Danilo Mirabile, CEO di Beentouch & Executive di Kairos Society Sicily

Sin da quando siamo piccoli impariamo a distinguere tra buoni e cattivi. Le parole, i pensieri, lo sguardo – sono tutti indicatori delle intenzioni di una persona. C’è chi è mosso dai soldi, chi dalla gloria e chi infine dal desiderio di redistribuire speranza e fare del bene, a prescindere da tutto. Ebbene, Danilo Mirabile rientra tra i buoni.

Abbiamo avuto diversi punti di contatto con Danilo, ma il più recente è stato agli Heroes di Maratea. Ci siamo concessi più di un’ora per chiacchierare con lui tra uno speech e l’altro, col Mar Tirreno di sfondo e un poetico tramonto che accompagnava la conversazione. Ci ha raccontato i suoi progetti, e abbiamo apprezzato definitivamente la sua volontà di aiutare le persone, soprattutto i più giovani.

Il minimo che potessimo fare era dargli una piattaforma per raccontare la sua storia. Perché è bene trarre ispirazione da chi è mosso da nobili intenti. Persona in gamba, e di valore, come Danilo.

Il mondo del lavoro avanza e la formazione accademica, spesso, sembra non stare al passo. Eppure una Laurea in Ingegneria Informatica sembra gettare basi più solide di un percorso di stampo meramente umanistico, dunque ci rimettiamo a te per saperne di più. Cosa ti sei riportato a casa dalla tua esperienza presso l’Università degli Studi di Catania?

“Premetto che non ho ancora completato gli studi ma sono arrivato a buon punto per il conseguimento della laurea. Di certo non una domanda semplice quella che mi poni, è stata oggetto di tanti confronti con docenti, professionisti e studenti.

La mia esperienza universitaria non è stata negativa. Nemmeno positiva, però. Nel pensiero comune una laurea tecnica tende a mettere in mano al laureato degli strumenti pratici e ‘pronti all’uso’ nel mondo del lavoro, facilitando il processo di assunzione o di self-employment. Dalla mia esperienza così non è. Ho avuto modo di confrontarmi con colleghi e docenti provenienti da diverse università italiane e mi sono fatto un’idea piuttosto chiara che ha portato ad un unico risultato: il sistema universitario, così com’è, non funziona. E questo riguarda in modo esteso tutte le facoltà e tutte le discipline, tecniche ed umanistiche, da nord a sud. Il mio pensiero, piuttosto severo, nasce dalla considerazione che qualunque centro di formazione debba preparare i giovani alle grandi sfide del futuro, debba renderli i futuri mattoni alla base della nostra società, debba infondergli la speranza, la tenacia e la caparbietà per cambiare il mondo, un passo alla volta, una mente dopo l’altra. Invece, quello a cui assistiamo è un folle sfornare di menti confuse e spaesate, strabordanti di concetti e teorie, che non hanno idea di come rendersi utili nella nostra società, arrivando a sentirsi soli e inutili.

Io, così come altri giovani come me, ho avuto la fortuna di affiancare i miei studi ad esperienze concrete che mi hanno portato a trovare la mia direzione e una mia ‘utilità’ all’interno della società. Affiancando concetti teorici ad esperienze pratiche sono riuscito ad ottenere una formazione che ritengo solida e che mi ha aperto la strada nella mia carriera. Per questa ragione promuovo con forza tutte le iniziative rivolte agli studenti che possano permettergli di trovare la loro strada e di poter sfruttare il tempo investito”.

Startup Super School si pone l’obiettivo, ambizioso, di portare la cultura aziendale nei Licei, dando un supporto concreto a chiunque percepisca di avere tendenze imprenditoriali. Come sei entrato in contatto di questa realtà e quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a farne parte?

“Questa strepitosa idea è nata dalla mente di Andrea Giarrizzo che ha avvertito la stessa necessità che avvertì io durante il mio percorso di studi. Mettere in mano agli studenti conoscenze imprenditoriali ed insegnar loro a ‘saper fare’ può dargli una marcia in più. Per questo motivo accettai subito quando Andrea mi propose di raccontare la mia esperienza imprenditoriale nel primo Startup Super School organizzato. Vedere i risultati di quel primo evento mi ha spinto a chiedere ad Andrea di poter collaborare maggiormente fino ad entrare del tutto tra i soci. Da quel momento in poi abbiamo lavorato duramente per creare un forte impatto in quanti più giovani possibile arrivando ad esportare il format anche fuori dall’Italia. Il progetto è estremamente ambizioso (e anche faticoso, non te lo nascondo) ma vedere, dopo pochi anni dal lancio del format, ex studenti lanciare la propria attività e ringraziarti per ciò che gli hai insegnato ripaga ogni sforzo fatto”.

UN Sustainable Development Solutions Network è un nome che, già di per sé, suona maestoso. Chiunque entri nel network delle Nazioni Unite deve percepire l’aura di importanza che questo ruolo ricopre. Quali sono gli obiettivi di questo network e quale ruolo, nello specifico, rivesti nello SDSN Youth?

“L’SDSN Youth è un network di giovani innovatori che lavorano per raggiungere gli Obiettivi di Sostenibilità Globale definiti dalle Nazioni Unite. All’interno del network si trovano imprenditori e professionisti che lavorano a progetti che contribuiscono a rendere il mondo un posto migliore. È un onore farne parte e infonde un forte senso di responsabilità. Ricopro due ruoli differenti all’interno dato che ne faccio parte con due progetti diversi. Da un lato sono membro del programma Global Schools con il progetto Startup Super School di cui ti ho parlato nella domanda precedente, dall’altro sono membro del programma Youth Solutions con il progetto Beentouch, un sistema di comunicazione dedicato ai mercati emergenti. Nel network ho avuto modo di stringere amicizia e di collaborare con giovani imprenditori provenienti dagli angoli più remoti della Terra e ho avuto l’opportunità di seguire corsi di formazione di altissimo livello affiancati da mentor strepitosi; in questo momento sto seguendo l’Investment Readiness Programme, un percorso che mira a prepararti all’incontro con investitori internazionali insegnandoti a presentare la giusta documentazione nel caso di progetti ad impatto sociale. La mia mentor è Liz Codling, un’esperta del mondo delle telecomunicazioni”.

Come se non svolgessi già abbastanza attività, sei il CEO di un’azienda da più di 4 anni. Si chiama Beentouch e si occupa di… ?

“Beentouch è la mia prima attività imprenditoriale, un progetto ambiziosissimo che porto avanti con Alberto Longo, Emanuele Accardo e Federica Munzone, i miei strepitosi soci. Beentouch è un sistema di comunicazione dedicato ai mercati emergenti. Per rendere semplice il concetto pensa a Skype. Ecco, Beentouch ti permette di effettuare chiamate e videochiamate attraverso internet ma, a differenza di Skype, funziona anche quando la connessione è lenta. Questa sua peculiarità lo rende estremamente utile in tutti quei paesi dove la connessione è debole e gli smartphone e i PC non sono all’avanguardia. Mercati emergenti come alcuni Stati dell’Africa, dell’Est Europa e del Sud America sono il nostro focus principale. Attualmente Beentouch è disponibile da Web e da mobile, in modo completamente gratuito, per garantire a tutti il diritto alla comunicazione, nostra mission da sempre. Tra poche settimane rilasceremo Beentouch for Business, la nostra soluzione aziendale, iniziando le vendita in Nigeria settentrionale. Non ti nascondo che per Beentouch ho violato una delle più importanti regole di un imprenditore: non innamorarsi della propria idea. È un progetto che ci ha dato tanto, ha creato un forte impatto sociale e continua a regalarci forti emozioni. Non da ultimo l’uscita sul nuovissimo store digitale Huawei, una delle pochissime applicazioni di comunicazione presenti nello store Huawei per l’alto livello tecnologico”.

Oltre ad esserci incontrati agli Heroes di Maratea, un altro evento ha caratterizzato il tuo 2018. Sei infatti membro del Comitato Organizzatore dei Startup Weekend Catania, che tradisce il recinto del weekend stesso per una settimana intensiva di conferenze, workshop e incontri di networking. A chi si rivolgeva la manifestazione e che sfida ha rappresentato organizzare un evento di questo calibro in Sicilia?

“Nel 2018, per la prima volta in Italia, abbiamo organizzato a Catania 7 giorni continui di innovazione, un evento celebrativo degli imprenditori e dei professionisti. Siamo partito il giorno 12 Novembre con Startup Week, 5 giorni di formazione gratuita, mattina e pomeriggio, sulle tecnologie più innovative e sui topic più discussi. Abbiamo parlato di IoT, Big Data, Blockchain, Design e tanto altro. Immediatamente a seguire, dal 16 al 18 Novembre, si è tenuta la Startup Weekend, il famosissimo format nel quale lavorare ad un’idea innovativa nel giro di sole 54 ore. Un evento di questa portata si vede raramente e abbiamo dovuto mettere insieme le migliori menti di Catania per non impazzire. Un team organizzativo eccezionale che, oltre all’organizzazione di un evento, ha voluto lasciare un segno in Sicilia, l’opportunità giusta per riunire in un unico momento le aziende e le realtà più innovative per spronare un ecosistema più collaborativo e inclusivo”.