Andrea Di Foggia, il Marketing Digitale Visto dal Talento di Napoli

Umile ma confidente, preparato ma sempre disposto ad evolvere la propria formazione, Andrea dimostrerà all’Italia che il talento non ha confini geografici

Abbiamo conosciuto Andrea Di Foggia al Mashable Social Media Day di quest’anno. Per l’occasione, Andrea ha partecipato all’evento milanese come membro della community dei Marketers. Colpiti dal suo corposo accento, ma soprattutto dal suo spirito determinato, abbiamo gettato le basi di una relazione che ci avrebbe inesorabilmente condotto qui. A intervistarlo.

Andrea è molto giovane e sta percorrendo una strada molto lineare ai nostri occhi. Laurea Triennale e Specialistica, esperienza di vita all’estero, prime attività lavorative nel giornalismo, dunque lo sbarco nel Marketing Digitale come freelance. Ha lo sguardo solare, che porta con sé tutto il calore della sua terra, e una capacità di ragionamento critico che si evince anche solo osservando la linearità con cui scrive.

Andrea Di Foggia è stato in grado di uscire dalla sua zona di comfort testando la propria tempra in diversi campi di battaglia. Dall’esperienza a Londra alla scelta di intraprendere la carriera di libero professionista passando per la creazione di contenuti nel gruppo Funnel Secrets, Andrea ha tutti i tratti tipici di un lavoratore che farà bene nella vita. Umile ma confidente, preparato ma sempre disposto ad evolvere la propria formazione, Andrea dimostrerà all’Italia che il talento non ha confini geografici.

L’importante, come dice lui, è non restare mai fermi.

L’Università vive un momento particolare. Il mercato del lavoro evolve in fretta, e l’accademia tradizionale spesso sembra non essere in grado di stare al passo coi tempi. Col senno di poi, cosa senti di esserti riportato a casa dalla Facoltà di Economia?

“Mi è capitato già di dover giustificare ad altre persone ma soprattutto a me stesso i 5 anni di studi in Economia Aziendale (Laurea Triennale) e successivamente in Marketing e Management (Laurea Specialistica) e in particolar modo giustificare gli sforzi fatti per laurearmi con il massimo dei voti per poi intraprendere una carriera da libero professionista / consulente / marketer.

Insomma qualsiasi sia il titolo, parliamoci chiaro, in questo ambito non è assolutamente indispensabile una Laurea a pieni voti con ghirlande e menzioni speciali.

Ringrazio per avermi posto questa domanda. Approfitto quindi per fare una volta e per tutte i conti con me stesso e tirare le somme.

Molte volte, abbastanza superficialmente direi, ho affermato di aver acquisito maggiori competenze in un solo anno di lavoro e da autodidatta che in cinque anni universitari. Incalzo poi mangiandomi le mani al sol pensiero dei mesi dedicati ad esami del tutto fuori tema.

Un po’ è vero. In ogni settore, non riesci a migliorare le tue competenze se non ti sporchi le mani.

Ma tralasciando l’ambito digitale e le competenze tecniche che ho sviluppato nell’ultimo anno, rispondo alla domanda affermando con estrema sicurezza che la specialistica in Marketing mi ha lasciato tantissimo.

Racchiudo in due macro-elementi tutta la conoscenza che sono riuscito ad acquisire negli anni universitari:

  • Mindset Imprenditoriale
  • Project Management

Negli anni, ho sviluppato un mindset ben strutturato. Quando è il momento di agire parte il pilota automatico:

  • Analisi;
  • Strategia;
  • Implementazione;
  • Risultati;
  • Misurazione;
  • Ripeti da capo, senza mai smettere di osservare il mondo con gli occhi del cliente ideale.

Ormai, dopo 5 anni tutto ciò è parte di me. È un qualcosa che prescinde dal lavoro. Adotto questo modus operandi anche quando un amico mi chiede un semplice consiglio che riguarda il quotidiano.

Il secondo macro-elemento che ho sviluppato grazie all’università riguarda il project management.

Sono stati tantissimi i project work che ho svolto insieme ai miei colleghi. Lasciatemela tirare un po’, i prof. erano molto orgogliosi di noi.

Insieme al mio gruppo, ho sempre partecipato a business competition e startup challenge con l’unico obiettivo di dare il massimo e vincere. E posso dire di aver centrato quasi sempre il mio obiettivo.

Ho vinto competizioni regionali e nazionali. Sono arrivato dodicesimo al Premio Marketing tra più di 650 partecipanti.

In questo modo sono riuscito a sviluppare le mie competenze in ambito di leadership e di business planning.

Queste non sono competenze e conoscenza che riesci ad acquisire grazie ad un libro letto la sera prima di andare a dormire o grazie ad un video-corso online.

È anche vero che in cinque anni, soprattutto nel nostro ambito, ne passa di acqua sotto i ponti e potremmo pensare che gli studenti studiano un qualcosa che non metteranno mai in pratica perché già obsoleto al termine del loro percorso universitario.

Verissimo! Ma i miei primi esami non li reputo obsoleti. Se devo pensare ad Andrea di qualche anno fa, sicuramente vedo un ragazzo volenteroso ma senza basi solide per intraprendere una carriera imprenditoriale o manageriale

Il discorso è tremendamente complicato per affermare definitivamente se l’Università sia o meno un dinosauro da estinguere.

Posso dire con sicurezza però che se in un solo anno sono riuscito ad accrescere competenze in ambito digitale, in maniera esponenziale, lo devo esclusivamente alla base solida che ho costruito in passato.

Sono il primo che divora bestsellers come Kotler, Godin, Cialdini, Rifkin. Ma ogni volta che leggo uno di questi libri sento in cuor mio di possedere già quella conoscenza e tutto deriva dagli studi universitari.

Quindi l’Università mi ha permesso di acquisire la conoscenza adatta per accogliere a pieno questa rivoluzione digitale e cavalcarne l’onda.

Una grave mancanza dell’Università è proprio quella di non preparare gli studenti al mondo lavorativo e di non prevedere corsi di formazione per trovare il lavoro dei propri sogni.

Si esatto, per trovare lavoro bisogna acquisire competenze specifiche e una mentalità proattiva, che ad oggi l’Università non aiuta a sviluppare.

Il problema principale che tutto ciò resta pur sempre una questione soggettiva e sta allo studente allargare le proprie vedute e lasciare prima del tempo la propria zona di comfort.

Gli studenti vengono formati in una una sfera di cristallo per poi essere buttati in pasto agli squali. Purtroppo si cresce con la convinzione che il lavoro debba essere ‘cercato’ ed ‘ottenuto’, per poi addirittura ringraziare inchinandosi.

Io la penso all’esatto opposto. Il lavoro si attira. Il lavoro siamo noi a doverlo creare. Può essere banale come affermazioni, intanto però gli studenti soffrono ancora in massa di passività cronica.

Anche nel creare un cv non viene dedicato il giusto impegno e la giusta passione. Allora perché un’azienda dovrebbe sceglierci per curare i suoi interessi se non riusciamo a curare nemmeno i nostri?

Quello che dico a tutti i miei coetanei è che il primo obiettivo oltre allo studio deve essere quello di rendersi appetibili.

È fondamentale migliorare le proprie competenze ma soprattutto rendersi conto che il miglioramento personale è impossibile senza sviluppare prima di tutto consapevolezza di se stessi”.

Le persone curiose si affacciano al mercato del lavoro in anticipo rispetto ai tempi, oppure sperimentano un’esperienza fuori da casa per uscire dalla cosiddetta zona di comfort. Londra sicuramente ti dice qualcosa. Com’è andata oltre la Manica?

“Londra è una città a cui sono legato particolarmente. Ci sono stato varie volte da turista ma è stata anche molto accogliente quando ho deciso di allontanarmi da casa, dalle mie abitudini, dalle mie sicurezze per intraprendere un nuovo viaggio.

Qualche anno fa infatti ho deciso di vivere un’estate diversa, investendo soldi e tempo per il mio futuro.

Parliamo di un piccolo periodo. Ho trascorso appena 40 giorni nella city ma sono stati abbastanza per farmi sentire un Londoner.

Da buon meridionale ho dovuto accelerare il passo ed abituarmi alla vita frenetica dei britannici. È indubbio che un’esperienza del genere mi abbia migliorato dal punto di vista culturale.

Quello che più mi ha dato Londra invece è stata la spinta necessaria a convincere il mio ‘Io’ interiore del fatto che sono un cittadino del mondo.

Ho sviluppato finalmente la consapevolezza di appartenere a qualcosa di più grande di me. Nascendo in un piccolo paesino di provincia, se non lotti per uscirne rischi di restarci vincolato a vita. La zona di comfort si rivela davvero comoda ed estesa. Se non stai attento, ti riduci a guardare il mondo da spettatore.

Ho sempre combattuto invece la tradizionalità delle cose, il dover vivere una vita già programmata, imposta da quelli che sono gli standard quotidiani. Della serie studia, cresci, trova un lavoro, qualsiasi esso sia.

A Londra ho apprezzato davvero quanto sia meraviglioso relazionarsi con persone provenienti da tutto il mondo.

Confrontarsi con qualcuno che ha un passato alle spalle totalmente diverso dal tuo e che viene dall’altra parte del mondo di sicuro ti fa crescere in maniera smisurata.

Purtroppo la mia avventura è terminata con l’avvento dell’autunno. Avevo una tesi da scrivere e da discutere. Ecco che riparliamo di Università.

Chissà, se fossi rimasto la mia vita oggi sarebbe diversa, oppure no. Di sicuro non avrei raggiunto alcuni risultati di cui sono davvero fiero ed orgoglioso.

Mettiamola così: Londra è stata soltanto un prologo alle esperienze estere che mi sono prefisso per questo 2018 e per gli anni a venire”.

Il tuo profilo LinkedIn parla chiaro: Voce Nuova TV è la realtà dominante sul tuo CV, sia come Co-Fondatore che come Brand Manager. In un mercato in crisi come quello dell’informazione, quali sono gli elementi di differenziazione di questo progetto editoriale?

“Voce Nuova TV è stata per me un’iniziazione al mondo del lavoro ma soprattutto un qualcosa di cui vado fiero. Parliamo di una testata giornalistica, registrata regolarmente, che si focalizza, oltre che sulle news nazionali, su cosa accade nel territorio campano e in particolar modo nella provincia di Caserta.

Sono riuscito così a catalizzare la volontà di essere parte attiva di un cambiamento del mio territorio e dare voce ai cittadini.

Di natura amo brandizzare qualsiasi cosa, che si tratti di un evento importante, un prodotto o anche semplicemente di una piccola festa tra amici.

Nel mio ruolo di Brand Manager ho focalizzato le mie energie nel creare valore per il Brand nel più breve tempo possibile ed accrescere la cosiddetta Brand Awareness in giro per i piccoli paesi dell’Agro Aversano.

Non sono un appassionato di politica, ma per dare voce ai cittadini bisogna dapprima garantire loro l’informazione.

Il primo obiettivo da raggiungere è stato quello di presidiare i consigli comunali di ogni paese della provincia per consentire ai cittadini di seguire il consiglio comunale comodamente da casa ed essere costantemente aggiornato sulle decisioni prese da chi li governa.

Il cittadino medio di ogni provincia d’Italia è abituato ad informarsi riguardo a cosa accade a Montecitorio o a Palazzo Chigi. Quando la propria città viene menzionata in tv per un fatto di cronaca, si dà importanza più alla citazione che alla notizia in sé.

La mission di Voce Nuova Tv è quella di informare il cittadino riguardo a cosa accade invece nella propria comunità, piccola o grande che sia e incentivare l’italiano medio ad informarsi costantemente su cosa combinano i propri politici. L’obiettivo a lungo termine sarà quello di ricoprire sempre più comuni d’Italia.

Come potete capire parlo sempre bene delle mie ex. Voce Nuova Tv è al momento un progetto che fa parte del mio passato. Per svariate cause, mio malgrado, io e la mia prima startup abbiamo intrapreso strade differenti”.

Napoli è una piazza lavorativa particolare. Come giovane professionista del marketing digitale, quant’è difficile emergere in questa piazza?

“Non basterebbe un intero libro per rispondere. Mi ricollego subito alla prima domanda. Università e mondo del lavoro sono due cose che vanno ovviamente a braccetto.

Per entrambe c’è una costante negativa che non accenna ad estinguersi: l’ignoranza!

Attenzione, non è mio intento offendere nessuno. Voglio utilizzare questo termine con le pinze e soprattutto analizzarne l’aspetto bonario.

Il marketing digitale è purtroppo ancora una realtà alla portata di pochi. Non tutti ne hanno compreso le potenzialità perché bloccati da un presente troppo frenetico che in realtà li tiene congelati nel passato.

Sono pochi gli imprenditori che riescono a trovare il tempo per continuare a formarsi e di conseguenza aggiornare la propria conoscenza.

A loro volta, sono pochi gli studenti e i freelance che credono davvero in quello che fanno.

Parecchi imprenditori, commercianti, liberi professionisti, ecc., non comprendono ancora la vastità che caratterizza il digital marketing.

Dopotutto cos’è il digital marketing? Questo termine può dire tutto e niente. Ecco perché parlo di ignoranza.

Non vengono ancora ben distinti i vari ambiti che caratterizzano questo settore. Ancor di più sono i ruoli professionali a risentirne.

La generazione attuale di imprenditori è ancora poco informata e pretende da un ragazzino un lavoro che in realtà spetterebbe ad un ‘team’ di persone.

Ok, questo è il lato imprenditoriale. Cambiamo sponda ora e analizziamo chi invece possiamo definire nostro collega.

Quanti di loro sono davvero consapevoli di quello che fanno? Quanti di loro hanno davvero studiato e quanti assicurano risultati concreti? Secondo la mia esperienza ho individuato due principali problemi:

  • Totale assenza di barriere all’entrata: chiunque da un giorno all’altro può definirsi super digital marketing strategist & specialist di terzo livello. Questo aspetto alimenta il secondo problema;
  • Ci sono digital marketer furbacchioni ma anche molti insicuri.

Vediamo insieme da chi sono popolate queste due categorie (questa volta evito di brandizzare con nomignoli vari, qualcuno potrebbe offendersi)

I furbacchioni sono tutti coloro che si vendono come esperti, a prezzi folli, per poi distruggere letteralmente business di poveri commercianti e piccoli imprenditori.

Questi ultimi, di conseguenza, scottati da queste brutte esperienze, vedranno ancora più di cattivo occhio il digital marketing esclamando frasi del tipo:

‘Facebook non funziona ed è troppo costoso’;

‘Abbiamo creato il sito, l’ho pagato un occhio della testa, ma le vendite non sono aumentate’;

‘Per me quelli che danno risultati sono sempre e solo i cartelloni pubblicitari’.

Fanno parte del secondo gruppo, gli insicuri, tutti coloro che accettano di prostituirsi (in senso figurato, sia chiaro) per pochi euro la settimana.

Ho letto più volte in giro per il web di persone che accettano come retribuzione ‘1€ a post’ oppure affermano: ‘lavoro tutto il mese, se riusciamo ad ottenere risultati mi pagano’. Bene altrimenti vai alla Caritas, aggiungo io.

In pratica siamo circondati da approfittatori e vittime. Non essendo un ambito ancora maturo, riesce ad emergere chi più è consapevole di sé.

Per questo motivo ho deciso di non fossilizzarmi sul territorio locale ma di allargare le mie vedute ed esplorare lo stivale nella sua completa estensione.

Ed è per questo motivo che ho iniziato a lavorare prima di tutto sul mio personal brand (lasciami utilizzare questa parola, ultimamente va davvero di moda) e di quella che è la mia immagine sul web, abbracciando le potenzialità incredibili del networking.

Il nostro rapporto è la prova di quanto siano fondamentali le pubbliche relazioni e di quanto siano state potenziate dal digitale.

Grazie a tutto ciò sono riuscito ad entrare in contatto con una realtà come Marketers, la community di imprenditori digitali di Dario Vignali e Luca Cresi Ferrari”.

Quella dei Marketers non è una community come tutte le altre. Ciò che la rende speciale sono il livello tecnico delle conversazioni e lo spirito comunitario, che rende il gruppo più una famiglia che non un semplice gruppo di professionisti. Quando sei entrato a farne parte e che giudizio ne dai?

“Seguo la community di Marketers da ormai un anno. Per caso mi sono imbattuto nel blog di Dario per poi approdare nel gruppo Facebook.

Inizialmente ero alla ricerca di informazioni riguardo al web marketing e un corso di Facebook Advertising.

Ricordo che trovai finalmente quello che cercavo: quantità infinita di informazioni di valore e un gruppo dove ricevere le risposte che cercavo da persone gentili e disponibili.

Mi ha colpito, infatti, sin dal primo momento la totale assenza di hater. Coloro che per stile di vita decidono di odiare gli altri insomma.

Inizialmente non sapevo se i moderatori fossero dei cecchini oppure era il fattore ‘community’ che aveva innescato una selezione naturale all’interno dei gruppi Marketers.

Con il senno di poi posso confermare che il secondo motivo è sicuramente quello che rende così accogliente questa community.

Il collante non è l’ambito lavorativo, né la passione per il digital marketing come molti possono pensare. Marketers rispecchia uno stile di vita, anzi un nuovo modello di vita.

Quando devo spiegare ad amici e parenti qual è il mio lavoro inizio a sudare e sai perché? Come glielo spieghi che puoi lavorare in ogni dove e in ogni quando, senza essere alle dipendenze di un’azienda?

Ecco questo è quello che accomuna i Marketers, un nuovo modello di business ancora incomprensibile per molti.

Un collante che Dario, grazie alle sue capacità comunicative, è riuscito a diffondere a macchia d’olio in tutto il web ma soprattutto offline”.

Funnel Secrets è l’ultima creazione di Dario Vignali e Luca Mastella. Tu sei uno dei Moderatori del Gruppo Facebook nonché Collaboratore con Luca all’interno della Masterclass. Chi ti ha seguito fedelmente nel Gruppo Facebook ha visto quanto valore tu abbia apportato alla conversazione. Hai risposto fedelmente ai dubbi degli utenti ma, soprattutto, hai prodotto delle content curation in grado di riassumere i migliori tool e le migliore tecniche emerse lungo i mesi. Cos’è Funnel Secrets e quali sono i 3 insegnamenti principali che ti senti di condividere coi nostri lettori?

“In questi giorni mi avete ripetuto più volte: ‘niente accade per caso’. Assolutamente d’accordo. Funnel Secrets doveva essere il corso che avrebbe coronato i miei studi in digital marketing.

Avevo toccato un po’ tutti gli ambiti, ho testato con le mie mani diverse mansioni. Di carattere non sono un tipo che riesce a mettere da parte qualcosa e focalizzarsi su una ed una sola cosa.

Quindi ho dovuto toccare con mano e decidere in base al livello del mio umore. Ho provato a specializzarmi in Facebook Advertising, ho svolto per alcuni mesi il ruolo di Social Media Manager, ho preso in considerazione la possibilità di intraprendere una carriera aziendale partendo da uno stage.

Ogni qualvolta il mio umore non era più ad un livello accettabile ho deciso di cambiare pagina e di provare altro, fino al momento in cui mi sono imbattuto nei funnel.

Successivamente Funnel Secrets è stato per me un modo per effettuare un cambiamento personale.

Un passaggio da fruitore a creatore di contenuti. Ho finalmente deciso di incollarmi davanti lo schermo non più per lavorare e imparare ma per condividere la mia conoscenza.

Grazie ad FS mi sono rivolto a persone interessate a quello che avevo da dire. Ed è stata una meravigliosa sorpresa: avevo tantissimo da dire, al punto da dover ridurre il numero di parole dei miei post.

Più che insegnamenti, Funnel Secrets ha confermato qualcosa che ho appreso strada facendo e che ogni giorno mi impegno a condividere con chi prova le stesse emozioni che mi hanno pervaso per mesi e cioè:

  • Mettiti in gioco!
  • Siamo 7 miliardi, ci sarà sempre qualcuno che ne sa meno di te!
  • Acquisisci consapevolezza di te stesso!

Ecco, queste tre semplici considerazioni mi hanno permesso, ad oggi, di poter collaborare con la realtà più grande d’Europa in ambito di digital marketing.

Concludo ringraziandovi ancora una volta. È stato meraviglioso ripercorrere gli ultimi anni della mia vita e ‘ricordare’!

Mi avete permesso di analizzare il mio percorso fino ad oggi e farmi rendere conto che qualcosa di buono sta venendo fuori.

Infine desidero lasciare questo monito a tutti i tuoi lettori, come se stessi parlando ad un mio amico davanti ad una birra ghiacciata:

Il web ha spalancato le porte della conoscenza e ci permette di essere presenti in qualsiasi parte del mondo. Scrollati di dosso le tue paure e le tue insicurezze. Il tempo non resta fermo ad aspettarti. La tua vita scorre in fretta. Dagli un senso.

Se stai pensando che sono soltanto favole, fa niente. Continua pure per la tua strada.

Se invece ciò che ho appena detto ha senso per te, aggiungimi su Facebook sarò felice di incrementare il valore della mia rete di contatti, grazie a persone come te, che la pensano esattamente come me :)”.

https://andreadifoggia.net/fb/aggiungimi/