Michele Franzese, Founder di Heroes che attrae il gotha dell’innovazione al Sud

Andiamo dritti al punto. L’anno scorso come scuola abbiamo partecipato a diversi eventi su digital e innovazione. Il migliore è stato – rullo di tamburi – Heroes Meet in Maratea. Abbiamo avuto lo spazio per uno speech, siamo stati trattati da imperatori per tre giorni, e abbiamo giovato delle infinità possibilità di networking offerte dalla manifestazione – oltre che delle bellezze naturali della Basilicata.

L’intervista a Michele Franzese è il naturale prosieguo di questa esperienza magnifica, vissuta nel 2018 e che ripeteremo a breve proprio tra qualche settimana. Dal 19 al 21 settembre 2019, infatti, l’evento ripeterà il successo dell’anno passato avendo il merito di attirare nel Mezzogiorno speaker di eccellenza dal mondo dell’innovazione.

Non solo non potevamo mancare all’appuntamento, ma grazie a una partnership abbiamo conquistato dei ticket omaggio per i nostri Studenti, che non vedono l’ora di partire e toccare con mano il valore di questa manifestazione. Saranno infatti presenti in totale almeno una decina di Alumni, presi dalle nostre classi passate e uniti sotto il segno del networking.

Un evento, tuttavia, non ottiene successo per caso. Alla guida ci deve essere sempre un capitano, pragmatico nelle scelte ed empatico nelle relazioni. Un capitano in grado di gestire l’infinito livello di complessità di un’organizzazione che conta migliaia di partecipanti e centinaia di speaker mantenendo al contempo l’umanità di chi sa gestire i rapporti con tutti, dai partner commerciali ai solerti collaboratori.

Michele Franzese è il capitano perfetto. Disponibile con tutti, è riuscito a creare un ecosistema di persone magnifiche intorno a sé, che da anni restano fedeli alla causa proprio per via della natura dell’evento – unico nel suo genere. Auguriamo a tutti i lettori dunque di poter acquistare il biglietto dell’edizione del 2019, perché al di là della nostra partecipazione si tratta di regalarsi un’esperienza di networking che non pensiamo abbia eguali in Italia.

Vedere per credere. Nel frattempo, ecco a voi l’intervista a Michele Franzese.

Per chi non ha mai avuto il piacere di ascoltare la tua storia raccontata in prima persona, il tuo potrebbe sembrare un percorso molto lineare. Eppure, soprattutto nei primi anni di esperienza, la tua carriera ha percorso tappe tortuose spesso molto eterogenee tra di loro. Partiamo allora dal decennio precedente per capire come siamo arrivati ad oggi. Quali sono state le tappe fondamentali che hai percorso dal 2000 al 2010, e cosa ti ha portato a sperimentare attività diverse tra loro?

“Lavorare nel settore della comunicazione mi ha dato la possibilità di essere sempre informato sulle ultime evoluzioni in campo tecnologico e del digitale che si sono verificate negli ultimi venti anni.

Ad esempio tutti i cambiamenti relativi ai social network con cui ha avuto la possibilità di approcciarmi sin dagli inizi della loro nascita, oppure avere a che fare con l’IOT e l’ intelligenza artificiale quando ancora a parlarne erano davvero in pochi. Altra cosa che mi ha permesso di entrare a 360 gradi nel mondo della comunicazione e di interessarmi a questi argomenti, è stato il mio percorso di studi in ingegneria informatica, dal momento che proprio l’informatica è stata decisiva per le evoluzioni di cui parlavo prima prima.

Sicuramente tutto quello che ho fatto e che continuo a fare deriva anche da una grande curiosità, un atteggiamento che mi contraddistingue da sempre e mi accompagna nella grande passione della lettura, oltre a consentirmi di approfondire molti aspetti della realtà.

L’avvento di internet ha facilitato la mia voglia di conoscere sempre di più, attraverso iper link e iper testi e di sperimentare quanto appreso in tante attività diverse, ma tutte legate da un unico file rouge che è quello della comunicazione”.

‘In grado di sviluppare proficue relazioni in più ambiti’, ‘ottimo collega e partner’, ‘predisposizione naturale alla relazione’. Questi sono solo estratti di raccomandazioni positive che hai ricevuto su LinkedIn da collaboratori e partner. Genetica, ambiente, scelta personale: da dove pensi provenga questa tua naturale inclinazione ad intessere rapporti umani di valore?

“È un buon mix tra genetica e scelta personale di approccio agli altri. Chiaramente anche i mondi che ho frequentato, tutti fortemente contrassegnati dalla centralità delle relazioni one to one, mi hanno portato sempre ad intessere rapporti umani di valore; ad esempio è quello che è accaduto nella musica, nel teatro e nell’associazionismo che ho praticato sin da piccolo con gli scout.

A questo aggiungo che la mia predisposizione ad avere relazioni di qualità si affianca ad una volontà consapevole di gestirle in maniera scientifica. Mi spiego meglio. Ho sempre cercato portare avanti e gestire una sorta di rete di rapporti utili per me, non lo nego, ma anche per gli altri, in una logica di give first che mi appartiene da sempre”.

Il nostro punto di contatto è stato Jacopo Mele, con il quale condividi diverse esperienze – prima su tutte quella di yourDIGITAL. Quando hai conosciuto Jacopo e di cosa ti sei occupato negli ultimi 2 anni per la stessa realtà che s occupa di trasformazione digitale?

“Ho conosciuto Jacopo sulla copertina di Wired mentre stavo organizzando un evento legato al mondo del business ed ero alla ricerca di ospiti . Jacopo mi ha colpito da subito e l’ho contattato, era un ragazzino di soli 13 anni.

È nato immediatamente un bel rapporto, ci siamo fidati uno dell’altro e dal quel momento per i successivi due anni, anche se lui era ancora molto giovane, abbiamo fatto tante attività insieme legate ad una delle ‘prime vite’ di Jacopo, quella di filmmaker.

Ho capito subito che avrei potuto trovare in lui non solo un amico, ma un partner ideale per collaborare, visto che in comune abbiamo la grande curiosità e la voglia di sperimentare. Jacopo ha non solo la voglia di scoprire caratteristica della sua giovane età, ma anche grande intelligenza e capacità di leggere le cose da un altro punto di vista, sempre diverso e originale.

Quando è nata questa realtà di boutique di consulenza digitale, yourDIGITAL, ho voluto subito seguire Jacopo e condividere con lui questa avventura, che si è rivelata un’esperienza bella ed entusiasmate sin dal primo giorno, perché da un lato mi consente di confrontarmi con alcuni dei migliori professionisti della comunicazione digitale, con notevole arricchimento professionale, e dall’altro di affrontare le numerose sfide, complesse ma sempre stimolanti, poste da diversi clienti che seguo su tutto il territorio nazionale”.

7 anni come manager, poi altri 6 come event manager. Parliamo della tua esperienza presso Scai Comunicazione, agenzia di comunicazione in cui oggi investi molte più energie del passato e la cui base risiede a Roma. Provando a scattare la fotografia di questa agenzia, quali sono le sue peculiarità e come è evoluto nel dettaglio la tua presenza al suo interno?

“Scai comunicazione nasce venti anni fa quando mi ero reso conto che in Basilicata non c’erano agenzie di comunicazione digitale strutturate in grado di rispondere al grande fermento che si stava avvertendo nel mondo dell’impresa. Gli imprenditori avevano sempre più bisogno di servizi adeguati alla loro domanda di crescita sul territorio e oltre. Per questo nel 2002 ho voluto creare un’agenzia che avesse tutte le componenti e le expertise necessarie per un’azienda, quindi non soltanto grafica, ma pensiero strategico, professionalità del settore web e, poi, quando sono nati i social network, ce ne siamo occupati approfonditamente fin da subito. All’interno ho voluto inserire anche una sezione dedicata agli eventi, da sempre la mia passione, e che sono sicuramente interconnessi al mondo della comunicazione. Perché non può esserci evento senza comunicazione!

Il mio ruolo all’interno di Scai è diventato sempre meno operativo e sempre più di consulente strategico, e questo mi ha consentito di portare in agenzia clienti, energie e stimoli nuovi ogni giorno. Tra le sfide più recenti che stiamo portando avanti c’è quella di realizzare campagne di equity crowdfunding che ci consentono di lavorare, oltre che con clienti più tradizionali, a stretto contatto con il mondo delle startup e dell’innovazione”.

Concludiamo con l’attività che, dal nostro punto di vista, ti caratterizza maggiormente come elemento disruptive del panorama tech e digital italiano. Parliamo di Heroes di Maratea, pittoresco evento di settore che si tiene ogni anno in una magnifica location in Basilicata. Perché hai deciso di mettere in piedi un evento così innovativo e cosa possiamo aspettarci dall’edizione di quest’anno?

“L’idea è stata quella di realizzare un evento diverso da tutti gli altri che si organizzano in Italia e che si svolgesse per la prima volta al Sud. Io sono un viaggiatore seriale e mi sono reso conto di essere sempre ‘costretto’ ad andare a Milano o ancora più su, per partecipare ad eventi di business ed innovazione. Per una volta ho voluto che fossero gli altri a venire da noi, in Basilicata.

Questa è stata soltanto una delle molle che ha spinto me e la co-founder, Andreina Serena Romano, insieme a tutto il team, a costruire il progetto di Heroes, attraverso un format che desse innanzitutto spazio alle relazioni tra le persone. Tre giorni di evento caratterizzati non soltanto da formazione e ispirazione, ma anche con la possibilità di condividere un tempo più lungo con persone che hanno gli stessi interessi e la stessa voglia di innovare. Questo approccio è essenziale per dare la possibilità ai partecipanti di costruire relazioni durature, utili a far partire nuovi progetti di business!

Per quest’anno sicuramente tanti ospiti e speaker da tutto il mondo, tra cui Jeremy Rifkin, Jacopo Fo, Charlie Todd e tanti altri, ed un nuovo format che vuole provare a mettere in relazione ancor di più le persone attorno ad alcuni dei più rilevanti argomenti del futuro. Vi invito ad essere dei nostri dal 19 al 21 settembre prossimo, anche per scoprire tutte le altre novità e trascorrere tre giorni in un posto meraviglioso”.