Lorenzo Calvani, moderno poeta capitolino alla conquista dei social

Come spesso accade, il nome dell’intervistato è balzato alla nostra attenzione grazie a degli stimoli esterni.

Da un lato Arianna, la fidanzata del Direttore, e dall’altro Gianluca Dodero, ex Studente della nostra Scuola, ci hanno positivamente parlato di Lorenzo Calvani nella stessa finestra temporale.

Da lì a contattare Lorenzo è stato un attimo. Il suo operato sul web era troppo interessante per non condurci ad intervistarlo.

Lorenzo ha capito molte cose. Primo, che i social media non sono il male e che, tra i tanti difetti del web, bisogna ammettere che Facebook e soci favoriscono lo scambio culturale. Secondo, che una community di lettori va coltivata nel tempo, con equilibrio e passione. Terzo, che ai tempi del digitale lo span di attenzione delle persone è crollato in modo drastico e mantenere alto l’interesse delle persone non è assolutamente scontato.

Lorenzo è un poeta romano, moderno, digitalizzato. Pubblica poesie sui suoi canali Facebook. Non ha uno standard di pubblicazione, e questo lo rende ancora più godibile. Ogni giorno ha una chiave di lettura diversa, a volte pubblica tanto e a volte no, a volte scrive poesie lunghe a volte hanno l’aspetto di un tweet. Tratta argomenti di vita quotidiana ma in maniera ironica, ficcante.

Seguitelo su Facebook. E intanto godetevi la sua intervista.

🎯 Quando una persona di valore raggiunge un certo livello di notorietà è sempre interessante viaggiare a ritroso nel tempo, fino ai giorni della sua infanzia. Lo sforzo mnemonico ha un obiettivo semplice: riportare alla luce eventi e comportamenti che, in qualche modo, possono rappresentare dei precursori del suo successo. Tu come eri da piccolo e, soprattutto, quando hai dato al mondo i primi segnali del tuo talento artistico

“Rispondendo alla tua prima domanda invece posso dirti che è un quesito che mi pongo spesso anche io. Diciamo che del mio passato non ho ricordi particolarmente focalizzati, ero un bambino molto quieto ed estremamente buono, forse a volte particolarmente ingenuo ma con uno spiccato spirito di osservazione.

I primi segnali del mio talento artistico, se cosi può definirsi, in realtà non credo che risalgano alla mia infanzia. A dire il vero ho iniziato ad avvertire qualcosa muoversi interiormente già da grandicello, più o meno i primi anni di liceo iniziando a leggere poesie metropolitane in romanesco (poeti del trullo sono la mia fonte d’ispirazione) e avvertendo in seguito l’esigenza di dar sfogo alla mia essenza, scoprendo successivamente con mia grande sorpresa di avere una spiccata capacità nel ‘partorire’ rime non troppo banali o scontate e riuscendo ad ‘incastrarle’ in modo naturale e non artefatto.

Fin da bambino però ho preso parte a dei laboratori teatrali nel mio paese avendo modo di confrontarmi con un vero pubblico e anche la possibilità di conoscere i miei limiti e le mie peculiarità ma senza averne la piena consapevolezza che invece ho acquisito con il passar del tempo. Da ultimo inoltre ho cercato anche di addentrarmi in un percorso da monologhista comico frequentando appositi laboratori di scrittura, percorso che ho recentemente messo in stand by per capire quale possa essere tra le due strade (quella della poesia o quella della comicità) quella che più mi rappresenti. A questo punto credo di poterti sicuramente dire che il mondo dell’arte però ha sempre scalpitato dentro di me”.

🎯 Anche la più talentuosa delle menti deve fare pratica per consolidare la propria capacità. Un pugile colpisce lo stesso punto del sacco per anni con l’obiettivo di affinare potenza e precisione, un videomaker realizza centinaia di video per allenare l’occhio al montaggio. Parliamo allora della tua “dieta artistica”, ovvero dell’insieme di stimoli esterni che assimili quotidianamente per allenare la tua competenza poetica. Artisticamente parlando, di cosa ti nutri?

“La mia dieta artistica è costituita principalmente da un forte spirito critico e di osservazione ma anche da una maniacale attenzione a dettagli apparentemente insignificanti, ai quali cerco invece di attribuire il giusto valore. Spesso si tratta di atteggiamenti comportamentali che nascono da un nostro inconscio o piccolezze a cui non si presta attenzione ma che in realtà hanno una loro profondità di significato.

Cerco di nutrirmi essenzialmente di ciò che sazia la mia anima. Vado alla ricerca di emozioni vere, pure, sincere che mi inducono necessariamente a scavare dentro me stesso a volte anche con una marcata dose di sofferenza e puntano ad abbattere totalmente tutto ciò ne impedisce la libera fuoriuscita.

Un ‘ingrediente’ molto importante di cui mi nutro costantemente è l’ironia con la quale cerco di ‘condire’ sempre i miei scritti introducendola a volte in maniera velata e sottile altre volte in modo decisamente più marcato.
Un altro ‘ingrediente’ di cui non posso fare a meno è l’originalità.

Anch’essa cerco di inserirla meticolosamente all’interno di ogni mia creazione usufruendo spesso e volentieri di un linguaggio dialettale (nel mio caso il romanesco) che ritengo da un punto di vista poetico particolarmente incisivo e di impatto”.

🎯 La società è sempre più individualistica, il denaro viene erto come stella cometa della vita terrena e il successo economico sembra rappresentare l’unico metro di giudizio per valutare la validità di un essere umano. In questo contesto moderno, schiacciato dal materialismo finanziario, affermarsi “poeta” sembra implicitamente dipingere un’immagine controcorrente: bando ai soldi, viva l’anima. Dalla tua esperienza, quali sono le diverse fonti di reddito che possono aiutare un poeta moderno a coltivare la sua arte e, al contempo, a pagare un affitto?

“Beh, sappiamo entrambi che vivere della propria arte è una delle imprese più ardue a cui l’uomo possa attingere. Io credo di essermi a malapena affacciato alla finestra di questo mastodontico mondo. Oggi come oggi è assai difficile riuscire ad ottenere l’attenzione di qualcuno senza usufruire di argomenti di interesse generale che riscuotano facili consensi ma che abbiano al principio di tutto una scrupolosa ed accurata conoscenza di se stessi.

Credo fermamente che chi scelga di ‘far poesia’ sia consapevole delle difficoltà a cui va incontro e di quanto sia difficile riuscire ad ottenere una retribuzione dalla propria arte. Solitamente si cerca di accompagnarla con piccoli ed un umili lavoretti quali cameriere, dog sitter, etc. che ti danno modo di pagare l’affitto e di avere del tempo libero per dedicarti a ciò che ti faccia star bene o ti dia soddisfazione.

Certo, quando si raggiunge un certo livello di notorietà si può iniziare a guadagnare qualcosa con dei reading delle proprie poesie o con la pubblicazione dei propri libri a sfondo poetico tramite case editrici indipendenti e non, ma credo che io ne debba ancora fare molta di strada prima che mi si apra questa opportunità, quindi per ora mi accontento di portare in giro qualche bell’animaletto peloso”.

🎯 Chi lavora nel marketing digitale come noi affronta da sempre tutti i pregiudizi della società civile nei confronti della tecnologia. È la famosa guerra tra apocalittici e integrati. Per gli apocalittici Internet starebbe infatti portando più danni che vantaggi alla società. Allora restringiamo il campo di azione alla tua arte, e analizziamo il quadro complessivo in modo critico ma costruttivo. Distinguendo tra pregi e difetti, come pensi che Internet stia impattando il mondo della poesia?

“Sicuramente Internet offre una preziosa possibilità a chi come me avverte questa esigenza di venire ‘allo scoperto’. In questi ultimi anni ho avuto modo di constatare quanto stia smisuratamente aumentando il numero di ‘poeti’ che sentono la necessità di dare voce alla propria anima, e questo a parer mio è un bene perché oltre ad essere un importante scambio culturale rappresenta anche un prezioso arricchimento interiore.

Grazie anche a Facebook stesso ho avuto la possibilità di venire a conoscenza dei cosiddetti ‘poetry slam’ (che ultimamente stanno assumendo sempre più valore e notorietà in tutto il paese) vale a dire eventi a sfondo poetico a cui partecipano vari artisti emergenti e non che si sfidano a suon di poesie ma anche tramite racconti interpersonali e introspettivi, tutto rigorosamente di penna propria in una durata massima di tre minuti con l’obiettivo primario di divertire o emozionare il pubblico presente che rappresenta nella maggior parte dei casi la giuria stessa dell’evento.

Si instaura quindi una massima interazione e un totale coinvolgimento tra artisti e pubblico e questo credo sia in parte il fattore che rende cosi entusiasmanti tali eventi. Una realtà a mio parere meravigliosa che mi ha consentito di fare conoscenze interessanti e di uscire fuori dal ‘mondo virtuale’ dei social.

Un grande difetto di Internet sta invece nell’assoluta e smisurata capacità di trasformare tutto in moda e questo non sempre è un bene. Infatti se la poesia diventa moda a parer mio tende ad essere snaturata e a perdere di significato poiché preda di concetti prettamente banali e studiati per ottenere facili consensi. Cosi facendo credo che si assopisca anche il suo aspetto più nobile, ovvero quello di trasmettere pure e sincere emozioni derivanti dalle numerose e variopinte sfumature del proprio essere.

🎯 Utilizzi i tuoi canali personali su Facebook in modo degno di nota. Innanzitutto alterni contenuti brevi (quasi fossero dei tweet) a contenuti più articolati. Inoltre non segui una vera e propria strategia di pubblicazione, di quelle che ti fanno pubblicare solo a certi orari e con una certa cadenza: quando ti senti ispirato, crei e condividi. Infine sei molto capace nel gestire la community di fan intorno a te, dimostrando amore e attenzione nei loro confronti, anziché distacco e superiorità. Quando sei sbarcato su Facebook per la prima volta e, da allora, come si è evoluto il tuo rapporto con questo strumento?

“Intanto grazie mille per la lusinghiera recensione e analisi riguardo il mio utilizzo dei social. Non credo di essere nella posizione di poter avere dei ‘fan’ ma più semplicemente delle persone che mi dedicano del loro tempo per leggere ciò che ho pubblicato.

In un preciso periodo come questo in cui riuscire ad ottenere l’attenzione di qualcuno è davvero complesso, credo di potermi ritenere onorato e privilegiato nel trovare persone che usano una parte del loro tempo per leggere ciò che pubblico. Ho sempre pensato che ‘l’attenzione’ bisogna guadagnarsela o meritarsela, per questo prima di pubblicare i miei ‘pezzi’ cerco, in primis, soddisfazione ad ogni mia esigenza. Non potrei mai in nessun modo assumere nei loro confronti un atteggiamento di superiorità ma solo di profonda gratitudine.

Sono su Facebook da parecchi anni ma solamente da ultimo ho iniziato a farne un uso differente. Saper utilizzare Facebook egregiamente offre senz’altro una preziosa possibilità per pubblicizzare e valorizzare il proprio talento artistico.

Anche se purtroppo mi rendo conto quanto diventi sempre più spesso una vera impresa riuscire a portare e spostare l’attenzione degli utenti social verso contenuti che non siano insiti di volgarità e scontatezze ma che abbiano una parvenza di significato e di valore.

La frase ‘staccare il cervello’ di cui si appropria la maggioranza dei ‘facebookiani’ per indicare uno stato di leggerezza mentale credo ci stia tragicamente sfuggendo di mano e stia spianando la strada a tutto ciò che alimenta inesorabilmente il vuoto esistenziale ed emotivo di cui siamo molto spesso prigionieri”.

🎯Con le persone di valore è interessante parlare del passato e del presente, vero, ma lo è ancora di più farlo sul futuro. Chi ha una visione ampia delle cose, riesce a collegare i puntini e, spesso, a prevedere le mosse del mondo. Concludiamo dunque con una proiezione del futuro. A livello sia personale che professionale, come ti immagini la vita di Lorenzo Calvani nel 2022?

“Sinceramente non ho un immagine delineata o un idea ben precisa sul mio futuro. Ciò che posso dirti è che il mio intento è quello di riuscire ad uscire più possibile dai social e confrontarmi sempre più spesso con un pubblico vero e proprio che mi dia modo di capire dove correggermi o perfezionarmi. Forse ora dirò una cosa controcorrente ma credo che in un periodo di spaesamento di valori e di mercificazione di emozioni come questo sia davvero necessario tenersi stretto chiunque tramite la sua arte cerchi visceralmente di raccontarci una verità ‘nascosta’ o ci faccia prendere maggior confidenza con il nostro aspetto interiore.

Io provo umilmente e con tutto me stesso in questo arduo compito, quindi posso in conclusione confidarti che la mia ambizione futura più grande è proprio quella di riuscire a portarlo a termine magari in qualità di ‘poeta moderno metropolitano’ riuscendo quindi a vivere di ciò e con ciò che amo profondamente fare.