Alberto Fecchi, come fare innovazione con le persone al centro

Ci sono tante storie di resilienza in Italia, e in particolare nel marketing digitale. Il nostro ruolo, qui alla Digital Combat Academy, è trovarle e dar loro un megafono. Come quello concesso ad Alberti Fecchi, giovane imprenditore che racconta la sua esperienza in questa intervista.

Particolarmente simbolico è il racconto della sua esperienza universitaria, cui ha saputo attribuire un valore importante anche e soprattutto perché è durata solo un anno. Quello che agli occhi esterni sembrava essere un anno male investito, è stato al contrario un anno di illuminazione per il sentiero di Alberto, sempre più direzionato nel mondo dell’informatica.

Da questo periodo è infatti arrivata la decisione di restare indipendente, e di fondare un’azienda, LuckySeven. Con tutti gli alti e i bassi che fare impresa porta con sé, Alberto ha tenuto duro, trovato collaboratori in gamba e dato alla sua passione per l’innovazione un unico grande centro: le persone.

Per voi, la sua storia.

Alcuni talenti sviluppano la propria comprensione del mondo lavorativo da autodidatti, altri seguono il corso prestabilito delle cose con esperienze universitarie in Italia o all’estero. Tu, caro Alberto, come hai formato la tua professionalità?

“Credo che la risposta più giusta alla tua domanda sia ‘con la passione’. Mi spiego meglio: ho avuto il primo contatto con un computer a 8 anni e ho iniziato a programmare a circa 11-12 anni. Come puoi immaginare, a quell’età non riuscivo nemmeno a pensare al mondo del lavoro, ero solo un bambino che voleva divertirsi e ‘creare cose’. Passavo ore a mettere in pratica quello che studiavo sui libri, ero estremamente affascinato dall’idea di poter creare praticamente qualsiasi cosa semplicemente stando seduto avanti ad un computer.

Con il passare del tempo ho integrato i miei studi da autodidatta con diversi corsi privati, fino ad arrivare alla scelta fondamentale che tutti i neo-maggiorenni devono fare: università si o no? L’idea di, concedimi il termine, ‘studiare in gabbia’ per altri 5 anni non mi convinceva, ma ho comunque deciso di fare un tentativo, spinto anche da amici e parenti. La cosa che può sembrare strana però è che, invece di scegliere la facoltà di informatica, ho scelto quella di economia, un’altra materia che mi appassionava molto.

Il mondo dell’informatica è molto più pratico e, in base alle mie esperienze passate, sapevo che non avrei fatto fatica a trovare dei lavori anche in futuro, anche senza una laurea. Per questo motivo ho ripiegato sulla seconda scelta. Dopo un anno però mi sono reso conto che, anche se l’argomento mi appassionava molto, non sarebbe mai stato ‘il mio futuro’.

Ho quindi lasciato l’università e mi sono rimesso a fare quello che avevo fatto per metà della mia vita (oggi direi per due terzi): puntare tutto sull’informatica, la mia grande passione. In seguito, mi sono sentito dire da alcuni amici: ‘peccato, hai buttato via un anno della tua vita inutilmente’. A mio parere, invece, quello è stato l’anno più importante di tutta la mia carriera: è in quel periodo che ho capito davvero quale sarebbe stato il mio futuro. Mi fa sorridere l’idea che l’università si sia rivelata utile anche nella sua ‘apparente inutilità’, ma questo ovviamente vale per me.

Da quel momento non ho mai smesso di studiare e fortunatamente, in un settore in continua evoluzione come quello dell’informatica, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare”.

Anche nell’approccio al primo impiego esistono diverse strategie. C’è chi si tuffa nel mondo dell’imprenditoria sin da subito, e chi matura esperienza in azienda prima di staccarsi e fondare la propria realtà. Prima di arrivare a fondare LuckySeven come hai sviluppato il tuo percorso professionale?

“Ho avuto le mie prime esperienze lavorative nel settore informatico intorno i 15-16 anni, piccoli lavori per amici e parenti. A quel tempo vedevo quei lavori come delle piccole sfide per testare le mie conoscenze, ma ripensandoci ora rappresentano il mio primo passo verso il mondo dell’imprenditoria. Dopo la mia breve esperienza universitaria ho provato a cercare qualche lavoro come dipendente ma l’idea di abbandonare la mia tanto sudata ‘libertà’ non mi piaceva, ho quindi deciso di mettermi seriamente in attività aprendo la mia ditta individuale: LuckySeven.

Le richieste di lavoro in ambito informatico erano in pieno boom e non ho faticato molto a trovare i primi clienti. Nel corso del tempo mi è capitato anche di lavorare, per periodi prolungati, presso la sede di alcuni miei clienti, permettendomi di fare esperienza anche dal punto di vista del dipendente. Inizialmente la mia attività era quasi totalmente incentrata sullo sviluppo del software, ero in un certo senso un ‘programmatore mercenario’ più che un imprenditore.

Il salto di qualità è avvenuto quando, in Italia, si è iniziato a parlare di ‘startup’. Mi sono immediatamente innamorato di quel mondo e volevo entrare a farne parte a tutti i costi. In quel caso, le mie conoscenze informatiche non bastavano, ma era importante avere solide basi di molti altri concetti legati al mondo del business e del marketing. Nel corso degli anni mi sono quindi concentrato a far diventare ‘l’innovazione’ il core-business della mia attività, passando così da semplice ditta individuale a Srl insieme ad un validissimo team di collaboratori”.

Molti giovani startupper si lanciano nel mondo dell’imprenditoria unicamente per non avere un capo, ma non capiscono la complessità di dover gestire un’azienda. Collaboratori, clienti, tasse. Accompagnaci nella comprensione di questa complessità. Di cosa si occupa LuckySeven e come si è evoluta nel tempo?

“Anche nel mondo del business, a mio parere, non si smette mai di imparare. Puoi prendere tutti i libri di imprenditoria che vuoi (e fidati, io ne ho letti tanti) ma non sarai mai totalmente pronto a gestire la tua attività finché non ne affronterai i problemi in prima persona. Forse l’ho descritta in modo spaventoso, ma la gestione di un’attività è invece la parte più stimolante di tutta l’imprenditoria. Sei al timone della nave e tutto dipende da te. Non esiste nessun manuale d’istruzioni.

LuckySeven è nata come ditta individuale che si occupava di sviluppo siti web e gestionali, oggi è un’azienda che supporta a 360° le startup digitali in tutto il loro processo evolutivo, dalla definizione dell’idea iniziale all’arrivo sul mercato, passando ovviamente per lo sviluppo di tutte le soluzioni software necessarie. La trasformazione della LuckySeven non è mai stata decisa a tavolino ma è frutto di una costante comprensione del mercato unita all’amore per l’innovazione, concetto che, tradotto in altri termini, possiamo riassumere in una parola: ‘persone’.

L’imprenditoria è fatta di persone, da qualsiasi punto di vista la guardi. I clienti sono persone, i soci, i collaboratori, i dipendenti, i fornitori, sono tutte persone. Il consiglio fondamentale che posso dare quindi è quello di scegliere molto, molto bene le ‘persone’ con cui si andrà a interagire nel medio/lungo periodo. Come LuckySeven abbiamo avuto la possibilità di aiutare molte startup a muovere i primi passi, creando dei legami duraturi – spesso accompagnati da equity – grazie al rapporto di fiducia reciproca instaurato con i founders. Questo tipo di approccio è quello che probabilmente ci aiuta ad andare a ‘lavoro’ ogni giorno con il sorriso, mantenendo sempre viva la nostra motivazione a fare sempre meglio”.

Abbiamo parlato del passato, abbiamo fotografato il presente, ora volgiamo lo sguardo al domani. Un imprenditore è una persona che ha una visione e vuole realizzarla, portarla a terra. Se chiedessi cosa vedi per te e la tua azienda da qui al 2022, tu Alberto cosa risponderesti?

“Non mi stancherò mai di ripetere che amo l’innovazione, quindi posso affermare con sicurezza che nel 2022 LuckySeven aiuterà ancora gli imprenditori a concretizzare le proprie idee. Siamo (per fortuna) in costante crescita, arriveremo quindi ad avere più personale per occuparsi anche – e soprattutto – di alcuni progetti interni che intendiamo portare avanti, oltre che per i nostri clienti.

L’obiettivo è quello di diventare un vero e proprio punto di riferimento per startupper e ‘wannabe’, aiutando gli imprenditori a trovare e seguire un percorso mirato al raggiungimento dei propri traguardi. Da un punto di vista strettamente tecnico sono invece sicuro che saremo molto attivi dal punto di vista degli assistenti vocali, un mercato già in estremo fermento che promette di portare una vera e propria rivoluzione nelle nostre abitudini.

Personalmente mi piace molto fare formazione in ambito informatico ed imprenditoriale, sia all’interno di LuckySeven sia esternamente, nelle scuole o come Director del Chapter di Foligno di Startup Grind, mi piacerebbe quindi riuscire a fare ancora qualcosa in più, come eventi e workshop dedicati ad argomenti specifici. In ogni caso, sono sicuro che tra tre anni non mi mancherà la voglia di crescere e migliorare, così come non mi manca oggi”.