Manuela Aru, Studentessa del Corso di Marketing Digitale a Roma

Ci sono diversi criteri per valutare la determinazione di uno Studente, o di una Studentessa, nel partecipare a un corso di formazione. Il primo è la distanza geografica tra la propria casa e la sede del corso. Ebbene, Manuela Aru ha ufficialmente battuto ogni record di determinazione.

Maurizio Piredda, CEO della startup Bautiful Box, ha infatti deciso di investire nella formazione della sua risorsa finanziando il Corso in Aula e gli spostamenti andata / ritorno.

Manuela, talento sardo della comunicazione e del marketing, si sta letteralmente imbarcando ogni sabato sull’aereo verso Roma per frequentare il nostro corso di marketing digitale per poi tornare in serata a Cagliari.

Manuela Aru ha fissato un nuovo standard di grinta e voglia di imparare alla Digital Combat Academy di cui andremo orgogliosi per sempre. Per voi, la sua storia.

Questa scuola nasce idealmente come alternativa alle manchevolezze formative di aziende e università. In particolare, vediamo nel tradizionale percorso universitario un contesto ricco di stimoli teorici che però non vengono portati a terra in vista dello sbarco nel mondo del lavoro. Rispetto alla tua esperienza presso l’Università degli Studi di Cagliari, che feedback complessivo daresti alla tua esperienza accademica che, tra l’altro, si è chiuso alla grande con lode?

“Il mio percorso presso l’Università di Cagliari è stato tutto sommato soddisfacente. La triennale in Scienze della comunicazione mi ha dato tanto sotto molti punti di vista: non si trattava banalmente di studiare materie che in qualche modo avessero a che fare col mondo della comunicazione, ma ha predisposto le basi affinché io potessi iniziare a pensare alla comunicazione come il mio lavoro futuro. I workshop e i laboratori sono state occasioni uniche per iniziare a entrare da subito in quest’ottica. Ma ciò che ha influito maggiormente è stato il tirocinio fatto attraverso l’Università nell’ufficio stampa del comune di Cagliari; è stata sicuramente la parte più incisiva di tutta la mia formazione ed è stato anche il punto di partenza per ulteriori occasioni che sono riuscita ad afferrare al volo. Gli ultimi due anni, quelli della Magistrale, forse sono stati i più deludenti: le aspettative – piano di studi alla mano – non erano altissime ma facevo leva su quei due o tre insegnamenti che speravo mi aiutassero a proiettarmi verso una determinata professione. Uno di questi era ‘Marketing e comunicazione’: la prima delusione è arrivata quando lo eliminarono dal percorso di studi. Non mi arresi comunque: la curiosità e l’interesse verso la materia mi spinsero a insistere finché riuscii a reinserirlo prendendolo addirittura dalla facoltà di Economia. In sostanza: eccomi qui perché l’Università non mi ha dato ciò che mi aveva promesso”.

Il giornalismo è in crisi. A dirlo non siamo noi, ma i dati. Sempre più giornali chiudono, sempre più redazioni tagliano il personale, sempre meno fondi vengono resi disponibili per nuovi investimenti. Eppure il filo tra la facoltà di comunicazione e le realtà editoriali è sempre molto solido, e anche tu hai mossi i tuoi primi passi professionali in questo settore. Cosa ti ha spinto a farlo e cosa senti di esserti riportata a casa dalle tue collaborazioni con Corriere dello Sport e Ufficio Stampa del Comune di Cagliari?

“È semplice rispondere alla domanda ‘cosa ti ha spinto a farlo?’: la passione. Ho una passione smisurata per la scrittura e la crisi dell’editoria non è mai stato un motivo per demordere o per crederci meno. Quando ho iniziato a scrivere per il Corriere dello Sport mi occupavo di piccole realtà sportive sarde, articoli giornalieri di poche battute, senza prospettiva di pagamento. Insomma, una situazione che ha messo la mia ambizione davvero a dura prova. Ma ho insistito e due anni dopo ho iniziato a occuparmi del Cagliari Calcio, ad andare alle partite e alle conferenze stampa. E’ stato un bel salto di qualità e mi ha fatto ben sperare, fino a quando ho dovuto ridimensionare il mio punto di vista: l’editoria è davvero in crisi, il Corriere peggio, e io sono molto lontana dal prendere il tesserino da pubblicista. Tutto sommato posso dire di covare sempre in me la speranza che i meccanismi un giorno cambino così da poter riprendere in mano la scrittura. Di queste due esperienze mi rimarranno due cose: la prima è la certezza che le parole, in un modo o nell’altro, cambieranno il mondo. La seconda è il coraggio di non arrendersi di fronte a una realtà che purtroppo a volte sa essere piuttosto severa”.

Bautiful Box non rappresenta solo il tuo ingresso nel mercato della comunicazione e della marketing digitale. Si tratta soprattutto del punto di contatto tra la te e noi, dato che Maurizio Piredda ha creduto in noi e investito nella tua formazione. Dal nostro punto di vista ospitare una ragazza così combattiva da viaggiare ogni settimana via aereo per seguire il nostro corso a Roma è un onore enorme. Entriamo dunque nel dettaglio e scopriamo meglio questa realtà: di cosa si occupa e, tu, in particolare, che mansioni svolgi?

“Bautiful Box è una startup cagliaritana che si occupa di produrre dispositivi intelligenti per cani e gatti. Si tratta di una Box dotata di una telecamera, un erogatore di crocchette e una ciotola con tre pulsanti interattivi: l’obiettivo è quello di fornire al proprietario del pet un dispositivo che gli consenta di giocare e parlare con l’animale a distanza, attraverso l’utilizzo della Bautiful App. Questo significa che se sei a lavoro ma vuoi vedere cosa sta facendo il tuo cane che è solo in casa, ti basterà aprire l’app e avrai le immagini direttamente dal tuo salotto. Ovviamente puoi richiamare l’attenzione del tuo cane – lui ti sentirà grazie alla cassa posizionata nella Box – e azionare i segnali luminosi sulla ciotola: ogni volta che metterà la zampa sul tasto corretto potrai dargli una o più crocchette come premio. Le idee su cui si basa l’intero progetto sono la prevenzione dell’ansia da separazione dell’animale e la rieducazione dello stesso grazie all’utilizzo del rinforzo positivo e dei giochi di attivazione mentale. Io mi occupo di Social media, Content e Community management, ma dicono di volermi trasformare in una Growth Hacker”.

Solitamente l’ultima domanda riguarda gli obiettivi formativi presso la Digital Combat Academy ma in questo caso possiamo fare di meglio. Dato che infatti il corso è già partito, possiamo approfondire le tue reazioni a caldo dopo le prime due lezioni di Social Media e Content Marketing. Che impressioni hai ottenuto a pelle del clima in aula e quali sono le prossime materie che sollecitano maggiormente il tuo appetito formativo?

“Le prime due lezioni sono state atomiche. Per spiegarmi meglio dirò che non sono mai rientrata dalle mie trasferte del sabato con un pizzico di delusione. Per quanto riguarda il clima in aula, il fatto di venire a contatto diretto con persone che svolgono lavori o hanno esperienze lontane dalle mie, mi dà modo di ragionare anche sul mio futuro: non so esattamente come esprimerlo ma anche la chiacchierata durante la pausa caffè rappresenta per me un momento chiave della giornata di formazione.

I contenuti delle lezioni non sono mai stati banali ma sempre concreti, mirati e stimolanti. Ti svelo un dettaglio: il lunedì di lavoro dopo la prima lezione di Social Media, ho preso in mano il mio piano editoriale e l’ho stravolto in funzione di ciò che avevo appreso nel fine settimana. Sono stata in grado di riadattare i concetti alla mia piccola realtà lavorativa, studiando una strategia che fosse realmente coerente rispetto ai nostri obiettivi aziendali.

Guardando alle prossime lezioni, conto le ore che mancano all’incontro con Luca Barboni e mi trovo particolarmente incuriosita dal modulo del 18 maggio sull’Influencer Marketing.

Chiudo dicendo che la Digital Combat Academy è per me un insieme di “prime volte”: la prima volta a Roma, la prima volta in viaggio da sola, la prima volta con un corso mirato sui miei interessi. La stanchezza fisica e mentale che ovviamente comporta un ritmo di viaggio di questo tipo è nettamente in secondo piano rispetto alla soddisfazione e all’entusiasmo che mi riporto a casa”.