3 Strategie di Marketing delle Scuole Concorrenti Che Non Amiamo

Gestire una Scuola di Marketing Digitale nel 2017 è un lavoro stimolante. Non abbiamo neanche bisogno di ricercare cosa facciano le scuole concorrenti, perché la loro pubblicità profilata finisce davanti ai nostri occhi tutti i giorni. Nel Feed di Facebook come in quello di Instagram, siamo quotidianamente bombardati dai messaggi pubblicitari dei competitor. Messaggi che a volte fanno sorridere, e a volte fanno venire l’amaro in bocca.

Per amore della sintesi, abbiamo elencato le tre cose che davvero non amiamo delle altre Scuole di Marketing Digitale. Non ce ne voglia male nessuno: vogliamo solo alimentare la conversazione intorno a temi caldi di cui è bene parlare.

1 ▶ Non amiamo le scuole che fanno di tutto per distrarti dal costo reale dei corsi.🔥

L’esempio classico è l’accostamento tra un pezzo sbarrato e un prezzo non sbarrato. È una strategia di comparazione del pricing opportuna se vendi scarpe in tempi di saldi estivi.

Quando si parla di formazione, che è una cosa seria, sarebbe plausibile andare dritti al punto. Niente (finti) prezzi sbarrati, niente IVA nascosta, niente extra spese all’ultimo minuto.

Condannabili sono anche le scuole che fanno di tutto per nasconderlo, il costo di un corso. Sono quelle che arruolano i migliori esperti di UI e UX per mostrare il prezzo con un carattere ridotto, un colore meno acceso e al centesimo scrolling di pagina.

Chiudono il cerchio, in ordine di gravità, le scuole che il costo di un corso lo omettono proprio del tutto. Sono quelle che ti comunicano il prezzo in privato solo se compili il loro form (e dunque gli regali l’email) o alzi la cornetta per chiamarli (e dunque gli regali il tuo tempo).

Una scuola che depista l’attenzione dei potenziali studenti dal costo reale di un corso dice molto della sua vision aziendale. Nel migliore dei casi, è una scuola che pensa di rivolgersi a persone ingenue. Nel peggiore dei casi, è una scuola che si vergogna delle proprie politiche di pricing.

2 ▶ Non amiamo le scuole che si vantano di regalarti le registrazioni video e le slide delle lezioni. 🔥

L’idea di fare upselling è plausibile, ma ipotizzare uno scenario in cui lo studente dovrebbe pagare un extra per video & slide rappresenta un insulto all’intelligenza.

Sarebbe come dare a una persona carta e penna e, alla fine della scrittura, chiedere indietro i soldi dell’inchiostro.

Chi offre formazione deve puntare alla sostanza. La sostanza la fanno la competenza dei docenti, l’architettura del corso e le reali opportunità di lavoro offerte dal network della scuola. Fine.

Se una scuola focalizza il valore della propria offerta formativa su aspetti marginali, come video & slide, solitamente significa una cosa. Che ti mostrano il dito perché alla Luna non ci possono arrivare.

3 ▶ Non amiamo le scuole che sotto ogni post organico di Facebook aggiungono i prodotti in vendita. 🔥

A ben vedere, la pagina Facebook di una Scuola di Marketing Digitale dovrebbe essere essa stessa un luogo di formazione, e non un mercato. Eppure alcune scuole sono un coacervo di promozioni, corsi in aula, corsi online, e-book, webinar e quant’altro. La scuola fa tanto per la scuola, e poco per i potenziali studenti.

È plausibile cercare la conversione di tanto in tanto, specie in fase di chiusura per le iscrizioni ai corsi. Dopotutto una scuola è soprattutto un’azienda, e un’azienda deve vendere per sopravvivere. Ma spingere la vendita in modo sistematico e compulsivo significa mettere costantemente sempre il business prima della costruzione di una reale community.

Che poi, diciamocelo. Una scuola che tra le tante cose insegna a usare Facebook, e usa male Facebook, che Scuola di Marketing Digitale è? 🙂