Andrea Graziano, Come Navigare i Mari della Comunicazione Moderna

Scienze della Comunicazione è il contesto accademico da cui peschiamo talenti emergenti, e storie ispirazionali, con maggiore frequenza.

Le ragioni sono tante. In primis, è la Facoltà che ha dato i natali culturali a molti degli Studenti e dei Docenti che compongono la nostra community – per ovvi motivi di affinità tematica. In secundis, è la Facoltà che attraversa uno dei momenti più burrascosi nell’Università moderna.

Chiunque navighi i mari di Scienze della Comunicazione, incerti ma stimolanti, vive una fase della storia universitaria unica nel suo genere. C’è la barca su cui viaggiare, e si vede in lontananza l’isola da raggiungere. Ma la rotta è tutta da inventare, ed è nei momenti di difficoltà che vengono fuori i capitani migliori.

Andrea Graziano è uno di loro. Studente presso la Sapienza di Roma, Andrea sta frequentando la Laurea Magistrale senza perdere un’occasione per ‘sporcarsi le mani’, come piace dire a noi su queste pagine. Dalle attività radiofoniche a quelle redazionali, dalle attività di tutoring a quelle di lavoro, Andrea Graziano è il prototipo del capitano ideale nei mari della comunicazione moderna.

Abbiamo fiuto nel capire chi – tra gli studenti universitari – stia seminando bene, con consistenza e visione. E Andrea è una delle persone di cui condividiamo con grande piacere la storia e le sensazioni. Qualcosa di importante sta per germogliare nella sua carriera, e vogliamo essere tra i primi a raccontarlo.

I percorsi universitari affrontano il periodo più sfidante della loro storia, specie considerato il dinamismo dell’attuale mercato del lavoro moderno. Tu sembri avere le idee chiare, e sai dove sta andando, dunque partiamo con una domanda che ci consente di esporre la tua visione del domani. Con quali obiettivi realistici ti sei iscritto all’Università e cosa senti di volerti riportare a casa dalla Specialistica alla Sapienza?

“Considero l’iscrizione al corso magistrale ‘Media, comunicazione digitale e giornalismo’ uno spartiacque della mia vita da studente e, col senno di poi, professionale. Mi sono iscritto al corso perché dopo il conseguimento della laurea triennale in Scienze politiche e relazioni internazionali ho deciso di cambiare ambito e di passare dalla passione per la politica, impreziosita dal comparto teorico della triennale e che continuo a conservare e nutrire, al giornalismo, iniziando a fare il redattore tra la fine di un percorso e l’inizio di un altro.

Quando mi sono iscritto al corso magistrale, cambiando facoltà, ambiente e conoscenze, ho deciso di ricominciare da zero rispetto a un percorso triennale durante il quale non ho soddisfatto ciò che pretendo da me stesso. Ho intrapreso il nuovo sentiero con l’obiettivo di ‘mettere le mani in pasta’, affinando la pratica già iniziata al di fuori dell’ambiente accademico e toccando con mano sia i vecchi, che i nuovi media.

Al termine di questa esperienza, che concluderò entro il 2018, potrò vantare un bagaglio non limitato alle conoscenze apprese attraverso lo studio, ma un mix di teoria, pratica e skills acquisite che, per affinità tra me e tale percorso, difficilmente avrei potuto raggiungere altrove”.

Pontilenews, Festival delle Generazioni, Gazzetta del Litorale, Il Caffè Quotidiano e non solo. Nonostante la giovane età ti sei tuffato subito nel mercato del lavoro, ricoprendo posizioni legate al lavoro redazionale tanto per progetti editoriali quanto per l’organizzazione di eventi. Dalla SEO ai Social Media, dall’advertising allo storytelling, hai dunque esplorato diverse aree di competenze. Rispetto a quello che hai visto e vissuto sin ad ora quali sono le aree che hanno stuzzicato maggiormente il tuo appetito professionale?

“Sono convinto che il lavoro sia un’attività da dover far coincidere con il periodo dello studio. In tutta onestà credo che difficilmente ci si possa sentire completi limitandosi solamente a uno dei due ambiti. Durante il corso triennale a Roma Tre ho svolto i più disparati lavori considerabili ‘manuali’ e lontani dall’oggetto di studio di quel periodo. Ciò ha permesso l’accesso a una serie di dinamiche che concernono il rapporto con il cliente, l’impegno volto al guadagno e al nome dell’attività, problem solving e team leading. Skills che non si acquisiscono solo con lavori importanti, ma anche, e soprattutto quando si è giovani, quando ‘ci si spacca la schiena’ e si lavora faticando. Il valore dei soldi guadagnati, il rispetto di un impegno preso, la serietà sul posto di lavoro sono qualità che si acquisiscono solo lavorando.

Tornando al momento-spartiacque, una volta capito cosa potevo e volevo chiedere a me stesso, ho fissato attenzione ed energie su ambiti interconnessi tra loro che possono far collimare passione e qualità del lavoro. Quindi dapprima il giornalismo e una propensione, figlia di interesse, per i social network site. Poi, grazie al corso magistrale, la comunicazione digitale, la comparazione tra vecchi e nuovi media, advertising e nuove forme di marketing.

Gli ultimi campi elencati stanno stimolando sempre più interesse da parte mia per la loro essenza digital, per il dinamismo dell’ambiente e, purtroppo, anche perché la crisi che editoria e giornalismo (campo in cui opero) stanno affrontando rende difficile districarsi in quella fetta di mercato del lavoro con risultati soddisfacenti – principalmente remunerativi, non condivido l’ipocrita retorica di chi non guarda il binomio lavoro-guadagno in termini di indipendenza finanziaria e realizzazione della propria persona.
Difatti, un corso di formazione recentemente seguito ha aperto alcune porte che ritengo e spero possano condurre al campo del marketing e dell’advertising perpetrati attraverso social network site e motori di ricerca”.

Formazione non significa solo Laurea Universitaria. Hai infatti frequentato sempre alla Sapienza di Roma un Corso di Formazione in collaborazione con You&Web Academy in cui risaltano all’occhio molti nomi noti, e amici, alla nostra scuola. Luca Barboni, Gian Luca Comandini e Luca Rallo su tutti. In cosa consiste il ruolo dello Studente Tutor e quanto importanti ritieni questo tipo di attività per l’ampliamento degli orizzonti di un giovane professionista?

“Questa domanda mi viene posta innanzitutto grazie al professor Giovanni Ciofalo, il quale con il corso magistrale ‘Internet studies – Laboratorio di social media management’ ha acceso in me un forte interesse per la comunicazione digitale e i social network site. Lo stesso è l’anello di congiunzione tra L’Università La Sapienza di Roma e You&Web Academy, le due entità che propongono il suddetto corso.

Il professor Ciofalo mi ha dato la possibilità di frequentare il corso col ruolo di studente tutor, quindi di fruire delle lezioni ed esercitazioni del corso e, contemporaneamente, di occuparmi di una parte burocratica dell’offerta in qualità di ponte tra organizzazione e studenti.

Se dovessi rappresentare la mia passione per tali argomenti con una fiamma, il corso è stato benzina. Sono entrato a contatto con professionisti e, senza troppi giri di parole, ho usato cervello e mani per creare. Ho appreso e messo in pratica, ho domandato e capito, sono sempre uscito dall’aula con qualcosa in più.

La consapevolezza principale acquisita è che, se si vuole andare lontano, la formazione universitaria, per quanto fondamentale per la realizzazione personale, non basta. La fame di sapere (teorico e pratico) deve spingere ognuno di noi ad ampliare gli orizzonti, a trasformarsi in remora marina seguendo i pesci più grossi.

La composizione dell’aula ha ulteriormente confermato queste mie convinzioni. Tra i partecipanti vi erano studenti, laureati in cerca di lavoro, lavoratori in cerca di un level up, persone che per motivi generazionali vogliono comprendere i nuovi campi sorti con la digital transformation in atto.

Continuerò a formarmi, a comprare libri redatti da professionisti, a rubare con gli occhi e a farmi valere per meritare il mio posto nel mercato del lavoro”.

La velocità con cui germoglia il futuro professionale di una persona è spesso correlata all’insieme di semi piantati in giovane età. Tra attività universitarie ed extra-universitarie stai evidentemente seminando molto, e non abbiamo difficoltà a immaginare per te un futuro di successo. Influssi familiari, contesto economico, ambizioni personali: sono molti i fattori che possono incidere in questa rincorsa sfrenata, dunque concludiamo con uno spaccato psicologico. Quali sono i motori che ti spingono ad essere così determinato nel perseguimento dei tuoi obiettivi professionali?

“Ringrazio e sottoscrivo la speranza per il futuro. La determinazione che sto mettendo in campo è la risultate di più vettori che puntano a me e che mi spingono nella stessa direzione. L’obiettivo è far collimare passione e professione, evergreen tra gli scopi di molte persone. Oltre a ciò, ovviamente, stabilità economica e conseguente possibilità di godere di una parte di tempo libero da dedicare a futura famiglia, hobby e quant’altro non devono essere un’utopia, ma un punto d’arrivo.

Ogni punto d’arrivo è il punto di partenza di una nuova fase, non ci si può e non ci si deve mai fermare. Chi e cosa mi spingono da un check point all’altro? La mia famiglia, rappresentati dall’ancora indelebile che porterò a vita sulla pelle. La donna che ho accanto, fonte di scopo e distruttrice del claim ‘da soli si ha più libertà d’azione’ – ciò che ricevo è impareggiabile. Gli amici di una vita, gli attori dei momenti di stacco e la mano tesa quando è servita. E chiunque abbia aggiunto un tassello al puzzle della mia realizzazione personale criticandomi, correggendomi, consigliandomi e formandomi.

Il precedente paragrafo non è un «tutti quelli che mi conoscono» alla Posta di Sonia, ma un sintetico elenco dei contributi ricevuti nella mia vita, riflessi in quella professionale.

E poi ci sono io.

Si possono avere tutti gli stimoli possibili, si possono ricevere i migliori consigli e la più grande attenzione, ma se non scatta qualcosa internamente, non ci si muove. Pretendo da me stesso, magari a volte duramente, sfruttando le possibilità che ho, scaturite da età e background. Da più di un anno a questa parte ho saggiato l’importanza del personal branding, del networking e del personal storytelling – a mio avviso non totalmente efficaci (a volte inutili) se non sfruttati su una base personale solida, teorica e professionale. Quando un professore, un datore di lavoro, un professionista riconosce la qualità del mio lavoro compio un altro passo, un salto, altro spazio percorso. Il momento storico che stiamo vivendo impone un continuo reinventarsi, l’impossibilità di sedimentazione.

Purtroppo o per fortuna bisogna correre e contemporaneamente tendere la mano verso i testimoni che abbiamo puntato. Impegno e sacrificio, senza però mai tralasciare le cose belle della vita: quelle verso cui ci si dirige quando il lavoro è concluso”.