Alberto Staderini, Associate Partner in yourDIGITAL dopo 11 anni in Bose
Crediamo molto nelle segnalazioni dei nostri Docenti. Se ci passano un nome è buono segno, garantito. Sia esso un potenziale Studente della scuola, un partner o, ancora, un potenziale formatore. Ebbene, Alberto Staderini giunge a noi grazie al re del networking – rullo di tamburi, Jacopo Mele.
Ci siamo connessi con Alberto prima via telefono. Noi gli abbiamo raccontato la nostra visione, e lui ci ha raccontato la sua storia. Ci è sembrato da subito un professionista solido, il quale dopo oltre 10 anni di esperienza in Bose ha scelto di tornare nella sua Roma all’interno del team dinamico di yourDIGITAL.
Cogliamo dunque l’occasione per presentare alla nostra community lo stimolante percorso di Alberto, con la speranza di incontrarlo presto dal vivo.
Il mondo del lavoro avanza e la formazione accademica, spesso, sembra non stare al passo. Tu quale percorso formativo hai intrapreso all’interno della Sapienza e, col senno di poi, quanto ne sei uscito soddisfatto?
“Quando mi sono iscritto all’università era stata da poco aperta la facoltà di Scienze della Comunicazione ma era ancora molto acerba per diversi motivi, mi piaceva sociologia perché studia ‘le cose fatte dagli uomini come gruppi’ e questo alla fine l’ho ritrovato studiando Economia che unisce questo aspetto a quello della produzione di valore.
Ho prediletto gli aspetti più sociologici e meno matematici del corso di studi e, a distanza di 15 anni, sono più che soddisfatto: la forma mentis e la preparazione ricevute sono solide. È vero però che il tipo di insegnamento non è stato pratico e sul lavoro ho dovuto poi imparare molte cose, ma forse è giusto così: il lavoro non mi avrebbe potuto insegnare (o lo avrebbe fatto peggio) quello che mi ha dato l’università: visione strategica e capacità di apprendere nel tempo. Dopo l’università ho comunque studiato grafica da autodidatta e fatto corsi su marketing, comunicazione e siti internet.
Il fatto è che oggi la formazione non può più essere uno stadio della carriera ma una costante: chi non si aggiorna continuamente è destinato a rimanere indietro. Quindi il silver bullet non va cercato nell’università o in altri corsi tematici. Il silver bullet è la formazione costante”.
Insieme ad Harvard e Oxford, la Yale University è sicuramente uno dei nomi più altisonanti nel campo della formazione internazionale di prestigio. Come sei arrivato alla Yale School of Management e cosa ti sei riportato a casa da questa esperienza internazionale?
“Ho avuto la fortuna di lavorare in una multinazionale americana che mi ha dato molte occasioni di formazione: una è stata un corso in ‘leading and managing globally’, tema importantissimo oggi e molto utile in strutture internazionali a matrice (ma non solo).
Mi sono portato a casa molti argomenti interessanti, utilissimi nei rapporti in azienda e nella gestione del mio team: avevo un ruolo internazionale e i miei riporti erano in Europa e Australia.
Abbiamo lavorato in maniera straordinaria… tutto da remoto! Ed anche in questo caso il tema di fondo è ‘try walking in my shoes’ (come cantano i Depeche Mode), lo stesso alla base della comprensione economica e sociologica: bisogna ragionare in maniera sistemica e questo richiede una visione strategica”.
Il tuo profilo LinkedIn parla chiaro. L’esperienza in Bose ha rappresentato la più duratura della tua carriera, con ben 11 anni all’attivo e 6 diverse funzioni ricoperte lungo il percorso. Come riassumeresti le tappe fondamentali di questo lunghissimo viaggio?
“È stato un viaggio bellissimo, dinamico e divertente (bisogna sempre divertirsi!) che mi ha permesso di fare molta esperienza. Tre sono state le tappe principali: la gestione e promozione del sito e-commerce e di vendite direct (via telefono), le attività (infinite) di marketing e comunicazione, sia strategiche che operative, l’applicazione del Digital in ambito marketing e partnership.
La cosa più bella è stata non solo imparare tante cose diverse in un ambito straordinario come il marketing e il digital, ma anche crescere come manager: quando sono entrato creavo le newsletter italiane in html, quando sono uscito gestivo un team internazionale di marketing e digital”.
Tornato a Roma definitivamente, il tuo percorso ora si svilupperà all’interno di yourDIGITAL, pool di esperti che professano il verbo della trasformazione digitale all’interno delle imprese italiane. Di cosa ti occuperai nello specifico e come mai hai optato questa strada professionale basata a Roma?
“La carriera in Bose mi ha portato a Milano e mi ha fatto crescere molto, ma le mie aspirazioni non coincidevano più con le possibilità offerte dall’azienda, mentre intanto il mondo ‘fuori’ stava accelerando sempre di più.
Volevo tornare a Roma (mia città natale) e crescere ancora più velocemente e quando ho incontrato il team di yourDigital ho scoperto tante persone in gamba, con tanta esperienza negli innumerevoli ambiti del Digital… e in più si divertono come matti: come fai a non unirti a loro?
La mia formazione più tradizionale e strategica non mi permette di presentarmi come specialista in argomenti verticali ma piuttosto di supportare le aziende nella definizione della strategia di trasformazione digitale in modo da assicurare la rotta giusta per mettere la loro attività al passo coi tempi”.
Siamo entrati in contatto grazie a un amico comune, il grande Jacopo Mele, che ci ha presentato il tuo crescente interesse verso l’attività di Docenza. Quando hai assaporato per la prima volta questo ruolo e cosa ti spinge ad apprezzarlo?
“Ho il pallino per la docenza da molti anni. Ci sono tanti modi per insegnare e durante la mia carriera ho cercato sempre di imparare ed insegnare: si può fare education con il tuo team, con altri colleghi… perfino con il tuo manager! Credo fermamente nel Give First e nel Give Back e ho sempre supportato forme di insegnamento anche all’interno del mio team, in modo che ognuno potesse mettere a disposizione degli altri la propria esperienza.
L’insegnamento è un’attività fondamentale di crescita sia personale che per la società intera ed è importante che ci accompagni costantemente. Ho assaporato il piacere di ‘salire in cattedra’ ufficialmente solo di recente, per un’azienda, e da quel giorno mi sono ripromesso di continuare a farlo non solo al lavoro ma anche come docente: ‘la conoscenza e la cultura sono la vera ricchezza, non i soldi’ (la disse un’assistente di Diritto Privato, non la dimenticherò mai)”.
Se ti chiedessi di immaginare l’Alberto Staderini del futuro, come ti immagini la tua vita da qui al 2022?
“Con qualche capello bianco in più e con il sorriso di chi gioisce per quello che fa, per quello che ha fatto e per quello che farà”.