Gigliola Camponogara, il volto sorridente delle risorse umane in Italia

Intervistiamo la professionista vicentina che investe anima e cuore per formazione e ricerca attiva del lavoro

Quello delle risorse umane è un universo molto delicato. Chi si occupa di HR intercetta persone che, spesso, vivono momenti di profonda instabilità emotiva. C’è chi perde il lavoro e in parallelo fiducia in se stesso, c’è chi cerca un’occupazione e non sente di disporre delle giuste competenze per rimettersi in gioco.

Per fortuna il mondo è un posto migliore di quello che ci descrivono i telegiornali ed esistono persone, speciali, che fanno da ponte tra domanda e offerta lavorativa.

Persone mosse dall’umanità. Persone che devolvono la propria vita per migliorare se stesse e, a cascata, tutte quelle che hanno la possibilità di entrarvi in contatto. Persone che si formano per restare aggiornate con i più recenti strumenti di HR e fornire consigli in linea coi tempi.

Persone come Gigliola, dunque, che amano la vita e redistribuiscono speranza a chi, talvolta, sentiva di averla persa.

Gigliola è una di quelle persone che legge, ascolta e viaggia per imparare dagli altri e automigliorarsi continuamente. Stavolta ribaltiamo la prospettiva e le consegniamo il microfono che merita. Per voi, dunque, ecco l’intervista a Gigliola. Lei parla, noi impariamo.

Ci sono tante cose che possono saltare all’occhio di un profilo LinkedIn. Nel tuo, a dominare, è la voce “Courses”. Ben 33 in totale tra corsi di lingua, laboratori web e seminari sul lavoro. Qual è per te il valore dell’aggiornamento costante in un mondo così frenetico?

“L’apprendimento mantiene alto il livello di curiosità e stimola la contaminazione di idee. In un mercato del lavoro diventato così rapido, servono varie tipologie di competenze e non investire sulla formazione, vuol dire autoescludersi. Per questo, alterno argomenti tecnici legati al mondo digitale a esperienze formative orientate alle competenze trasversali. A dirla tutta, coltivarmi, come persona, viene prima ancora della conoscenza. Le abilità tecniche, quel bagaglio di conoscenze e capacità specifiche e indispensabili per una determinata posizione lavorativa, non sono sufficienti per emergere, e si possono acquisire. Quelle personali non sono statiche, possono essere costantemente sviluppate, migliorate o acquisite e rappresentano il plus di ogni esperienza professionale.

Chi sei, viene prima del cosa sai fare“.

Il lavoro è un tema delicato, molto delicato. Quando ce l’abbiamo spesso lo diamo per scontato. Ma quando non ce l’abbiamo subiamo una fortissima pressione sociale. Parlaci del progetto “Cercando il lavoro”.

“In un contesto lavorativo si manifesta il nostro valore, mettiamo parti di noi. Quando non c’è o viene a mancare, l’autostima si abbassa. Per rispondere ai bisogni delle persone disoccupate o in mobilità, nel vicentino, nel 2012 è nato Cercando il lavoro. Il progetto è stato ideato da Tommaso Ruggeri, all’epoca Assessore allo Sviluppo Economico e dall’attuale coordinatore Juri Devigili: si rivolge alle persone residenti all’interno dei comuni che aderiscono e gli iscritti sono attualmente 4300. Lo sviluppo è stato possibile grazie alla collaborazione tra 21 Comuni della Provincia di Vicenza, vede la partecipazione di studi di selezione e ricerca personale, consulenti del lavoro e aziendali che hanno dato vita alla creazione di una rete pubblico-privato. Con un preciso scopo: quello di fornire strumenti concreti e avvicinare chi non lavora, attraverso una sorta di volontariato intellettuale. Come? Attraverso corsi di formazione per ampliare le competenze informatiche, linguistiche o più personali mediante laboratori esperienziali, percorsi di self marketing e consulenze per un sostegno individuale: sportelli di counseling e coaching aiutano, chi ne fa richiesta, a sentirsi parte di un percorso dove le persone interagiscono e vengono messe al centro. Il progetto inoltre, prevede la partecipazione a bandi regionali ed europei”. 

Hai una storia in particolare da condividere con noi? La storia di una persona che possa suscitare empatia e insegnare qualcosa a chi, oggi, sta cercando il lavoro.
Di recente ho conosciuto un diciottene padovano, Riccardo Aldighieri. Va ancora a scuola ma lavora già. La sua disabilità fisica, da piccolo, l’ha fatto sentire diverso per molto tempo, invece di correre come tutti gli altri bambini, rimaneva ad osservarli, chiedendo a chi gli stava attorno, quando avrebbe cominciato a camminare. Anni vissuti in sordina, in una diversità che non lascia scampo. Un giorno affronta quel “dovrai rimanere su una sedia a rotelle”, decide che è di troppo e inizia a costruire una strategia, un allenamento per piegare quella verità, riscrivendola ogni giorno, tirando fuori il meglio di sé. Nel suo piano ha messo a fuoco gli obiettivi professionali da raggiungere e come farlo. In barba alla paralisi delle mani che non gli faceva nemmeno tenere in mano una matita all’ingresso in prima superiore, è arrivato a disegnare un abito da sposa accompagnando la modella che lo indossava durante una sfilata. Vuole fare lo stilista di moda e ha acceso i motori della determinazione e del coraggio, i nostri migliori alleati quando c’è da raggiungere una méta. Ora continua senza sosta a disegnare e viene invitato a eventi e sfilate. Ci insegna che ogni successo, anche il più piccolo, va costruito giorno per giorno, se aspetti di essere pronto per fare qualcosa non combini niente. Hai un’idea? Parti e sperimenta. Parlo della sua storia sul blog Il Cielo sopra San Marco di Barbara Ganz, de Il Sole 24 ORE”.


Persone come te stabiliscono solide relazioni e portano le persone a fidarsi perché mettono in campo qualità umane spesso introvabili, come ad esempio la capacità di ascolto. Ma empatici si nasce o si diventa?

“Mettersi nei panni degli altri è complicato ma non impossibile, ascoltare le emozioni che non sono tue fa sentire le persone ascoltate e accettate. Non l’ho studiato, lo sperimento. In questa frenesia quotidiana, una persona che si interessa a te e ti dedica un po’ del suo tempo, esprime già un comportamento positivo. Ancora di più, se ti occupi di risorse umane, sono dettagli che fanno tutta la differenza nella costruzione di relazioni basate sulla fiducia. Tono di voce e prossemica formulano dei veri e propri messaggi, serve dedicarsi, porre attenzione. Alcune tecniche e strumenti si possono acquisire, altre le possediamo di nostro ma, in ogni caso, vanno custodite, potenziate. Le persone dimenticano le parole, non come le hai fatte sentire – Maya Angelou”.

Le tue esperienze e la tua formazione parlano chiaro. A un certo punto della tua vita hai abbracciato Internet e lo fatto diventare un tuo imprescindibile compagno di viaggio. Qual è il contributo più potente che il web ha dato alle tue relazioni offline?

“Il bello di Internet è che puoi conoscere persone interessanti con le quali confrontarti e il grado di separazione è sempre più mitigato. Ricordo con simpatia una mail che ho scritto all’inizio di quest’anno, a Marco Montemagno, imprenditore digitale: mi ha dato la possibilità di intervistarlo ben due volte. Una via Skype, una di persona durante un evento alla Bicocca, lo scorso febbraio. Online, non smettiamo di essere persone in carne ossa e, le connessioni più vere, sono quelle che trasformi in un incontro dal vivo, rimangono solo se c’è autenticità e coerenza tra quello che siamo e ciò che comunichiamo.

Domanda di rito per concludere. Quattro consigli in linea con i tempi per chi sta cercando lavoro?

  • Scrivi una lista di nomi di persone a te vicino, per contattarle e far sapere loro che stai cercando un’occupazione. Calcola che ognuno conosce almeno 10 persone, che a loro volta ne conoscono altre 10 e la rete si allarga.
  • Fai una lista di aziende, legate alle tue capacità e interessi personali. Conosci da vicino chi ci lavora, chiedi informazioni, stringi relazioni con più persone possibili legate a quell’attività.
  • Parla con i conoscenti della tua ricerca: aiuterà ad allargare il raggio di azione delle informazioni e favorirà il sapere che magari in quella data azienda stanno cercando qualcuno con le tue competenze!
  • Cura la tua presenza online, le aziende ti osservano da lì. Sui social è importante esserci ma con buon senso: evita commenti e foto che possono creare un’immagine sbagliata di te, aiutandoti con i vari livelli di privacy.

Altri spunti di Gigliola li potete trovare nel suo articolo pubblicato su Il Cielo sopra San Marco di Barbara Ganz de Il Sole 24 ORE.