Francesco Toni, gestione e visione per il CEO di PureMorning

Lo strumento dell’intervista ci permette di fare network da un lato, e far emergere storie interessanti dall’altro. Abbiamo così contattato Francesco Toni, CEO e Co-Founder insieme a Marco Poggiaroni di PureMorning, e si è rivelato più che disponibile a rispondere alle nostre domande.

Di Francesco apprezziamo soprattutto la visione dell’impresa – intesa come organizzazione complessa fatta di gestione e visione, frutto di un’esperienza diretta sul campo che può essere maturata solo in azienda.

Si tratta di una visione per noi ovvia, ma paradossalmente anacronistica in un mondo in cui chiunque pensa di poter raccogliere soldi, fondare una startup e tuffarsi nell’imprenditoria senza alcuna esperienza di lavoro pregressa.

Nel ripercorrere l’evoluzione del proprio percorso professionale, Francesco traccia in modo lineare anche le macro differenze tra vita di azienda e vita di agenzia, senza dimenticare le battaglie da freelance.

Felici di aver ospitato sul sito la storia di Francesco, speriamo presto di incontrarlo a Milano per un caffè. Di conoscere persone in gamba non ci stancheremo mai.

Alcuni talenti sviluppano la propria comprensione del mondo lavorativo da autodidatti, altri seguono il corso prestabilito delle cose con esperienze universitarie in Italia o all’estero. Tu, caro Francesco, come hai formato la tua professionalità?

“Io ho seguito un percorso classico. Ho terminato l’università e sono entrato nel mondo del lavoro, prima in azienda e poi costruendo un percorso tutto mio.

L’università è davvero un’ottima palestra per due motivi: ti insegna il metodo e ti fornisce una conoscenza molto importante sulle materie che studi.

Il percorso universitario è stato quindi, innanzitutto, un atto dovuto nei confronti della mia famiglia, una scuola importante per potersi sedere al tavolo dei grandi avendo ben chiari concetti economici e di marketing, e una buona palestra per allenare metodo e conoscenze.

Allora non sapevo ancora che avrei fondato una digital agency e, a dire il vero, non esisteva affatto una facoltà che insegnasse web e tecniche e tattiche di digital marketing; per terminare la risposta alla tua domanda penso che la strada migliore sia sicuramente studiare, seguendo corsi universitari o accademici, e di approfondire successivamente da autodidatti, tutti i giorni”.

Anche nell’approccio al primo impiego esistono diverse strategie. C’è chi si tuffa nel mondo dell’imprenditoria sin da subito, e chi matura esperienza in azienda prima di staccarsi e fondare la propria realtà. Prima di arrivare a fondare PureMorning come hai sviluppato il tuo percorso professionale?

“Ho cominciato a lavorare in azienda, nel marketing, occupandomi di below the line e promozione delle vendite.

Quando ho capito che il ‘mezzo’ stava cambiando, ho iniziato un percorso lavorativo completamente differente.

Prima sono entrato in un grande gruppo e-commerce italiano, apprendendo nozioni importanti di sviluppo del prodotto e di marketing digitale.

Ho arricchito quell’esperienza, forse la più importante in termini di crescita personale, ‘saltando’ nel mondo delle agenzie. Lavorare in agenzia è completamente differente dal lavoro in azienda: devi essere più veloce, più predisposto al cambiamento, con nervi più saldi.

Se un’agenzia ha 50 clienti, sono 50 aziende che entrano in contatto con te, ognuna con il suo modo di lavorare, di pensare, di parlare: se non cambi pelle continuamente, sei fuori.

Dal mondo delle agenzie, sono poi passato alla consulenza freelance, altra bella palestra perché sei solo contro il mondo: impari a diventare grande.

Alla fine di questo lungo percorso, ho fondato la mia società. Con il mio socio Marco Poggiaroni accompagniamo aziende e persone nella trasformazione digitale.

Un’ultima cosa. Il motivo principale per cui moltissime startup in Italia falliscono è dovuto non al prodotto, ma a una cattiva gestione. A parte 10 geni, imprenditori non si nasce, si diventa. Non puoi diventarlo se prima non prendi un po’ di calci in azienda”.

Molti giovani startupper si lanciano nel mondo dell’imprenditoria unicamente per non avere un capo, ma non capiscono la complessità di dover gestire un’azienda. Collaboratori, clienti, tasse. Accompagnaci nella comprensione di questa complessità. Di cosa si occupa PureMorning e come si è evoluta nel tempo?

“È esattamente così. Non basta avere una buona idea, saper sviluppare il prodotto e utilizzare gli strumenti corretti di marketing. Fare impresa è molto più complesso. Per l’esperienza che ho io, due punti sono molti importanti: gestione e visione.

Migliorare la gestione dell’azienda ti permette di non perdere il fiato se un ingranaggio si rompe. Questo aspetto è fondamentale ed è la differenza tra un’azienda vera e due freelance che si riuniscono sotto lo stesso nome, ma che di fatto navigano a vista.

La visione è invece la chiave per portare l’azienda nel futuro. Tutte le azioni che fai, sia di marketing, che commerciali o di relazioni, devono essere figlie di una strategia a lungo termine e di numeri che quadrano.

Se chiedessi a molti giovani imprenditori dove sarà la loro azienda tra 10 anni non sapranno risponderti.

Questo non vuol dire che chi sa rispondere a questa domanda non andrà incontro a crisi, ma l’azienda deve avere una visione chiara sul proprio futuro, e compiere le azioni migliori per centrare l’obiettivo. Questo è il rischio che si prende l’imprenditore: sapere vedere bene da lontano.

Per rispondere all’altra metà della domanda, PureMorning è la prima digital agency che ha ottenuto il carattere di startup innovativo in Italia. Questo perché abbiamo sviluppato un nuovo linguaggio di comunicazione e un algoritmo proprietario per aggregare i comportamenti degli utenti e fornire indicazioni chiare alle pubbliche amministrazioni.

Siamo nati sviluppando marketing e comunicazione nel settore medico e la nostra evoluzione è nell’accompagnare tutti i professionisti (avvocati, architetti, medici, notai) nella trasformazione digitale”.

Abbiamo parlato del passato, abbiamo fotografato il presente, ora volgiamo lo sguardo al domani. Un imprenditore è una persona che ha una visione e vuole realizzarla, portarla a terra. Se chiedessi cosa vedi per te e la tua azienda da qui al 2022, tu Francesco cosa risponderesti?

“Da qui al 2022 la mia azienda aiuterà le pubbliche amministrazioni (ministeri, università, servizi alle persone) a comprendere il comportamento e i desideri degli utenti, e a fornire loro risposte (siti internet e comunicazione) migliori”.