Lika Podolyak, Studentessa della Digital Combat Academy a Roma
Non siamo degli eroi ma facciamo la nostra microscopica parte. C’è una guerra nel mondo tra Ucraina e Russia e noi stiamo dalla parte dei primi. Per questo abbiamo aperto la possibilità di accedere gratuitamente al Corso a Roma a Studenti di origine ucraina. Lika Podolyak ha colto l’opportunità al volo ed è entrata a far parte della famiglia.
Si dice che viaggiare apra la mente. Non solo per la possibilità di esplorare nuovi luoghi, ma anche per gli insight culturali che si elaborano dal dialogo con persone dai background differenti. Quali sono state le tappe fondamentali delle tue esperienze all’estero e cosa ti sei riportato a casa da queste?
“Sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, viaggiare ti apre la mente per davvero, ma solo se sai cogliere le sfumature sottili e profonde di questa esperienza. Molte persone non riescono ad immergersi e lasciarsi andare veramente durante queste esperienze, rimanendo nella propria comfort zone, e in una bolla sicura. Per me la concezione di viaggio è opposta: ogni volta che ho fatto un qualsiasi tipo di esperienza all’estero, ho sempre cercato di allontanarmi il più possibile dalla ‘normalità’ in cui vivo di solito, avvicinandomi invece a come vivono le persone locali. Mi piace assorbire informazioni nuove da ciò che mi circonda, e tutte le piccole e grandi esperienze che ho fatto negli anni mi hanno reso ciò che sono ora.
Una delle opportunità che mi ha arricchita di più è stato proprio il progetto Erasmus che ho svolto a Budapest. La posizione centrale della nazione mi ha permesso di viaggiare molto durante la mia permanenza lì, e mi ha inoltre dato modo di confrontarmi con persone di nazionalità diverse dalla mia, cosa che mi ha fatto prendere consapevolezza di sfumature e visioni che non avevo mai preso in considerazione prima di allora.
Nonostante questo, credo fermamente che questo possa chiamarsi solo un inizio, e che in futuro voglio continuare a viaggiare e, chissà, magari lavorare in ambienti multiculturali ricchi di nuovi spunti e stimoli”.
Il Culture & Language Exchange Center sembra il luogo ideale in cui integrare una figura multiculturale come la tua. Il ruolo, poi, fa scopa con i tuoi interessi professionali. Raccontaci di più della tua esperienza attuale come Social Media Manager e Content Creator. Come hai ottenuto questa opportunità e di cosa ti occupi nel dettaglio?
“Fino a qualche anno fa ero totalmente persa e non sapevo cosa avrei fatto nella mia vita: bloccata in una routine che non mi apparteneva, in una facoltà che non mi stimolava perché non faceva per me. La pandemia mi ha costretta a scegliere una strada da percorrere, quasi forzandomi, e quasi per caso ho deciso di buttarmi nel campo del marketing. Sarà fortuna, ma ho capito che è proprio ciò che volevo fare nella vita. La mia università magistrale mi ha permesso di imparare molto, e creare delle basi da cui partire.
Ho avuto modo di approcciarmi al social media management e alla creazione attiva di contenuti durante un breve tirocinio, ma sento che questa esperienza sia solo l’inizio di un percorso lungo e stimolante. Il mio prossimo step è quello di imparare il più possibile sia durante quest’ultimo semestre che mi separa dalla laurea, che dalle nuove esperienze di tirocinio e apprendistato in cui mi sto per cimentare. Ogni giorno mi sveglio e mi rendo conto che vorrei fare sempre di più, e spero che al più presto avrò modo di migliorarmi e far vedere il mio vero valore”.
La connessione con te nasce da un’idea, piccola ma ambiziosa, ovvero quella di poter fare la nostra piccola parte nella guerra tra Ucraina e Russia e regalare due posti gratuiti a persone di origine ucraina. Tu sei stata la prima a salire a bordo dell’iniziativa. Ci racconti delle tue origini e, soprattutto, come descriveresti l’Ucraina a chi non ci è mai stato?
“Questo è stato un mese molto pesante per me, soprattutto durante le prime settimane in cui a stenti riuscivo a trattenere le mie lacrime per la rabbia e la paura di ciò che stava accadendo. Per quanto simbolica, la vostra iniziativa, insieme a tante altre iniziative sia proposte da enti che da artisti, professori, musicisti, mi scalda il cuore e mi fa percepire la grandissima solidarietà in un momento così buio.
Per me è davvero difficile parlare del mio paese senza cadere nei romanticismi e sentimentalismi, soprattutto in questo momento e soprattutto avendoci trascorso tutta la mia infanzia. Sono nata in Russia, ma da subito mi sono trasferita in Ucraina dove ho vissuto con i miei nonni fino ai 10 anni, prima di raggiungere mia mamma a Ravenna.
Dentro di me si cela quindi un mix culturale non indifferente, che spazia tra Ucraina, Georgia, Russia e in parte anche la Polonia, essendo mio nonno originariamente polacco vista la vicinanza della nostra città con questo paese. Sono molto fiera delle mie origini e nonostante ora io sia italiana a tutti gli effetti, sento ancora, per ovvi motivi, un attaccamento molto forte alle tradizioni del mio paese.
Come descrivere l’Ucraina, quindi? È difficile. È un mix tra caos ed estrema calma, con i frastuoni dei mercati pieni di persone e la bellezza delle campagne e fiumi incontaminati. È l’odore del borsch o altri cibi tipici, che a primo impatto fanno tanto storcere il naso alle persone che vengono dall’estero. È la neve, ed il pattinaggio sul lago ghiacciato d’inverno. È la fusione tra il passato, con quelle palazzine tutte uguali e le chiese con le cupole dorate, ed il presente che cerca di farsi strada tra nuovi mercati e ed iniziative.
Ho sempre pensato che fosse un peccato che l’Ucraina non venisse quasi mai presa in considerazione con curiosità, e che fino ad un mese fa in pochi sapessero dove fosse situata o come fosse fatta la sua bandiera. È un paese che ha molto da offrire a chi sa capirlo, ma se ne parla così poco che forse le persone nemmeno si immaginano le bellezze che nasconde. La nostra lingua è ricca di suoni e significati nascosti, così come lo sono la musica, l’arte e la storia. Ci sono usanze talmente belle ed interessanti da riuscire a stupire chiunque. È davvero un mondo diverso rispetto all’Italia, e crescerci mi ha aiutato ad acquisire una sensibilità più ampia nei confronti di molte tematiche.
L’Ucraina mi manca molto, non ci torno da diversi anni e ogni volta che ci penso mi assale un senso di nostalgia irrefrenabile. Mi piacerebbe riuscire a trasmettere ciò che sento, ma molte delle sensazioni che mi vengono in mente sono talmente poco familiari a persone che sono lontane dalla cultura ucraina da perdersi e non riuscire ad innescare il flusso di emozioni che invece provo io. Concludo dicendo che nelle sue imperfezioni, io la trovo un paese splendido”.
Domanda secca: cosa ti aspetti dall’esperienza alla DCA?
“Mi aspetto di riuscire ad inquadrare i primi passi che definiranno la mia carriera professionale. Il digital marketing è un universo vastissimo, e riuscire ad avere un punto di vista su ogni macro area che lo compone è fondamentale per capire al meglio come valorizzare le mie skill maturate nel corso degli anni. Come ho già detto prima, non so ancora con esattezza quale sarà il mio punto d’arrivo, ma di certo cercherò in tutti i modi di godermi il viaggio, imparando di giorno in giorno dalle persone competenti che mi circonderanno e mi guideranno nel mio percorso”.