Chiara Landi, Social Media Manager & Digital Specialist al suo primo grande libro
Di recente i suoi occhi dovrebbero aver attirato la vostra attenzione mentre scorrevate i Feed di Facebook e LinkedIn. Chiara Landi – proprietaria di quegli occhi e soprattutto protagonista di questa intervista – ha di recente annunciato il suo primo libro sul tema del branded content mettendoci la faccia, e impugnando il suo lavoro con orgoglio e decisione.
A giudicare dal sentiment positivo generato dalla notizia su entrambi i canali social, Chiara deve aver seminato molto bene lungo la sua carriera. Si tratta dopotutto di lavorare bene, portare a casa risultati e alimentare relazioni positive. Le stesse che verranno a tifare sotto i tuoi post il giorno che annunci, felice, l’uscita del tuo primo libro.
Chiara Landi si è formata in Italia e all’estero, gettando solide basiche teoriche per la comprensione dell’universo lavorativo a venire. Dopodiché ha avuto un assaggio del mondo istituzionale, con un’esperienza di tutto rispetto al Parlamento Europeo. Ma la sua vera strada era il digitale, e Chiara l’ha intrapresa a tutta velocità.
Apprezziamo i professionisti del digitale, soprattutto se hanno maturato un percorso internazionale e si sono lanciati nella grande sfida nell’insegnamento. Non abbiamo difficoltà a immaginare che, un giorno, forse non troppo lontano, potremmo accogliere Chiara nelle nostre aule. Come Docente.
Per ora ci limitiamo a raccontare la sua storia.
Specialista, Docente, ora anche autrice. Di strada nel marketing digitale ne hai percorsa tanta, e di successo. Facciamo un salto indietro allora, tornando al tuo percorso universitario tra Roma, Barcellona e Londra. Quali sono state le tappe principali del tuo viaggio accademico e cosa pensi di esserti riportata a casa da quegli anni?
“Nel nostro settore, mi capita spesso di sentire che ‘L’università non serve’, ‘Quello che conta è l’esperienza sul campo’. Credo non ci sia nulla di più sbagliato. Ho iniziato la mia formazione con una laurea triennale in Scienze politiche, grazie alla quale ho potuto trascorrere sei intensi mesi a Barcellona per l’Erasmus.
Durante questa prima fase della mia carriera universitaria ho imparato a studiare in modo approfondito gli argomenti più disparati, dalla comunicazione, alla sociologia, passando per diritto ed economia. Dopo una breve parentesi a Londra, ho deciso proseguire con una laurea magistrale in Organizzazione e marketing per la Comunicazione d’impresa. Durante questi due anni ho capito che la comunicazione online era il mio futuro: la mia strada era lì, ed io ero pronta a percorrerla. Dopo la conclusione della magistrale ho deciso di prendere un Dottorato in Comunicazione, Marketing e Ricerca Sociale e nel tempo libero ho iniziato a lavorare e a formarmi nel digital marketing.
Cosa mi sono portata a casa? La voglia di studiare e di formarmi senza sosta, fondamentale nel nostro settore. L’amore per la divulgazione, la didattica e il rapporto con gli studenti. Ma soprattutto: le teorie base del marketing e i concetti chiave da mettere in pratica sul campo”.
Le prime pedine sullo scacchiere professionale le hai mosse nel mondo istituzionale – tra il lavoro di addetta stampa per Roberto Soldà e lo stage al Parlamento Europeo. Di cosa ti sei occupata nel dettaglio e quando hai fiutato che il tuo percorso sarebbe proseguito nel digitale, più che nella comunicazione tradizionale?
“Come ti ho accennato, la voglia di lavorare nel digitale è arrivata molto presto. All’inizio del mio percorso di studi, mentre frequentavo la Facoltà di Scienze Politiche a Roma Tre, ho capito subito che avrei voluto lavorare e fare esperienza, applicando tutto quello che studiavo in aula. Il lavoro da Addetta Stampa mi ha fatto capire che ero portata per la comunicazione e le pubbliche relazioni, e ha influenzato molto la scelta di iscrivermi ad una Laurea Magistrale in Comunicazione e Marketing. Lo stage al Parlamento Europeo a Bruxelles mi ha permesso di lavorare in un contesto multiculturale e di crescere molto a livello personale e professionale: è un’esperienza che consiglierei a tutti”.
Tutti possono lavorare, ma solo pochi hanno il piacere e il talento di insegnare. Tra Challenge Network e Men in Web ricoprire il ruolo di Docente non ti ha mai spaventato. Cosa ti spinge a condividere la tua esperienza in aula?
“Ritengo che l’amore per l’insegnamento sia bianco o nero: o ce l’hai, o non ce l’hai. La chiave è insegnare quello che ti piace e farlo con passione.
Ho avuto la possibilità di insegnare in diverse realtà Comunicazione online, Facebook e Instagram, dal livello base al livello avanzato: sono stata ripagata dalla soddisfazione dei miei studenti e dal loro calore. I loro feedback, i sorrisi, i rapporti che vengono a crearsi durante e dopo il corso ti fanno capire che stai facendo la cosa giusta”.
L’abbiamo in parte spoilerato nella prima domanda, usando la parola autrice, dunque concludiamo in bellezza con un riferimento alla tua recentissima opera: il tuo libro, ‘Branded content: studi, casi, esempi nel contesto italiano‘. Dritti al punto: a chi si rivolge idealmente, e che valore si porteranno a casa i tuoi futuri lettori?
“Dopo diverse pubblicazioni in riviste scientifiche, ho deciso di scrivere il mio primo libro su un settore che seguo da diversi anni. Credo che il Branded content sia il futuro e che permetta alle aziende di arrivare al proprio target in modo non invasivo. Pensiamo a realtà come Freeda, cresciute in maniera esponenziale negli ultimi due anni. Il libro si rivolge a professionisti del settore, comunicatori, marketer e imprenditori, ma non solo: a tutti coloro che vogliono studiare un fenomeno in rapida ascesa ed essere al passo coi tempi.
Cosa si porteranno a casa i miei lettori? Un’analisi approfondita sulle forme di branded content che hanno fatto la differenza nel nostro Paese negli ultimi anni, il suo impatto socioculturale, la sua collocazione fra le strategie di comunicazione commerciale, ma soprattutto il parere dei fruitori e la valutazione che 11 grandi esperti del settore gli attribuiscono”.