Emil Ceron, Fondatore dell’Agenzia Social Media Lime

Laurea in Comunicazione, esperienza da venditore, presente da imprenditore. Conosciamo meglio l’evoluzione di un padre con la voglia di lottare nel DNA

Abbiamo conosciuto Emil in occasione di un evento a Latina organizzato da Luca Rallo e, da lì, la connessione è stata immediata. Prima qualche interazione sui social media, poi la Video-Candidatura, dunque l’inizio delle lezioni in Aula.

La sua storia è esemplare per tante ragioni. Innanzitutto il background familiare, che viene raccontato nell’intervista e traccia il profilo di una persona che ispirata dal padre e dal nonno non avrebbe potuto avere altro destino che quello di combattere nella vita. In casa, in ufficio, in aula.

Altrettanto stimabile è il percorso di vita, che ha portato Emil ha esperire tanti contesti eterogenei con la capacità, decisa, di adattarsi a ognuno di essi. Perché studiare, vendere e fare impresa sono attività molto diverse tra loro. E richiedono flessibilità intellettuale.

Chiude il cerchio proprio l’ultima delle attività menzionate, quelle dell’avventura imprenditoriale che lo vede a capo dell’agenzia Social Media Lime. Un’agenzia che vive tutte le dinamiche tipiche del contesto locale, in cui far rispettare la propria professionalità risulta sicuramente più complesso, ma non per questo meno stimolante.

Lasciamo la parola ad Emil, padre affettuoso e imprenditore tenace.

Iniziamo subito con un insight da un mondo universitario che ci tocca più di tutti. Che votazione complessiva daresti alla tua esperienza accademica nella Facoltà di Scienze della Comunicazione?

“La votazione complessiva che darei alla mia esperienza accademica è un 6 perché ho ancora fiducia che il mondo accademico italiano possa migliorare.

Ho scelto la Facoltà di Scienze della Comunicazione perché ai tempi era quella che maggiormente rispondeva alla mia voglia di lavorare nel mondo del marketing pubblicitario e nella comunicazione, c’era ancora il test d’ingresso e la facoltà era nata da solo 7 anni. Una volta laureato tutti quelli che avevano scelto Facoltà diverse come Economia e Commercio per il Marketing o Facoltà tipo lo IED per la comunicazione venivano preferiti a me.

Sinceramente neanche io mi sarei scelto perché gli studi mi avevano infarcito di concetti e nozioni totalmente scollati dalla realtà lavorativa ed operativamente ero a zero, avevo fatto più esami di tipo sociologico che economico ed il miei 30 e lode in economia aziendale ed in marketing non bastavano a rendermi operativo e valido nel mondo del lavoro.

Sarebbe stato necessario affiancare un consistente numero di ore di pratica che avrebbero potuto dotarmi di un minimo di cassetta degli attrezzi per affrontare il mondo del lavoro. Per farti una metafora è come comprare un armadio PAX da Ikea e non avere le istruzioni e gli utensili per il montaggio”.

Quattro anni di esperienza come agente di commercio sono tanti. Saranno stati anni intensi, che hanno consolidato competenze di vendita diretta. Quali sono gli aspetti che senti di esserti portato a casa da quell’esperienza?

“Beh all’inizio è stata dura perché venivo visto dai clienti come quello che voleva dare delle fregature o ‘appioppare’ qualcosa, poi ho sviluppato un approccio tutto mio che si basava sostanzialmente nel NON vendere, alla fine erano gli stessi clienti che mi chiedevano la merce io andavo trovarli come un vecchio amico che dispensava consigli (anche relativi alla loro vita privata), ho acquistato fiducia e loro ordinavano sempre di più di quello che io mi ero prefissato, in 3 anni sono passato da un fatturato di 70K euro a 250K su un settore ad altissima concorrenza.

Questo lavoro mi ha insegnato, in un modo o nell’altro ad affrontare gli ostacoli e raggiungere gli obiettivi, mi ha inoltre fatto capire che non bisogna mai porsi al di sopra del altri ma al proprio stesso livello se si vuole essere guardato negli occhi”.

Meglio essere testa di alice che coda di balena, ci hai raccontato nella Video-Candidatura. Quanto è piacevole essere il capo di se stessi?

“È piacevole quanto impegnativo, io non ho mai avuto un capo ‘cacacazzi’ ed esigente come me stesso, spesso tolgo tempo alla mia vita privata e cerco di migliorarmi continuamente, ma in fondo sono fatto così dai ragazzi della mia azienda pretendo il meglio. Soprattutto perché la mia azienda è composta da una sola persona”.

Parlaci dei primi passi della tua Social Media Agency. Come si chiama, dove nasce e che tipo di servizi offre.

“La mia agenzia si chiama Social Media Lime, amo il lime perché è un frutto fresco, dal sapore deciso e riconoscibile è quello che da il tocco in più ed il carattere nei cocktail, inoltre, non ultimo, il lime mi rappresenta: basta leggerlo al contrario.

La Social Media Lime nasce nel mio paese, Cisterna di Latina ma ha clienti dislocati un po in giro per l’Italia, come spesso accade nessuno è profeta in patria e vieni apprezzato prima altrove e poi nei luoghi limitrofi, e fortunatamente, lavorando on-line questo non è un problema.

L’obiettivo della mia agenzia è quello di sviluppare strategie che facciano emergere il proprio elemento differenziante, mi sono specializzato il più possibile ed in modo verticale su Facebook advertising, cercando anche di sviluppare un co-marketing virtuoso fra i miei clienti”.

Da chi hai preso lo spirito combattivo?

“Sono di origine veneta e contadina, mio nonno ha contribuito con il suo lavoro a bonificare le paludi pontine, mio padre ha affrontato e vinto da solo una guerra contro il cancro continuando sempre a lavorare, di famiglia siamo abituati a costruire e lavorare sodo prima di raccogliere i frutti, e mio padre mi ha insegnato che non importa la tua estrazione sociale se vuoi una cosa, non ci sono scuse, vai a prendertela”.

Soldi, gloria, potere. In base ai valori cha ha, ogni essere umano insegue obiettivi diversi. Ribaltiamo la narrazione e torniamo invece ai fondamentale. Che soddisfazione è combattere al lavoro per il futuro della piccola Elis?

“Come dire: ti piace vincere facile? Elis è la mia Power Bank, non importa quanto io sia stanco, basta un suo abbraccio e mi ricarica totalmente cosi dopo 10 ore passate in ufficio torno a casa, tolgo i miei panni ed indosso quelli del lupo, di orso, di un Pijamask o di qualsiasi cosa la sua fantasia voglia, amo la sua vitalità e mi stupisco della sua intelligenza per questo la mia missione su questa terra è quella di lavorare per insegnarle a diventare una persona migliore di me e riuscire ad essere tutto quello che desidera essere”.