Simone Barilaro, come fare goal nel mondo del marketing digitale

Abbiamo conosciuto Simone a un passo dall’inaugurazione del nuovo Corso in Aula di ottobre. Studente di comunicazione, calciatore dilettante, ha già maturato delle prime esperienze lavorative nel campo delle agenzie di comunicazione e delle startup.

Da una semplice telefonata abbiamo potuto percepire che è un ragazzo in gamba, affamato, desideroso di fare bene. Non potevamo che accoglierlo subito in Aula l’1 e il 2 ottobre, nella speranza di averlo nuovamente con noi anche successivamente.

Il suo percorso di studi non è ancora finito, ma la sua voglia di attaccare il mercato del lavoro è chiaro. Faremo di tutto per contribuire al raggiungimento di questo risultato. Per voi, tutta la carica di Simone.

Il mondo del lavoro avanza e la formazione accademica tradizionale, spesso, sembra non stare al passo. Rispetto alla Facoltà di Marketing tu puoi darci una fotografia più limpida del match tra formazione che stai ricevendo ed effettive necessità del mercato. Che giudizio complessivo daresti della tua esperienza universitaria presso Roma Tre?

“Certo, senz’altro posso dire che vi è un abisso tra le competenze fin ora apprese dalle lezioni impartite all’università e le competenze e le figure che il mercato del lavoro ad oggi richiede.

Ho constato questo sulla mia pelle poiché mi muovo molto fuori dal contesto universitario per andare a ‘pescare’ le competenze e le informazioni utili per poter crescere dal punto di vista professionale.

Assicuro che da un lato è frustrante, le istituzioni adibite all’istruzione di oggi dovrebbero stare al passo con i tempi, ci formano per ricoprire ruoli che neanche esistono più o che semplicemente non sono più richiesti da un mercato come quello odierno”.

Negli Stati Uniti il termine overachiever si riferisce alle persone che raggiungono risultati straordinari grazie ad un impegno fuori dal comune. La tua è una di quelle storie in cui il percorso accademico non basta, costellata anche da attività extra che completano il percorso. Entrando nel dettaglio delle tue prime esperienze lavorative, cosa hai fatto al di là delle mura universitarie negli ultimi anni?

“Mi sono avvicinato al mondo digital (e del marketing nello specifico) in maniera concreta circa due anni e mezzo fa, iniziando i miei studi presso l’università di Roma Tre, andando a coltivare in maniera seria una passione per questo tema che mi porto dietro da quando sono piccolo.

Ho frequentato un corso extra-universitario in social media marketing presso ‘Social Sour’ un’agenzia di marketing e comunicazione a Roma. Al termine del corso sono stato scelto per collaborare con loro come junior social media manager e copywriter. In seguito a questa esperienza ho lavorato fino a poco tempo fa come account manager presso ‘Cozeat’ startup attiva nel food-delivery.

Ad oggi sto collaborando alla stesura sul primo libro in Italia che tratta il tema della Litigation Communication. Inoltre partecipo costantemente a workshop o giornate di formazione inerenti al marketing o al digital in generale”.

Blockchain, criptovalute, big data, intelligenza artificiale. Tutti parlano di innovazione oggi, come negli anni ’90 tutti parlavano di Internet. Eppure solo pochi riescono a restare a galla, o a maturare progetti imprenditoriali sostenibili. In sostanza tutti parlano di bitcoin, ma pochissimi riescono a costruirci una fortuna sopra. Tu come approcci l’onda dell’innovazione e come pensi di sfruttarla nel tuo percorso professionale?

“Il termine innovazione rimbomba nella mia testa quotidianamente. L’idea di innovare per me non è solo modificare introducendo elementi di novità, ma bensì un percorso che tutti noi dovremmo percorrere al fine di creare del nuovo valore. Le opportunità che questo mondo offre sono infinite se si è in grado di coglierle ed arrivare preparati con le giuste competenze e skills richieste dal nuovo mercato.

Blockchain, criptovalute, big data e intelligenza artificiale sono temi sui quali mi tengo costantemente aggiornato e che mi stanno particolarmente a cuore, tanto da organizzare insieme ad una mia docente universitaria dei workshop gratuiti su di essi.

Se mi sono avvicinato a temi come la Blockchain non posso che ringraziare Gian Luca Comandini vostro docente in DCA che mi ha introdotto a questo fantastico mondo ad una sua conferenza tenutasi circa 3 anni fa”.

Calcio, calcio e ancora calcio. Ogni Paese ha il proprio sport nazionale, e in Italia sicuramente non sono l’hockey o il baseball a dominare l’immaginario di giovani e adulti. Quando hai iniziato la tua carriera calcistica e che ruolo dai allo sport nella tua vita?

“Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 6 anni, oggi ne ho 21 e da 15 è una costante della mia vita. Per circa 12 anni dei 15 complessivi ho giocato a livello professionistico, girando l’Italia ed arricchendomi anche dal punto di vista personale.

Da un paio di anni gioco a livello dilettantistico in modo da poter aver più tempo per me e per coltivare passioni che fino a prima mi sarei sognato di seguire per la mancanza di tempo libero. Mi alleno 3 volte infrasettimanalmente e la domenica si gioca il campionato.

Ad oggi oltre ad essere la grande passione della mia vita è anche un lavoro (si può dire part-time) con retribuzione, il che per me è motivo di grande orgoglio poiché mi rende piuttosto indipendente su spese che prima erano a carico dei miei genitori”.

Se ti chiedessi di immaginare il Simone Barilaro del futuro, come ti immagini la tua vita da qui al 2022?

“Per quanto riguarda quello che mi auguro per il futuro è sicuramente di trovare un Simone prima di tutto felice, ma inoltre un Simone che è stato in grado di centrare gli obiettivi prefissati oggi dal punto di vista personale e professionale, augurandomi soprattutto di mantenere l’umiltà, la caparbietà e la passione in quello che faccio, sono elementi fondamentali per me, che mi hanno sempre permesso di distinguermi quando ne era il momento. Spero in futuro di essere un punto di riferimento per chi come me qualche tempo fa si affaccia per la prima volta allo straordinario mondo quale è quello digital”.