Guido Libonati, il turismo alberghiero per il Founder di Hospitality Cafè

Com’è cambiata la figura del Direttore d’Hotel, pro e contro dell’overbooking, principi del revenue management. Questi sono solo alcuni dei temi che Guido Libonati tratta con costanza e determinazione sul proprio profilo LinkedIn in materia di turismo alberghiero. Per farlo utilizza il formato più dinamico e incisivo di tutti: il video.

Proprio da un video su LinkedIn abbiamo infatti scoperto la professionalità, e la competenza, dello stesso Guido Libonati. Ad averci colpito era in particolare la natura degli argomenti trattati – quasi unici nel suo genere. Di interesse per noi è stato scoprire che Guido utilizzi questi video non solo per posizionarsi come esperto nel settore – e dunque generare awareness ma anche fare new business – ma anche per ricevere feedback di valore dalla sua community.

In questa scuola di marketing digitale ci affascina chiunque utilizzi gli strumenti del web per sperimentare nuovi modelli di comunicazione, specie all’interno di industrie ancora poco avvezze ad un utilizzo strategico del digitale. Nel fare i complimenti a Guido per i suoi contenuti, vi presentiamo la storia – sua e quella di Hospitality Cafè.

L’università vive un periodo delicato a livello di reputazione. Alcune facoltà umanistiche, soprattutto, risentono di un calo di credibilità, spesso tacciate di essere scollegate dal mercato del lavoro. Tu come hai deciso di impostare il tuo percorso di formazione, e cosa ti sei riportato a casa in particolare dal Master in Hospitality Management?

“Il mio percorso di formazione è stato abbastanza travagliato. Ho un diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere che ho conseguito in 7 anni, anziché 5. Ho più volte lasciato e ripreso gli studi finché, dopo diverse esperienze lavorative come operaio, ho deciso finalmente di diplomarmi (da giovane ero un po’ la classica testa calda!). Poco prima del diploma, durante un viaggio ad Amsterdam, ho capito che nella vita avrei voluto lavorare in hotel.

Appena terminati gli studi superiori, quasi per caso, mi capitò l’occasione (che colsi al volo) di partecipare al Master in Hospitality Management, organizzato dal CST di Assisi. In realtà, il corso era destinato a giovani laureati, ma mi fu data la possibilità di parteciparvi a patto che io superassi il test di ammissione. Il Master fu molto interessante e fu proprio lì che sentii parlare, per la prima volta, di Revenue Management e Marketing alberghiero (materie che, attualmente, sono la mia passione). L’aspetto interessante del corso era che prevedeva uno stage di circa 6 mesi in Hotel. E questo mi consentì di poter partecipare all’operatività alberghiera e iniziare ad addentrarmi in questo mondo che sempre più mi affascinava. Da quel giorno, non ho mai smesso di lavorare in hotel, ma non ho neanche mai smesso di studiare!

Purtroppo, la scuola (e probabilmente anche l’università) italiana, non mette gli studenti nelle condizioni di affrontare immediatamente il mondo del lavoro. Probabilmente le ragioni sono 2: la prima è che i programmi scolastici, le strutture e la tipologia di formazione sono ancora old style (negli istituti alberghieri, ad esempio, si insegna ancora a lavorare e produrre report cartacei, con calcoli manuali, anziché lavorare su PMS o altri gestionali alberghieri). In secondo luogo, il mondo del lavoro e la tecnologia cambiano in maniera talmente rapida che, dopo aver concluso un determinato percorso formativo, il contesto e le regole sono già cambiate e si fa fatica a mettere in pratica ciò che si è imparato.

Per quanto riguarda la scelta della facoltà universitaria, non ho una ricetta, ma ritengo che, a meno che non si abbiano delle aspirazioni professionali davvero forti, piuttosto che scegliere la facoltà di legge o di economia (per andare poi ad ingrossare il fiume di avvocati o commercialisti e consulenti disoccupati), potrebbe essere più utile intraprendere un percorso umanistico e creare una base solida di conoscenza sulla quale costruire, successivamente, qualsiasi altro tipo di formazione professionale”.

L’ingresso nel mercato del lavoro è sempre un momento particolare per la carriera di una persona. Tu hai scelto di partire in modo coraggioso con un’esperienza al’estero, precisamente a Madrid. Come sei arrivato all’Holiday Inn e quanto è stato importante per te avviare la carriera fuori dall’italia?

“In realtà, grazie al Master, la mia prima esperienza (stage) fu in un Express by Holiday Inn a Torino (ero comunque a 1000 km da casa). Successivamente, mi spostai a Milano, in Best Western, per poi trasferirmi a Madrid e lavorare in Holiday Inn e NH. Sicuramente l’esperienza all’estero fu molto interessante. Ebbi modo di confrontare la realtà italiana con quella spagnola (capendo che il sistema italiano era quello che preferivo) e di crescere dal punto di vista professionale e personale. L’esperienza all’estero dovrebbero farla tutti. Il semplice fatto di essere completamente immerso in una cultura che non è la tua ti apre la mente e ti aiuta a percepire il mondo con occhi diversi”.

Il nostro punto di contatto nasce da LinkedIn, la piattaforma online orientata al lavoro per eccellenza. Di interesse per noi è stato vedere che un professionista di questo settore si lanciasse in una strategia video per parlare di turismo alberghiero. Che obiettivi di comunicazone ti sei prefissato quando hai deciso di iniziare a produrre pillole video?

“Attualmente ho abbandonato l’operatività d’hotel, fondando Hospitality Cafè e dedicandomi alla consulenza e alla formazione alberghiera. Essere presente sui social media, con una strategia ben precisa, aiuta senza dubbio la mia attività a posizionarsi meglio sul mercato. I video hanno un potenziale immenso! Gli obiettivi, in termini di comunicazione, sono abbastanza semplici. Il primo è senz’altro quello di acquisire credibilità sul mercato italiano. Il secondo è quello di aumentare la mia visibilità e, di conseguenza, il terzo è aumentare il numero di strutture ricettive mie clienti. Altro obiettivo è quello di mettermi in discussione sostenendo pubblicamente alcune teorie, per poi monitorare le reazioni dell’utenza. E in ultimo (dal punto di vista esclusivamente imprenditoriale) c’è il piacere di poter divulgare gratuitamente esperienze di vita vissuta e teorie personali, con la speranza di aiutare o fornire spunti di riflessione agli utenti”.

Arriviamo al presente, e guardiamo al futuro. Il tuo profilo LinkedIn non mente: circa 1 anno e mezzo hai fondato Hospitality Cafè, un network di esperti del settore che erogano formazione e consulenza in ambito turistico alberghiero. Cosa ti ha spinto a creare questa community e come la vedi evolvere da qui ai prossimi anni?

“Corretto, Hospitality Cafè è una mia creatura. E’ una realtà che è cresciuta molto rapidamente, considerando che è appena nata. Avrei potuto provare a ‘fare da solo’, ma non mi sono mai piaciuti i ‘tuttologi’! Per questo motivo ho voluto mettere su una squadra di professionisti specializzati in ambiti diversi del management alberghiero. Tecnicamente, essendoci all’interno esperti di Marketing, Revenue, Vendita, Accoglienza, Legge, Architettura, Wellness, Grafica e Comunicazione, il Team di HC è in grado di realizzare un hotel da zero. Altro aspetto per me fondamentale è il numero massimo di cinque strutture da seguire contemporaneamente. L’idea è proprio quella di seguire i clienti con la massima attenzione e costanza. Per i prossimi anni? L’idea (ancora in cantiere) è quella di creare una scuola di alta formazione, con un concetto completamente diverso… Ma di questo ne parlerò a cose fatte. ;-)”.