Angelo Cestone: “Ecco come funziona la fatturazione elettronica”

Prima di fondare la Digital Combat Academy Srl conoscevamo poco e niente del mondo della fiscalità. Per avere la garanzia di non commettere errori, essere in linea coi conti e gestire con regolarità il pagamento delle tasse ci siamo voluti da subito affidare a un professionista del settore.

Come per i Docenti abbiamo fatto uno scouting molto mirato: cercavamo una persona che combinasse competenze hard e soft, cioè che fosse preparato ed empatico. Qualcuno che fosse abbastanza maturo da aver lavorato con aziende importanti, ma che fosse al contempo abbastanza giovane da stare sul pezzo in materia digitale.

Alla fine lo abbiamo trovato. Grazie a un nostro amico comune, siamo arrivati alla persona giusta. Si chiama Angelo Cestone e ha conseguito la Laurea Magistrale in Economia presso l’Università di Roma Tor Vergata. Dal maggio del 2010 lavora nello studio commerciale Codella situato in zona Colli Albani, a Roma, e ogni mattina si aggiorna sul Sole 24 Ore e su altri quotidiani del settore perché digitale e fisco hanno una caratteristica comune: cambiano tutti i giorni.

Abbiamo dunque chiesto ad Angelo di rispondere ad alcune domande per raccontare meglio a noi, ma soprattutto alla nostra community, la fatturazione elettronica. Un abile escamotage per dare voce ad Angelo, esporre la sua competenza e creare un contenuto utile per chi, come noi, ha bisogno di una guida in materia di fiscalità.

Partiamo dalle basi: cos’è la fatturazione elettronica?

“Il significato della fattura elettronica è insito nel suo stesso nome. Si passa dalla fattura cartacea che veniva consegnata al cliente o inviata per mail alla fattura elettronica. Il requisito essenziale però per poter essere chiamata fattura elettronica non è la semplice creazione della fattura attraverso un computer. Deve invece avere determinati standard richiesti dall’agenzia delle entrate. In particolare essa dovrà avere un formato XML e una volta creata dovrà essere inviata allo SDI che altro non è che una sorta di postino digitale. Lo SDI infatti effettua un controllo sui dati presenti in fattura e sulla loro correttezza e si occupa di smistarla al destinatario”.

Quanto è difficile gestire questo nuovo metodo di fatturazione?

“Sembra tutto molto complesso ma nulla di così impossibile nella realtà. La spiegazione è molto più difficile dell’effettiva pratica. Attraverso software gratuiti dell’agenzia delle entrate o anche software a pagamento la creazione della fattura non sarà poi così complessa: si inseriranno i classici dati che già erano obbligatori precedentemente e il software si occuperà della creazione di questo formato XML e del suo eventuale invio. Per chi ha un minimo di dimestichezza con il PC e già faceva fatture con il computer sarà un gioco da ragazzi. Un po’ più complessa la situazione per chi emetteva ancora fatture a mano o magari non possiede proprio un PC (si pensi ad un artigiano)”.

Cosa cambia con la fatturazione elettronica per i liberi professionisti e per le aziende?

“Le persone fisiche e le aziende titolari di partita iva devono adeguarsi a questa ‘rivoluzione’ iniziando ad emettere fatture elettroniche. Esistono sostanzialmente 3 possibilità per gestire questa novità:

● Attraverso la propria PEC (Posta Elettronica Certificata). Qui si possono far confluire le proprie fatture ricevute e si possono inviare quelle emesse, previa creazione del file in formato XML;

● Registrandosi e accedendo alla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate – Fatture e Corrispettivi. Qui si possono creare ed inviare fatture, e gestire tutto il ciclo passivo;

● Attraverso software privati di fatturazione. Ne esistono tantissimi e anche a prezzi più che abbordabili. Qui si possono avere aree personali dove gestire il ciclo attivo e passivo. Inoltre – e solo in questo caso – la software house fornisce il famoso codice destinatario che poi viene comunicato ai fornitori.

Si precisa che le prime due soluzioni sono completamente gratuite.
In fase iniziale – e fino al 30 giugno 2019 – sono stati previsti tempi lunghi per la trasmissione della fatturazione elettronica allo SDI, ovvero entro il termine della liquidazione IVA del periodo. Inoltre per il primo anno sono stati esonerati dalla fatturazione elettronica tutti quelli che aderiscono al regime forfettario o dei minimi. Significa che possono farlo in via opzionale.

Medici, farmacisti e operatori sanitari che invece trasmettono dati al Sistema Tessera Sanitaria hanno invece l’obbligo tassativo di non emettere fattura elettronica, neanche in via opzionale. Altre deroghe sono state previste per agricoli e associazioni”.

A questo punto invertiamo il punto di vista ed entriamo meglio nel tuo mondo: con la fatturazione elettronica cosa cambia per i commercialisti?

“Per i commercialisti doveva essere una svolta per l’acquisizione delle fatture: i clienti avrebbero inviato al termine del periodo un file contente tutte le fatture attive e passive, e il consulente avrebbe poi potuto acquisirle.

Tuttavia, la serie di deroghe di cui abbiamo parlato ha creato una confusione generale che porterà alla fine del periodo ad avere alcune fatture elettroniche e altre cartacee con un aggravio di tempo per recuperarle tutte e fare il punto. Quindi, per lo meno per ora, per i commercialisti è stato un vero ‘bagno di sangue’.

Primo, per i costi di adeguamento dei propri software. Secondo, per tutte le ore – e i soldi – spese per aggiornarsi sulla materia e farsi trovare preparati. Terzo, per tutto il tempo investito ad aggiornare i propri clienti spiegandogli il funzionamento della novità per metterli nelle condizioni di poter emettere fatture.

Il sospetto è che, come spesso accade, chi ha scritto queste leggi non ha abbia la reale percezione del mondo della fatturazione e della realtà dei contribuenti, delle aziende e dei consulenti”.

Concludiamo allora proprio su chi ha scritto le leggi: cosa cambia per lo stato con la rivoluzione della fatturazione elettronica?

“Con questa manovra lo stato intende creare un aumento di gettito, e avere un controllo molto più immediato sulle fatture e sull’IVA da versare. In questo modo può intervenire in maniera più veloce e puntuale al fine di prevenire l’evasione.

Sicuramente questo avverrà – anche se in minima parte rispetto alle loro previsioni – ma a mio avviso si rischia anche di accanirsi sul contribuente onesto, che comunque ha sempre fatturato, mentre chi evadeva il fisco prima è probabile che continuerà a farlo anche ora.

La conclusione è la seguente. Chi prima non emetteva fattura adesso non emetterà fattura elettronica. Se a questo si aggiunge il caos e le difficoltà iniziali per poter emettere fatture con questa nuova modalità non è escluso che l’effetto sul breve termine sia contrario. Insomma, restiamo positivi, ma ci sarà molto da lavorare”.