Elvira Ciccarella, Studentessa della Digital Combat Academy a Roma

La passione per la cultura nipponica, il consolidamento del percorso universitario verso gli studi economici, infine lo sbarco nel mondo del lavoro prima come market researcher e poi come imprenditrice.

Elvira Ciccarella arriva infatti nelle nostre aule con un obiettivo cristallino: accrescere le proprie competenze nel digitale per promuovere al meglio il John Cabot, storico pub in zona Colli Albani a Roma, di cui oggi gestisce tutte le leve – sia a livello di business che di marketing.

Decisa e devota alla causa,  ecco la sua intervista.

Dall’Istituto di Cultura Giapponese al master dell’Università degli Studi Roma Tre il salto è sicuramente tangibile agli occhi di chi non ti conosce, e magari naviga per la prima volta il tuo profilo LinkedIn. Interesse linguistico verso una cultura lontana e affascinante, dunque, ma anche formazione pragmatica verso il funzionamento dell’economia. Cosa ti ha spinto ad attraversare questo sentiero accademico?

“Non ho mai avuto dubbi su quella che sarebbe stata la mia scelta universitaria dopo il diploma; infatti, il Giappone, è sempre stata una mia grande passione fin da piccola.

Sono cresciuta, come tanti della mia generazione, vedendo i cartoni giapponesi in televisione ma con il passare degli anni, la mia passione è cresciuta e si è allargata a tutti gli aspetti della cultura nipponica.

Dopo la laurea triennale in lingue e culture orientali, ho scelto di intraprendere un nuovo percorso universitario. Il mio obiettivo era quello di lavorare per un’azienda giapponese. Così, pensando che la sola conoscenza della lingua non mi sarebbe bastata, ho optato per la facoltà di economia e management.

È stata una sfida con me stessa perché il tipo di studio di questa facoltà differisce profondamente da quella umanistica di lingue. Mi sono adattata a nuove materie e a un nuovo studio, ho superato diversi ostacoli ma alla fine la laurea magistrale mi ha aperto le porte per svolgere uno stage nel reparto research and development della Honda, un’azienda giapponese leader del settore automotive”.

Se una persona digitasse CTRL + F sul tuo percorso professionale e inserisse diverse query, quella più ricorrente sarebbe probabilmente “market research”. Da Demoskopea a Doxa, fino ad arrivare ad Honda R&D Europe. Portaci all’interno di questa professione allora, e dell’evoluzione della tua carriera in questo settore. Di cosa ti sei occupata nel dettaglio e come è cambiata la tua professionalità azienda dopo azienda?

“Da quando avevo 18 anni ho collaborato come intervistatrice con diversi istituti di Roma e Milano che operano nel settore delle ricerche di mercato. Nel corso degli anni questo lavoro non mi ha mai annoiato perché è stimolante e dinamico! Di volta in volta, cambiano, lo scopo per cui è commissionata la ricerca, la location e i colleghi di lavoro. Ho partecipato a ricerche qualitative e quantitative, product test, mistery shopping e focus group.

Ho imparato ad adattarmi ai diversi ambienti, ad interagire con persone diversissime fra loro, a rispettare le scadenze e raggiungere gli obiettivi prefissati per ogni ricerca. Nello stage in Honda ho avuto la possibilità di rafforzare tutte queste competenze e di apprenderne nuove. Ho lavorato in un ambiente internazionale, dinamico e creativo in cui ogni singola persona è fondamentale per il corretto funzionamento dell’impresa”.

L’aspetto interessante della tua immagine sui social media è la distanza, più che giustificata, tra la percezione fornita su Instagram e quella fornita su LinkedIn. Sul canale re del visual risulti infatti proprietaria del John Cabot, mentre sulla piattaforma destinata a recruiter e professionisti si evidenzia la carriera da market researcher. Approfondiamo allora l’attività legata al pub capitolino in zona Colli Albani. Da quanto lo gestisci e cosa significa vivere la vita di un pub con gli occhi della proprietaria?

“Ormai sono due anni che la mia famiglia gestisce questo locale. L’idea di prendere in gestione un pub è stata di mio fratello. All’inizio di questa avventura ho avuto un ruolo molto più distaccato perché, essendo ancora studentessa e lavorando su turni in un museo, riuscivo ad essere presente solo nei weekend. Dopo diverse vicissitudini legate al pub e la fine dell’esperienza in Honda ho deciso di assumere un ruolo attivo al 100% nella gestione del locale: dall’amministrazione, alla gestione dei nostri social media, alla cura delle relazione con fornitori e clienti.

Da proprietaria posso dire che chi vive dall’altra parte del bancone affronta sfide ogni giorno. Ogni giorno bisogna lottare e portare a casa il risultato. Il tuo locale diventa una seconda casa e fa parte di te ogni momento! Bisogna adattarsi a nuovi ritmi, imparare a conoscere cioè che desiderano i clienti, interagire con una varietà di persone differenti ed affrontare problemi burocratici e non. Insomma, tanti tanti sacrifici. Ma, quando una persona ci ringrazia per avergli fatto passare una splendida serata nel nostro locale, ci sentiamo ripagati ed orgogliosi di quello che siamo riusciti a costruire in così poco tempo”.

Studiare è come lavorare: per raggiungere risultati bisogna avere chiari gli obiettivi in testa. Vale per un percorso formativo come il nostro, così per un progetto di strategia digitale rivolto a un’azienda. Se la meta è chiara, il percorso per arrivarci è più limpido. Concludiamo allora con la tua partecipazione alla Digital Combat Academy: cosa vuoi riportarti a casa dal corso?

“Il mio obiettivo è chiaro. Ho voglia di apprendere ed accrescere le mie competenze in campo di digital marketing per la mia impresa. Un’ottima gestione dei social media per chi gestisce un locale è fondamentale. Nel mio caso sono convinta che possa diventare un punto di forza per promuovere la nostra immagine, farci conoscere, differenziarci dalla concorrenza ed interagire con i potenziali clienti e fidelizzarli”.