Alice Duranti, Genio Creativo della Digital Combat Academy
Intervistiamo il giovane talento che si cela dietro la brand identity della scuola. Un’occasione per immergerci nell’universo professionale della creatività
Noi della Digital Combat Academy facciamo parte di un’azienda, prima ancora che di una scuola. Come in tutte le aziende che partono da zero ci siamo dovuti armare di un’identità visiva. Per farlo di siamo rivolti alla nostra rete di contatti, in cerca di un talento abbastanza maturo da strutturare un lavoro di qualità e abbastanza giovane da accettare la nostra sfida digitale. E non potremmo essere più orgogliosi di aver puntato su Alice Duranti.
Alice, fresca di un Master’s Degree in Communication Design alla University of the Arts London, si è occupata di realizzare il nostro logo e la nostra brand identity. Tre mesi di studio e lavoro hanno portato a definire il “vestito” e l’anima grafica della scuola in ogni suo aspetto. Dalla scelta dei colori a quella del font passando per i mockup del sito web, Alice ha letteralmente gettato le fondamenta di come il mondo percepisce la scuola.
Lavorare con lei è stato da manuale. Ha da subito sposato la visione della scuola e ne ha colto i valori cardine, tramutandoli in immagini passo dopo passo. Quando la visione pragmatica dell’imprenditoria incontra il talento creativo di una persona come Alice il risultato finale è semplicemente perfetto.
Adesso spetta a noi della Digital Combat Academy celebrare il suo lavoro, replicando nei nostri Corsi in Aula tutta la determinazione che traspare dal logo e dall’identità visiva che Alice ha pensato per noi.
Lavoreremo sicuramente di nuovo con lei. Giusto il tempo di pianificare la prossima sfida creativa. Nel frattempo, ecco le sue parole.
La grafica è uno dei tanti universi professionali travolti dalla rivoluzione digitale. Cambiano gli strumenti di lavoro e cambiano i modi per forma alla propria creatività. Eppure gli assunti di base dell’arte restano gli stessi, vanno solo adattati alle nuove piattaforme. Come pensi che evolverà la professione del creativo da qui ai prossimi 10 anni?
“La digitalizzazione ha completamente cambiato l’approccio al lavoro, in particolare nel campo della grafica: ad oggi nella nostra professione la conoscenza di programmi come Photoshop o InDesign sono indispensabili per poter lavorare, e sempre più vengono richieste conoscenze dei linguaggi web e dei social media. Capire come la comunicazione tra le persone cambia e si evolve in relazione alla digitalizzazione sociale diventerà indispensabile per i designer del futuro”.
Graphic Designer o Communication Designer? Spiega la differenza a una platea di non addetti ai lavori per introdurre la tua vera professione.
“Diciamo che non c’è una risposta univoca a questa domanda. A mio parere, il Graphic Designer è una professione che riguarda tutti gli aspetti tradizionali della grafica come la progettazione di loghi, brochure, libri, siti web. Il Communication Designer, invece, ha un approccio più ampio e sperimentale alla professione: tutto è comunicazione visiva (quello che mangiamo, come ci vestiamo) e tutto può essere utilizzato come linguaggio comunicativo; il Communication Designer si trova in una “zona grigia” che gli consente di trovare metodi di comunicazione innovativi e non tradizionali.
Ogni categoria professionale presenta ambienti di nicchia sul web. Per i creativi, ad esempio, esistono siti web in cui è possibile di condividere il proprio portfolio. L’obiettivo? Esporre la propria bravura al mondo, come fosse la vetrina fisica di un negozio. Per talenti come te, quali opportunità creano piattaforme come Behance?
“Siti web come Behance o The Dots, ma anche piattaforme social come Facebook e Instagram, possono essere molto utili per presentare il proprio lavoro, a costo zero, ad un pubblico potenzialmente mondiale. L’altro lato della medaglia è l’estrema accessibilità: questo tipo di piattaforme sono utilizzate da migliaia di designer di ogni livello, rendendo difficile emergere dal mucchio. Alla fine dei conti, a prescindere dalla piattaforma scelta sono convinta che quello che faccia davvero la differenza sia presentare progetti di qualità. Se il proprio lavoro è valido troverà un modo per farsi strada, con o senza web”.
Immagina di parlare a degli studenti di grafica al primo anno di Università. Come racconteresti il lavoro che hai svolto per costruire da zero la brand identity della Digital Combat Academy?
“Siamo partiti da una ricerca visiva sui competitor, analizzandone forze e debolezze. Dopodiché ho presentato a Federico, il Direttore Accademico della scuola, tre idee molto diverse seguendo la sua visione e, passo dopo passo, abbiamo scremato e affinato il progetto fino ad arrivare al logo finale. È stato un processo molto fluido, un dialogo continuativo e tra me e Federico. In quanto designer è nostro dovere cercare di interpretare efficacemente la visione del cliente: la situazione ideale è quando il cliente ha un’idea precisa da interpretare ed espandere, ma allo stesso tempo è aperto ai consigli e all’esperienza del grafico”.