo e si accorderà con la mia lavastoviglie e in tutto questo splendido caos capiremo​ esattamente quanto ci può venire in aiuto la tecnologia blockchain ed il bitcoin. A quel punto saremo veramente nel futuro, finalmente”.