UX Writing, l’arte di scrivere parole secondo Serena Giust
– Dalla rubrica di Stefania Piumarta, “Parole sul Ring” –
Scegliere il titolo di un libro che tenesse a battesimo la neo rubrica “Parola sul Ring” non è stato così semplice perché sono parecchie le pubblicazioni interessanti che abbiamo individuato per arricchire la formazione e soddisfare la curiosità degli Studenti della Digital Combat Academy.
Ma da un titolo dovevamo pur iniziare, così la nostra scelta è caduta su UX Writing di Serena Giust, edito dalla Hoepli nel 2019, perché racchiude in sé ben tre caratteristiche essenziali; in primis tratta di una materia relativamente nuova; è scritto da una giovane trentenne che non ha paura di mettersi in gioco (qui potete leggere una nostra intervista) e, soprattutto, è un testo che mette davvero sul ring le parole.
COS’È LO UX WRITING?
La risposta la troviamo chiarissima fin dalla copertina: UX Writing, micro testi macro impatto.
Il sottotitolo, infatti, ci aiuta già a comprendere il suo significato visto che con il termine di UX Writing si intendono tutti quei micro testi in grado di aiutare l’utente nella navigazione di un sito o di una applicazione. E vengono considerati piccoli testi quelli che appaiono nei pulsanti, nei messaggi di conferma, quando si carica una pagina, nei titoli delle e-mail e nelle landing page.
In pratica, la figura dell’UX Writer, ha il compito di individuare quelle parole che siano in grado di prendere per mano l’utente accompagnandolo verso la risposta che sta cercando senza farlo mai sentire solo e abbandonato e, cosa ancora più importante, senza mai farlo sentire disorientato.
PAROLE VS IMMAGINI
Certo che in un mondo sempre più digitale dove le immagini la fanno da padrone, parlare di parole sembra anacronistico eppure non è così perché è importante ricordare che il linguaggio è stata la prima reale interfaccia che l’uomo ha creato per poter dare forma al proprio pensiero e alle proprie emozioni in modo da poter comunicare con i propri simili.
Ecco, dunque, che la parola, in quanto interfaccia, diviene prezioso elemento di collegamento capace di accompagnare l’utente laddove l’elevatissimo numero di informazioni e il crescente analfabetismo funzionale, l’hanno trasformato in un individuo curioso, esigente, impaziente e spesso diffidente.
▶ Leggi l’intervista della DCA a Serena Giust.
QUANDO ENTRA IN GIOCO LA FIGURA DELLO UX WRITER?
Serena Giunt dichiara che per riuscire a rispondere in modo brillante con i propri contenuti è necessario: il testo giusto, al momento giusto, per la persona giusta. Eh, direte voi, mica facile riuscire a soddisfare queste tre prerogative, ma c’è una elemento che ancora non sapete ed è che la figura dell’UX Writer non lavora da solo bensì in stretto contatto con un team composto da content strategist, content designer e sviluppatore che studiano l’analisi dei dati e l’identificazione della personas per creare un sito in grado di veicolare la mission del brand.
COME È STRUTTURATO IL LIBRO UX WRITING?
Il libro è strutturato in capitoli con esempi e diversi screenshot attraverso i quali si comprende quale funzione vitale abbia la UX Writing da qui al futuro.
Si va dal manifesto dell’UX Writing, a come progettare le parole, al metodo di lavoro, alla funzionalità dell’emozione ai principi psicologici, il tutto correlato da brillanti esempi di micro testi.
Sintetico e potente il manifesto dell’UX Writing dove, per scrivere con cura, è necessario essere: chiari, non trasparenti; concisi, meno è meglio; coerenti, se no è caos; informativi, con direzione; naturali, come a voce; umani, con carattere; strutturati, che ti trovino; mirati, non affollati; ponderati, bada bene; inclusivi, accessibili per tutti. Da tenere a portata di mano!
CHI DOVREBBE LEGGERLO?
È un libro consigliato non solo a chi si vuole occupare e specializzare in futuro alla nuova materia di UX Writing, ma a tutti coloro che si occupano di contenuti sul web e cercano di migliore ogni giorno imparando cose nuove ampliando i confini della scelte delle parole, e l’esempio che segue è emblematico della sua forza nel mondo digital:
Per un hotel, dopo aver modificato il pulsante per la ricerca passando da Prenota una stanza a Controlla la disponibilità il tasso di engagement è aumentato ben del 17% perché ci si è resi conti che il testo Prenota risultava troppo impegnativo mentre Controlla offriva quel respiro in più affinché l’utente potesse valutare meglio la sua scelta in base alle disponibilità e ai prezzi.
Semplice no?