Giacomo Sisca, Giovane Daily Vlogger alla Conquista del Web
Formazione cinematografica, abile videomaker, daily vlogger su YouTube. Giacomo incarna la perfetta essenza di un’artista del video moderno
Abbiamo conosciuto Giacomo Sisca in occasione della lezione di Content Marketing. Sara Veltri ha deciso infatti di portare con sé un potente alleato creativo. Parliamo proprio di Giacomo, giovane videomaker e daily vlogger, che ha supportato gli Studenti della Digital Combat Academy nella realizzazione di alcune pillole video di qualità. L’obiettivo era infatti quello di guidare gli Studenti nel pensare, girare e montare un contenuto video in sole due ore. Qui trovate il vlogging di Giacomo che testimonia quella famosa giornata. Sara ha conquistato il cuore degli Studenti, Giacomo ha palesato la propria competenza e gli Studenti ne sono usciti arricchiti. Vittoria piena.
Condividiamo con voi la storia di Giacomo non solo perché la serendipità ce lo ha portato in casa, o meglio in Aula. Lo facciamo soprattutto perché Giacomo è una di quelle persone interessanti, la cui storia deve essere di stimolo a chiunque. Ha infatti saputo piegare le nozioni cinematografiche universitarie alla modernità, allo stato delle cose, all’attuale modo in cui gli esseri umani comunicano.
Senza badare troppi ai romanticismi del passato, Giacomo Sisca ha sposato la comunicazione digitale per fare video storytelling della sua vita, delle sue passioni, degli eventi cui partecipa. Ha avviato questo storytelling sul binario del daily vlogging, un treno ad alta velocità che ogni giorno ferma alla stazione di YouTube, fa salire nuovi passeggeri sul suo canale e prosegue su base quotidiana, senza mai fermarsi.
Giacomo è bravo, ma è soprattutto una brava persona. Lo si legge dalla genuinità del sorriso e dello sguardo che rivela una timidezza piacevole, con la quale l’utente alla fine entra in empatia. Perché il bello di rivolgere la camera verso se stessi, forse, è proprio questo. Impariamo a guardarci riflessi nella lente, senza abbassare lo sguardo, confidenti di chi siamo e di cosa vogliamo comunicare. Giacomo ne è una testimonianza vivente, e il minimo che potessimo come scuola era dare a un giovane talento come lui tutta la visibilità che meritava. Partendo da quest’intervista.
Ogni carriera lavorativa parte dalla formazione, sia essa pubblica, privata o da autodidatta. A quale età hai dipinto nella tua mente un percorso di formazione che avesse il formato video al centro?
“La mia prima videocamera l’ho avuta a 14 anni, ma ho scoperto la mia passione per i video al quarto anno superiore, quando invece di studiare passavo i pomeriggi a montare i video che giravo con gli amici. Era ancora solo un gioco ma avevo già capito che era una passione destinata a crescere sempre di più. Forse sorprenderà, ma alle superiori ho frequentato un Istituto Tecnico Aeronautico. Cosa centra con il mio attuale lavoro? Assolutamente nulla in effetti. Tuttavia quando me ne resi conto era troppo tardi per cambiare scuola. Preso il diploma di maturità ho deciso di cambiare definitivamente percorso di studi.
Mi sono iscritto all’università La Sapienza, indirizzo Arti e Scienze dello Spettacolo. Avevo scoperto un mondo, dopo un anno di lezioni avevo già dato tutti gli esami di Cinema disponibili. All’università si studia tanta teoria ma purtroppo la pratica è quasi inesistente. Quando stavo per iniziare il secondo anno di università notai un bando per una Biennale di alta formazione pratica nel campo dell’audiovisivo. Mi è sembrata subito un’ottima opportunità e così ho tentato i test d’ingresso. Non ci potevo credere, avevo vinto la borsa di studio ed ero stato ammesso!
Oggi, dopo quasi due anni di formazione, posso dire che quella borsa di studio mi ha dato la possibilità di studiare, di toccare le cose con mano. Ho sempre imparato molto da autodidatta ma il confronto con dei professionisti mi ha cambiato la vita”.
Nella tua Bio di YouTube parli della tua passione per il cinema, uno dei tanti settori dell’industria culturale che maggiormente vive il confronto col digitale. Oggi è colpa di Netflix, domani sarà colpa della realtà virtuale. Giocando con l’immaginazione, come pensi evolverà il cinema nel futuro per restare rilevante?
“Il cinema ha sempre fatto parte di me, sono sempre stato uno spettatore affamato. Fino poi a stare dietro la macchina da presa per dirigere dei cortometraggi. Oggi nelle sale cinematografiche ci va sempre meno gente. Il digitale sta cambiando tutto, siamo circondati dalle serie, in tv e sul web. l’arte dell’audiovisivo infatti si sta evolvendo molto velocemente ed io sono a favore di questo processo.
Se ci pensiamo quest’arte è talmente giovane che è inevitabile il suo mutamento. Il cinema dei fratelli Lumière, nella loro testa, non era affatto concepito come lo vediamo noi oggi. Semplicemente si adatta nel tempo, come ha sempre fatto in 120 anni di storia, non è mai stata un’arte statica. La novità è che il mutamento è sempre più rapido e questo non aiuta a digerire i cambiamenti, forse non si ha il tempo necessario per accettarli. Ammetto di essere preoccupato anch’io al pensiero che, probabilmente, tra 5 anni tutti noi guarderemo serie tv sul proprio smartphone. Ma va bene così, avrà sicuramente tanti vantaggi questo tipo di fruizione.
Secondo me però il cinema, quello con la C maiuscola, ha un elemento in particolare che lo distinguerà sempre, su cui deve puntare per rimanere rilevante nel futuro; l’esperienza Cinematografica. L’immersione totale in una storia di novanta minuti circa, che uno spettatore ha quando entra in una sala, di fronte a un mega schermo. E sopratutto condividere quelle emozioni con le altre persone sedute vicino. Io credo che la forza del cinema sia la condivisione con gli altri dell’esperienza in sala”.
Come tanti filmmaker giovani e talentuosi, hai sposato YouTube come strumento principale per la distribuzione dei tuoi video. A differenza di tanti altri, però, hai deciso di sfidarti con un modello di comunicazione impegnativo: il vlog quotidiano. Parlaci di come hai partorito questa idea e di che emozioni provi un mese dopo esserti imbarcato in questa avventura.
“Sono sempre stato molto legato ai ricordi, forse anche troppo. Amo rivedere i momenti della mia vita, in foto ma soprattutto in forma video, sono molto più potenti ed evocativi. La nostra memoria è incredibile, basta visualizzare delle immagini e ascoltare dei suoni per dare alla nostra memoria degli strumenti potentissimi. È come avere una macchina del tempo per riuscire a rivivere esperienze passate, e l’uomo secondo me vive di ricordi.
Per anni sono stato spettatore di Daily Vlog. Ho osservato tanto dai migliori filmmaker di tutto il mondo. Un giorno ho deciso di buttarmi e di sperimentare io stesso questo tipo di narrazione. Era nell’aria da tempo, da quando raccontavo con il video le gite scolastiche o i backstage dei miei cortometraggi. Mi mancava solamente il coraggio di espormi ogni giorno e mettermi in gioco. Questo giorno è arrivato quando ho incontrato sul mio percorso Giulio Gaudiano, un professionista del web con cui sto facendo uno stage. Con lui mi è scattata una molla, nella mia testa ho ipotizzato questo progetto come se fosse un esperimento, un esercizio, come se facesse parte del bagaglio di nozioni nuove che mi sarei portato a casa una volta terminato lo stage. Mi sentivo protetto e questa percezione mi ha aiutato ad essere sereno mentalmente. Si, perché raccontare ogni giorno qualcosa di sé non è facile, ti espone moltissimo e bisogna essere psicologicamente preparati.
Nella mia esperienza è stato abbastanza semplice questo approccio, sono un ragazzo timido ma ho sempre avuto confidenza con la telecamera. Penso che sia il primo requisito, perché in video ciò che è finto si vede amplificato, e la spontaneità è fondamentale. Ho notato che là fuori si fa di tutto per non essere se stessi, si fa difficoltà ad accettarci per quello che siamo. In qualche modo questo progetto per me è stato anche terapeutico, credo ci sia di base il concetto dell’auto-accettazione di noi stessi. Quello che voglio dire è che ora mi sento molto più libero nel mostrarmi al mondo, anche nelle mie debolezze, dal carattere molto calmo alle rughe che ho sulla fronte, piuttosto che al mio modo di parlare. So che fanno parte di me e invece di nasconderli li metto in mostra come dei caratteri distintivi. Non mi importa il giudizio della gente, sicuramente c’è qualcuno a cui sto antipatico, non si può piacere a tutti, so che ci sono anche altre persone che apprezzano i miei contenuti.
L’importante è fare ciò che ci piace e che ci fa star bene. A chi guarda i miei contenuti mi piacerebbe trasmettere questa mentalità, credo che se stiamo sereni con noi stessi viviamo meglio anche le relazioni con gli altri. Oggi, dopo più di 50 episodi, mi rendo conto di quanto sia potente questo mezzo di comunicazione, che va quindi usato con consapevolezza. Pochi giorni fa ho ricevuto un messaggio meraviglioso, una ragazza mi ha ringraziato per averle trasmesso la mia passione, dicendomi che avrebbe iniziato a studiare videomaking. Chi crea questi contenuti ha una forte responsabilità verso chi sta dall’altro lato dello schermo.
Dal punto di vista tecnico sono migliorato moltissimo, uno degli obiettivi iniziali era imparare da zero ad utilizzare un nuovo programma di montaggio video (Final Cut). Mi sta anche aiutando tanto a mantenere la mente allenata al video storytelling, ormai certi meccanismi mi vengono in automatico. Riesco a reagire più facilmente agli stimoli esterni. È molto interessante l’approccio a questo tipo di narrazione. Non c’è uno script da seguire, solo tu e gli eventi della giornata. La sfida è quella di dare un senso al caos e di raccontare qualcosa di interessante, semplicemente reagendo agli eventi. A fine giornata mi chiedo cosa ho imparato, e ringrazio la vita stessa per esser stata co-autrice del programma :)”.
Abbracciare un lavoro creativo come quello del filmmaking significa sapersi reinventare continuamente, specie in un’epoca frenetica e digitalizzata come quella attuale. Qual è la tua visione rispetto al tuo futuro professionale da qui ai prossimi 5 anni?
“Tra due mesi prenderò il diploma in ‘Regia e Storytelling per il Web’ e continuerò a lavorare come Videomaker, a tempo pieno. Mi piacerebbe raccontare storie vere, far conoscere il dietro le quinte di alcune professioni, raccontare personaggi ed eventi. Questo tipo di racconti al momento sono quelli che mi interessano di più, che mi danno maggiori soddisfazioni e in cui sento di essere più portato.
Nei prossimi 5 anni credo che le tecnologie renderanno la creazione di video sempre più alla portata di chiunque. Dal montaggio, che sarà sempre più semplificato, fino alle videocamere, che saranno sempre più intelligenti. La tecnica verrà facilmente rimpiazzata dalle intelligenze artificiali. Ciò che farà la differenza secondo me sarà il processo creativo e il contenuto. Il contenuto nello storytelling vince sempre, è con quello che si parla alle persone”.