Francesco Vincenti, lo sguardo rivolto verso l’orizzonte professionale

Studente di Economia Aziendale, appassionato di Cinematografia, fine comunicatore.

Da quando ho fondato questa scuola con il mio amico e socio Fabrizio ci siamo prefissati la regola di donare un piccolo ma importante spazio digitale a tutti i nostri Studenti, pubblicando le loro interviste. È una scusa per conoscerli meglio, per avanzare la relazione con loro ancor prima di averli in Aula. Francesco, ad esempio, sarà uno dei nostri combattenti nel Corso in Aula che parte il 23 aprile. L’ultimo di questo anno accademico.

Con Francesco ho avuto 3 punti di contatto.

Il primo punto di contatto è stata la sua Video-Candidatura, di cui ho apprezzo tante cose e, sopra tutte, la chiarezza espositiva. Padroneggiare la propria gestualità, il tono della voce e la cadenza espositiva è una ‘soft skill’. Francesco la possiede e, se affinata gli consentirà di alimentare il suo brand personale con estrema agilità. Sia online in video che offline sul palco.

Il secondo punto di contatto è stato il botta-e-risposta di email che ci hanno portato a questa intervista. Ha dimostrato di essere un ragazzo che presta molta attenzione ai dettagli. Mi ha spiegato come è arrivato a scegliere una certa immagine di copertina, che potete apprezzare in alto, e la spiegazione mi ha talmente convinto che ho subito preso ispirazione per il titolo. Apprezzo le immagini di chi guarda lontano: rappresentano la migliore metafora di un giovane visionario.

Il terzo punto di contatto, il più elaborato, è stata proprio la sua intervista. Ho avuto modo di conoscere meglio gli interessi di Francesco. Una scuola moderna deve saper ascoltare con attenzione le ambizioni dei propri Studenti. Accompagnare Francesco in questo percorso di 3 mesi sarà infatti un onore ma anche un onere, perché ci ha dato la sua fiducia e ora dobbiamo ripagarla. Gli garantiremo competenze, network e un contesto di apprendimento amichevole e stimolante. Soprattutto, lo aiuteremo a comprendere meglio che aspetto abbia il suo futuro.

Di seguito la sua intervista.

La Facoltà di Economia è una di quelle che sta subendo il maggiore impatto di un mondo che cambio. Le banche perdono centralità, la blockchain riscrive il modo in cui la ricchezza può essere trasferita e il digitale ribalta le tradizionali regole del marketing. Che giudizio complessivo daresti della tua Facoltà?

“Se devo parlare della mia Facoltà di Economia , cioè della Sapienza, sinceramente mi aspettavo di meglio, ma erano le ambizioni di un ragazzo dopo 5 anni di liceo classico spesi tra una monotonia sfiancante e insegnanti perlopiù demotivati e passivi nel saper infondere a un gruppo di giovani qualsiasi tipo di passione per lo studio e per le istituzioni, se non per quei 2-3 professori che tra medie e liceo forse tutti abbiamo avuto la fortuna di incontrare e che ci hanno fatto accendere la giusta lampadina per illuminarci un po’ la via.

Nel complesso comunque sono parzialmente soddisfatto perché ora porto a casa i miei risultati ma, come ognuno pensa di se stesso, potrei e dovrei fare di più, e potrebbe e dovrebbe fare l’università di più per invogliare tutti noi giovani (io ci definisco la ‘generazione degli annoiati’, così saremo ricordati sui giornali tra un secolo circa) a dare il massimo.

Dal modo in cui mi hai formulato la domanda sembra che noi Econi (termine coniato da Richard Thaler, premio Nobel per l’economia 2017) siamo così impattati dal progresso tecnologico rispetto ai semplici Umani.

Purtroppo qua da me non è cosi. In due anni di corso mai ci è stato messo davanti un computer, mai è stato nominata la parola marketing, raramente gli insegnamenti vengono attualizzati e contestualizzati. È per questo che nel vostro corso ho scorto una luce di speranza, uno stimolo, una spinta oltre a quelle che già cerco al di fuori dell’università, ad esempio leggendo vari libri di economia comportamentale, seguendo un semplice servizio al telegiornale o partecipando a eventi inerenti all’economia e alle sue applicazioni professionali (ho partecipato a fine Marzo alla seconda edizione del Milano Marketing Festival).

La curiosità è una fiamma che va alimentata e spesso ho paura che si spenga.

Comunque sono ancora all’inizio di questo percorso universitario ma sicuramente un merito alla mia facoltà sono già in grado di darglielo: da qua si esce pronti a tutto con la possibilità di poter conseguire quasi qualsiasi sbocco professionale si voglia, l’economia è una materia aperta in continuo movimento e plasmabile a proprio piacimento. Le vie per il successo e la soddisfazione personale si trovano ad ogni angolo della strada, e se non si trovano possiamo inventarcele noi Econi, abbiamo le basi per farlo”.

Andare all’estero è una delle sfide più belle per un giovane. Lontani da casa, in terra straniera, senza troppi punti di riferimento e una vita tutta da inventare. Cosa ti aspetti di riportare a casa dalla tua esperienza all’estero dopo la triennale?

“Diciamo che comincio a sentirmi sempre più stretto dentro casa mia, e ho intenzione di far coincidere l’apice di questo senso di chiusura con il mio spostamento verso altri luoghi da esplorare e conoscere fino in fondo, cioè dopo la fine di questa triennale.

Lo diceva Seneca ‘cerchiamo rifugio sotto altri cieli’;

2000 anni dopo è la stessa storia.

Andarsene è anche un modo per vedere con occhi diversi la quotidianità che si é lasciata una volta che si fa ritorno, ed è questo il bagaglio in più che conto di aggiungere alla stiva dell’aereo di ritorno, qualsiasi prezzo mi faccia pagare Ryanair.

Il senso è che non mi dispiacerebbe costruirmi il mio futuro qua dove sono nato, ma per farlo ho prima bisogno di vedere questi luoghi da un’altra prospettiva, che sia un po’ più a Nord o a Sud”.

Quello del marketing digitale è un mondo sconfinato. Ci sono discipline più verticali e operative, e altre più orizzontali e strategiche. Ad oggi quali sono le materie che stuzzicano maggiormente il tuo appetito professionale?

“La risposta a questa domanda è contenuta nella successiva.

Ho preferito dare una risposta d’insieme”.

Nella tua Video-Candidatura parli di un futuro da libero professionista. La libera professione può prendere diverse vie, dall’imprenditoria alla carriera da freelance. Tu quale vedi più plausibile per il tuo futuro ideale?

“Con il mio accenno ad un futuro da libero professionista intendo soffermarmi sulla mia aspirazione a non avere un occupazione dettata da orari e cartellini timbrati. Paradossalmente non ho scelto Economia Aziendale per ritrovarmi in un’azienda tra qualche anno, ma solo per costruirmi delle solide basi tecniche per poter ampliare le mie prospettive future in campi associati all’economia, la quale non dimentichiamoci che è solo un termine che sintetizza innumerevoli accezioni.

Con la mia formulazione di libero professionista intendo dire che necessito di svolgere un insieme di attività sempre mutevoli e provenienti dalla mia fantasia e dalle mie competenze, dettate dal mio libero arbitrio, senza aspettare di passare per una scalata aziendale dei ruoli per ambire al più elevato tra di essi. Non uso come metro di misura le gerarchie professionali, in quanto non ambisco né ad avere un capo né ad essere un capo.

Non chiedo altro che esprimere me stesso, e la via che più mi appetisce è quella che lega le professioni nel mondo della cultura, spettacolo e organizzazione di eventi di questo genere, le quali spaziano dall’impresario teatrale, al regista, al produttore esecutivo e affini.

Per voi che leggete queste parole magari vi starete chiedendo perché non abbia scelto di fare un corso di regia invece che di Marketing Digitale; beh ho scelto entrambi e questo autunno difatti comincerò un corso all’Accademia Artisti di Roma.

Ho scelto di far parte della Digital Combat Academy non solo per il tipo di discipline che insegnate, riguardo alle quali nutro una più che considerevole curiosità, ma anche per il modo (e il merito va anche in buona parte al video di presentazione sulla vostra pagina) in cui vi ponete e la strategia di combattimento, come già esprimete dal nome della vostra organizzazione, che infondete a chi sceglie di intraprendere questo percorso trimestrale con voi.

Riprendendo dunque le vostre parole, quello del Marketing Digitale è un mondo sconfinato, e a me aggiungo, anche sconosciuto. Di conseguenza non ho le competenze ed i mezzi ora per rispondere in maniera adeguata alla vostra domanda (3), ma se ho scelto di correlare questo corso ai miei studi universitari è proprio perché tra tre mesi confido nel fatto che saprò dare una risposta più sincera sia a voi e sia in primis a me stesso.

Non fraintendetemi, dunque, se parlo di cinematografia e non di marketing, ma anzi percepisco la vita come un insieme di opportunità, e quella con voi è una di queste. Oltre che competenze specifiche in ambito digitale del marketing, l’obiettivo che perseguirò in questo corso è di ampliare le mie capacità di comunicazione in maniera sempre più efficace.

Sono un ragazzo che come si suol dire volgarmente ‘le prova tutte’ e, buttando l’occhio un po’ più avanti negli anni e guardando questo corso da una prospettiva futura, anche se non dovessi ricoprire il ruolo di consulente di marketing sono più che certo che avrò una carta in più da poter mescolare nel mazzo delle mie competenze”.